FRANZ STRAUSS
Introduction, Theme and Variations op. 13
Franz Strauss (1822-1905) fu il padre di Richard Strauss, il celebre compositore di Also Spracht Zarathustra, e molto meno conosciuto di quest'ultimo. Egli fu principalmente un virtuoso del corno, strumento per cui scrisse una serie di pezzi virtuosistici, e per questo talento fu molto apprezzato al suo tempo dai contemporanei, Wagner incluso. Oggi è noto solamente ai cornisti, tuttavia alcune sue composizioni sono comunque pregevoli e meritevoli di essere maggiormente conosciute e l'Introduzione, Tema e Variazioni op. 13 è una di queste.
Si tratta di un pezzo cameristico per pianoforte e corno, una suite composta da vari momenti non sempre connessi tematicamente tra di loro ma accostati in modo da formare episodi contrastanti che mantengono vivo l'interesse della composizione.
L'opera è così costruita:
L'Introduzione, ossia il primo movimento dell'opera, è costruito attorno ad un tema in Mi bemolle maggiore che si sviluppa modulando attraverso le tonalità vicine (Sol minore, Do minore e Si bemolle maggiore) senza mai presentare una vera e propria ripresa.
L'unico scopo di questa introduzione è risaltare le capacità melodiche del corno mentre l'armonia è sviluppata dal pianoforte con degli arpeggi; alla fine una breve cadenza del pianoforte modula a Si bemolle maggiore per preparare l'ingresso del movimento successivo.
Il Tema e le due variazioni successive rappresentano l'ossatura portante della composizione, in quanto il compositore qui esalta le doti tecniche del corno mentre il pianoforte, oltre ad accompagnare, compie anche qualche breve intervento. Il tema, Allegretto in 4/4 e in Mi bemolle maggiore, è solo vagamente imparentato con l'introduzione, in quanto, a parte la tonalità, ricalca alcune successioni già sentite (Sib-Sol → Mib-Fa-Sol; Lab-Fa-Mib-Re → Sol-Fa-Lab) ma a lato pratico è una novità rispetto a quanto già presentato.
Al termine del tema, che presenta un ritornello, vi è una cadenza del pianoforte su una progressione di settime di sensibile che porta a La bemolle, IV di Mi bemolle, per poi concludere a Si bemolle tramite cromatismo. La sorpresa è nel penultimo accordo, una quarta-sesta di Si bemolle che presenta invece un accordo minore, piccolo elemento di rottura.
Al termine del tema, che presenta un ritornello, vi è una cadenza del pianoforte su una progressione di settime di sensibile che porta a La bemolle, IV di Mi bemolle, per poi concludere a Si bemolle tramite cromatismo. La sorpresa è nel penultimo accordo, una quarta-sesta di Si bemolle che presenta invece un accordo minore, piccolo elemento di rottura.
La variazione 1, con Licenza, ripropone il tema arricchito di numerosi abbellimenti e salti piuttosto impegnativi per il corno ma non presenta cambiamenti significativi rispetto all'armonia e al ritmo del tema. Alla fine della variazione si ripete la cadenza del pianoforte.
La variazione 2, con Anima, è una "diminuzione" del tema, ossia un infittimento della scrittura tramite durate più brevi, la melodia è arricchita quindi di note intermedie, appoggiature, che creano una fioritura molto tecnica per il corno.
Al termine della variazione si ripresenta la cadenza del pianoforte che questa volta modula a Do bemolle maggiore introducendo il movimento successivo.
L'andante cantabile è un intermezzo in 3/4, in Do bemolle maggiore, anch'esso costituito da una linea melodica accompagnata dagli arpeggi del pianoforte che completano la melodia, come l'Introduzione.
A parte un breve intervento del pianoforte che interrompe il fluire del canto del corno, la melodia continua nel suo sviluppo fino alla cadenza del corno che la conclude;
Il Rondò allegro vivace in 6/8 è il movimento conclusivo brillante di chiusura dell'intera opera e riprende, variato per l'appunto in 6/8, il Tema in Mi bemolle maggiore.
L'esposizione è di 8 battute totali (levare + 7 battute) e costituisce il ritornello che ogni volta si conclude perfettamente in Mi bemolle maggiore. La struttura è quindi schematizzabile come A(rit.)-B-A-C(grande sviluppo)-A-D-A'-Coda. Il primo episodio B è di altrettante 8 battute in Si bemolle maggiore, dominante, a cui seguono 4 battute di progressione con la conclusione sulla classica cadenza VII7-V7.
Dopo la ripresa del tema segue una lunga cadenza del pianoforte che modula a Do minore, sezione in cui viene introdotto un nuovo tema di 12 battute e che si conclude alla tredicesima con una breve ascesa cromatica del corno che modula a La bemolle maggiore.
Tutto quanto l'episodio C, per complessive 67 battute, è una sorta di grande intermezzo che separa l'esposizone del tema A-B-A, sempre nella tonalità di impianto, dalla ripresa, A-D-A'; i temi che compaiono qui non sono derivati dal ritornello e non sviluppano le idee precedentemente esposte. Il tema che segue, in La bemolle maggiore, col pianoforte che accompagna ad accordi ribattuti e con la nota più acuta che forma una sorta di controcanto, è vagamente imparentato con la melodia dell'andante cantabile del movimento precedente (precisamente dopo la prima cadenza del pianoforte) che richiama nell'andamento ma è un altro elemento nuovo nell'ambito del Rondò ed in generale della composizione.
Dopo 20 battute, in cui la melodia raggiunge l'apice di intensità (battuta 17), una seconda cadenza del pianoforte che sviluppa brevemente gli spunti offerti dal discorso precedente ri-modula l'armonia a Mi bemolle maggiore e conclude la sezione C.
Il tema viene ripetuto e segna la ripresa, B è sostituito da D, un breve episodio in cui il pianoforte diviene protagonista mimando il tema con un intervento oscillante tra Fa maggiore e Si bemolle maggiore.
Si ripetono le 4 battute di progressione con la conclusione sulla classica cadenza VII7-V7. Comincia l'ultimo episodio, A', perché questa volta il tema è più arricchito di appoggiature che gli conferiscono maggiore moto e che danno l'idea del precipitare all'inevitabile conclusione, una cadenza del corno divisa in proposta e risposta positiva in cui emerge il virtuosismo del cornista nell'eseguire i guizzi rapidi di semicrome, il tutto in Mi bemolle maggiore.
A questo succede poi una breve coda di 4 battute in cui il corno compie l'ultimo virtuosismo, un Mi bemolle acuto preso rapido proprio sull'arpeggio conclusivo.
VAI
ENGLISH VERSION
Franz Strauss (1822-1905) was the Richard Strauss's father, the famous composer of Also Spracht Zarathustra, and much less known than the latter. He was primarily a horn virtuoso, an instrument for which he wrote a series of virtuoso pieces, and for this talent he was much appreciated in his time by contemporaries, including Wagner. Today it is known only by hornists, however some of his compositions are still valuable and worthy of being better known and the Introduction, Theme and Variations op. 13 is one of them.
It is a chamber piece for piano and horn, a suite composed of various moments not always thematically connected to each other but juxtaposed to form contrasting episodes that keep the interest of the composition alive.
The work is constructed as follows:
The only purpose of this introduction is to highlight the melodic capacities of the horn while harmony is developed by the piano with arpeggios; at the end a short cadence of the piano modulates to B flat major to prepare for the entry of the next movement.
The theme and the two subsequent variations represent the backbone of the composition, as the composer here enhances the technical qualities of the horn while the piano, in addition to accompanying, also performs some brief interventions. The theme, Allegretto in 4/4 and E flat major, is only vaguely related to the introduction, as, apart from the key, it follows some sequences already heard (Sib-Sol → Eb-Fa-Sol; Lab-Fa -Mib-Re → Sol-Fa-Lab) but on the practical side it is a novelty compared to what has already been presented.
At the end of the theme, which presents a refrain, there is a cadence of the piano on a progression of VII7 that leads to E flat, IV of E flat, and then ends in B flat by chromatism. The surprise is in the penultimate chord, a fourth-sixth of B flat which instead presents a minor chord, a small element of rupture.
The variation 1, with License, proposes the theme enriched with numerous embellishments and rather challenging jumps for the horn but does not present significant changes in the harmony and rhythm of the theme. At the end of the variation, the cadence of the piano is repeated.
Variation 2, with Anima, is a "decrease" in the theme, that is a thickening of the writing through shorter durations, the melody is therefore enriched with intermediate notes, supports, which create a very technical draw for the horn.
At the end of the variation, the cadence of the piano returns, which this time modulates to C flat major, introducing the next movement.
The andante cantabile is a 3/4 intermezzo, in C flat major, also made up of a melodic line accompanied by the piano arpeggios that complete the melody, such as the Introduction.
Apart from a brief intervention by the piano which interrupts the flow of the singing of the horn, the melody continues in its development until the cadence of the horn which concludes it;
another cadence of the piano follows on a fragment of the main melody which closes the movement in B flat major, preparation of the next and last episode.
The Rondo, Allegro Vivace in 6/8, is the brilliant closing movement of the entire work and takes up the theme in E flat major, varied in 6/8.
The exposition is 8 bars in total (upbeat + 7 bars) and constitutes the refrain that ends perfectly in E flat major each time. The structure can therefore be schematized as A (rit.) - B-A-C (large development) -A-D-A'-Coda. The first episode B is as many 8 bars in B flat major, dominant, followed by 4 bars of progression with the conclusion on the classic cadence VII7-V7.
After the resumption of the theme follows a long cadence of the piano that modulates in C minor, a section in which a new theme of 12 bars is introduced and which ends at the thirteenth with a brief chromatic ascent of the horn that modulates in A flat major.
Whole the episode C, for a total of 67 bars, is a sort of great interlude that separates the exposition of the theme A-B-A, always in the tone of the plant, from the shot, A-D-A '; the themes that appear here are not derived from the refrain and do not develop the ideas set out above. The theme that follows, in A flat major, with the piano that accompanies with struck chords and with the highest note that forms a sort of counterpoint, is vaguely related to the melody of the cantabile andante of the previous movement (precisely after the first cadence of the piano) which is recalled by the trend but is another new element in the context of the Rondo and in general of the composition.
After 20 bars, in which the melody reaches its peak of intensity (bar 17), a second cadence of the piano that briefly develops the ideas offered by the previous speech re-modulates the harmony in E flat major and concludes section C.
The theme is repeated and marks the recovery, B is replaced by D, a short episode in which the piano becomes the protagonist by mimicking the theme with an intervention oscillating between F major and B flat major.
The 4 bars of progression are repeated with the conclusion on the classic cadence VII7-V7. The last episode begins, A ', because this time the theme is more enriched with supports that give it greater movement and that give the idea of precipitating to the inevitable conclusion, a cadence of the horn divided into a proposal and a positive response in which it emerges the virtuosity of the horn player in executing the rapid flashes of the sixteenth note, all in E flat major.
This is followed by a short 4-bar tail in which the horn completes its last virtuosity, a high E flat taken quickly on the final arpeggio.
ENGLISH VERSION
Franz Strauss (1822-1905) was the Richard Strauss's father, the famous composer of Also Spracht Zarathustra, and much less known than the latter. He was primarily a horn virtuoso, an instrument for which he wrote a series of virtuoso pieces, and for this talent he was much appreciated in his time by contemporaries, including Wagner. Today it is known only by hornists, however some of his compositions are still valuable and worthy of being better known and the Introduction, Theme and Variations op. 13 is one of them.
It is a chamber piece for piano and horn, a suite composed of various moments not always thematically connected to each other but juxtaposed to form contrasting episodes that keep the interest of the composition alive.
The work is constructed as follows:
- Introduzione, Adagio;
- Tema, Allegretto;
- Variazione 1; con licenza;
- Variazione 2; con anima;
- Andante cantabile;
- Rondò, Allegro vivace.
The Introduction, the first movement of the work, is built around a theme in E flat major which develops modulating through the nearby keys (G minor, C minor and B flat major) without presenting any real shot.
The Introduction, the first movement of the work, is built around a theme in E flat major which develops modulating through the nearby keys (G minor, C minor and B flat major) without presenting any real shot.
The only purpose of this introduction is to highlight the melodic capacities of the horn while harmony is developed by the piano with arpeggios; at the end a short cadence of the piano modulates to B flat major to prepare for the entry of the next movement.
The theme and the two subsequent variations represent the backbone of the composition, as the composer here enhances the technical qualities of the horn while the piano, in addition to accompanying, also performs some brief interventions. The theme, Allegretto in 4/4 and E flat major, is only vaguely related to the introduction, as, apart from the key, it follows some sequences already heard (Sib-Sol → Eb-Fa-Sol; Lab-Fa -Mib-Re → Sol-Fa-Lab) but on the practical side it is a novelty compared to what has already been presented.
At the end of the theme, which presents a refrain, there is a cadence of the piano on a progression of VII7 that leads to E flat, IV of E flat, and then ends in B flat by chromatism. The surprise is in the penultimate chord, a fourth-sixth of B flat which instead presents a minor chord, a small element of rupture.
The variation 1, with License, proposes the theme enriched with numerous embellishments and rather challenging jumps for the horn but does not present significant changes in the harmony and rhythm of the theme. At the end of the variation, the cadence of the piano is repeated.
Variation 2, with Anima, is a "decrease" in the theme, that is a thickening of the writing through shorter durations, the melody is therefore enriched with intermediate notes, supports, which create a very technical draw for the horn.
At the end of the variation, the cadence of the piano returns, which this time modulates to C flat major, introducing the next movement.
The andante cantabile is a 3/4 intermezzo, in C flat major, also made up of a melodic line accompanied by the piano arpeggios that complete the melody, such as the Introduction.
Apart from a brief intervention by the piano which interrupts the flow of the singing of the horn, the melody continues in its development until the cadence of the horn which concludes it;
another cadence of the piano follows on a fragment of the main melody which closes the movement in B flat major, preparation of the next and last episode.
The Rondo, Allegro Vivace in 6/8, is the brilliant closing movement of the entire work and takes up the theme in E flat major, varied in 6/8.
The exposition is 8 bars in total (upbeat + 7 bars) and constitutes the refrain that ends perfectly in E flat major each time. The structure can therefore be schematized as A (rit.) - B-A-C (large development) -A-D-A'-Coda. The first episode B is as many 8 bars in B flat major, dominant, followed by 4 bars of progression with the conclusion on the classic cadence VII7-V7.
After the resumption of the theme follows a long cadence of the piano that modulates in C minor, a section in which a new theme of 12 bars is introduced and which ends at the thirteenth with a brief chromatic ascent of the horn that modulates in A flat major.
Whole the episode C, for a total of 67 bars, is a sort of great interlude that separates the exposition of the theme A-B-A, always in the tone of the plant, from the shot, A-D-A '; the themes that appear here are not derived from the refrain and do not develop the ideas set out above. The theme that follows, in A flat major, with the piano that accompanies with struck chords and with the highest note that forms a sort of counterpoint, is vaguely related to the melody of the cantabile andante of the previous movement (precisely after the first cadence of the piano) which is recalled by the trend but is another new element in the context of the Rondo and in general of the composition.
After 20 bars, in which the melody reaches its peak of intensity (bar 17), a second cadence of the piano that briefly develops the ideas offered by the previous speech re-modulates the harmony in E flat major and concludes section C.
The theme is repeated and marks the recovery, B is replaced by D, a short episode in which the piano becomes the protagonist by mimicking the theme with an intervention oscillating between F major and B flat major.
The 4 bars of progression are repeated with the conclusion on the classic cadence VII7-V7. The last episode begins, A ', because this time the theme is more enriched with supports that give it greater movement and that give the idea of precipitating to the inevitable conclusion, a cadence of the horn divided into a proposal and a positive response in which it emerges the virtuosity of the horn player in executing the rapid flashes of the sixteenth note, all in E flat major.
This is followed by a short 4-bar tail in which the horn completes its last virtuosity, a high E flat taken quickly on the final arpeggio.
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