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VALDASTICO

 VALDASTICO


E' la lunga valle che da Piovene-Rocchette porta a Trento e comprende parte degli altopiani di Lavarone e Folgaria oltre, ovviamente, all'Altopiano di Asiago. Ci sono diverse strutture rocciose che negli ultimi anni hanno acquisito un notevole interesse grazie all'opera del gruppo roccia "4 Gati" e di Tranquillo Balasso. Avvicinamenti quasi sempre molto comodi e veloci.

L'alpinismo su roccia e ghiaccio è un'attività potenzialmente pericolosa, con rischi ANCHE MORTALI se non praticata con adeguata prudenza e cognizione di causa. Ciò che è descritto più avanti è frutto di considerazioni personali che non hanno alcun valore giuridico, morale, educativo, SI DECLINA OGNI RESPONSABILITA' dell'uso che ne venga fatto. Chi decidesse di intraprendere l'alpinismo lo fa a proprio rischio e pericolo ed è comunque tenuto a rivolgersi a personale qualificato. Gli itinerari descritti sono tra l'altro soggetti a modifiche causate dall'ambiente di cui NESSUNO, nella qui presente disamina, è tenuto in alcun modo a risponderne. Le informazioni qui hanno solo fine illustrativo e NON sono esenti da errori.


Indice

1) Monte Cengio
3) Monte Tormeno
4) Cimoncello
6) Soglio Bostel


MONTE CENGIO

E' la grande pala rocciosa che si vede in alto a destra sull'Altopiano di Asiago, esattamente sopra Cogollo del Cengio. Teatro di scontri durante la Prima Guerra Mondiale. Verso sud presenta alcuni settori orlati da grandi strapiombi su cui passa la mulattiera di arroccamento del Salto dei Granatieri mentre più a ovest presenta una lunga e alta parete grigia recentemente scoperta da Balasso. Attacco in discesa e rientro in discesa. Le vie sono quasi sempre molto impegnative.


VIA MARCO DAL BIANCO CAAI

Via storica attraverso la Sfinge, il doccione strapiombante che caratterizza il Salto dei Granatieri, che evita i grandi tetti a destra ma supera un'ardita placca grigia. Aperta da Bepi Loss e Bortolo Fontana nel 1967 in prevalente arrampicata artificiale. L'attacco originario oggi è evitabile passando a destra per i primi metri di "Vivere la vita" di Balasso (la prima placca, marcia ed erbosa, era un incubo). Portare 15 rinvii, friend 1 e 2 ed eventualmente staffe. 

Attenzione: la via è stata in parte danneggiata dal crollo della vicina via degli Eroi e attualmente il primo e il terzo tiro hanno chiodi mancanti e un tratto franato molto rotto.

Accesso: da Piovene-Rocchette seguire la strada che porta ad Asiago e percorrere tutti i tornanti. Poco prima di arrivare a Roana prendere a sinistra una ripida stradina con le indicazioni per Monte Cengio e al primo bivio tenere la sinistra. Percorrere tutta la strada fino alla sua fine al piazzale dei Granatieri di Sardegna dove si posteggia. Prendere il sentiero che scende verso Cogollo e, giunti all'altezza della base delle pareti seguire una traccia a destra, esposta e stretta che percorre la stretta cengia basale sotto le pale rocciose. Attaccare ad uno slargo sulla verticale della gigantesca placca grigia sotto i tetti della Sfinge (chiodi rossi che salgono verso destra; 10 min.).

  1. Salire per gradoni facilmente per alcuni metri e deviare poi a sinistra su un pulpito erboso superando un passaggio difficile (possibile sosta), continuare per imboccare il verticale diedro grigio con chiodi a pressione che porta al pulpito di sosta. 40 m; V+ e A0 (VI), diversi chiodi ma occorrono friends.
  2. Salire la placca grigia usufruendo dei chiodi normali e a pressione fino ad una cornice. Uscire in libera su di essa e imboccare il diedro seguente per sostare subito dopo. 30 m; A1 o VII+, utile il friend 2 per l'uscita. 
  3. Salire il diedro svasato con molti chiodi fino alla sosta a metà di esso. 20 m; A0 o VI+.
  4. Ancora lungo il diedro con molti chiodi (utili i friend, spesso bagnato) che ora diviene più marcato e uscire a destra del tetto che lo chiude. 15 m; V, libro di via.
  5. Salire la placca sovrastante stando al centro e vincendo un tratto più liscio (VI-) per montare sulla granatiera e sostare su fix posti sulla roccia al culmine del doccione, a sinistra. 20 m; VI-.
Discesa: la strada granatiera può essere percorsa in ambo i sensi e in pochi minuti si rientra al piazzale dei Granatieri di Sardegna.

La Sfinge del Cengio
Il tracciato della Marco dal Bianco CAAI

I diedro della Dal Bianco
Diedro del secondo tiro

La grande placca della Dal Bianco
La grande placca


ERICA E ALICE


Bella realizzazione di Tranquillo Balasso nel 2014 che percorre lo spigolo del marcato sperone che divide la Sfinge dalla Terza Pala del Cengio. E' la via più facile della parete ma non per questo banale. Portare dei cordini per allungare le protezioni e le soste, tutta la via è attrezzata a clessidre e chiodi normali, per il resto bastano i rinvii. 

Accesso: dal piazzale dei Granatieri scendere verso Cogollo e dopo qualche tornante girare a destra per una traccia che percorre la cengia alla base delle pareti. Traversare quasi tutta la parete fino al canalone poco prima della Terza Pala che è tagliato in due rami dal pilastro dove si svolge la via. Attacco a sinistra dello spigolo presso un diedro (15 min.).
  1. Superare il diedro piuttosto impegnativo e spostarsi a destra sul filo dello spigolo vincendo direttamente un tettino e per roccette sbucate su un terrazzo. Vincere la successiva pancia e pervenire alla cornice di sosta. 35 m; V+ continuo.
  2. Continuare lungo il filo dello spigolo per gradoni molto grossi ma ben ammanigliati fino ad una placchetta delicata che si supera uscendo sulla spalla erbosa del pilastro. 30 m; V e V+.
  3. Salire per erba ripida in verticale fino alla parete rocciosa e traversare a destra fino alla base di un diedro obliquo a sinistra. 40 m.
  4. Scalare tutto il diedro e sostare su terrazzino al suo termine. 15 m; V.
  5. Si sale appena sopra la sosta su buone prese e si attraversa verso destra su una cornicetta, ad un diedrino si ritorna in obliquo a sinistra su roccia verticale e molto esposta fino alla scomoda sosta in impressionante esposizione. 20 m; V.
  6. Salire gradoni e una fessura per andare a sostare in una nicchia orma in cima al pilastro. 20 m; IV.
Discesa: attraversare un foro naturale per sbucare sulla granatiera che in entrambi i sensi riporta al piazzale dei Granatieri di Sardegna.

Passo chiave di Erica e Alice
Il passo difficile al secondo tiro

Diedro della parte alta di Erica e Alice
Il diedro del quarto tiro

Il pilastro di Erica e Alice
Il pilastro su cui si svolge la via, qui nella parte alta.



LOLI


Altra bellissima via di Balasso, aperta lungo un sistema di diedri sulla Terza Pala del Cengio, appena accanto a Erica e Alice. La roccia è ottima, tranne un breve tratto in alto, la chiodatura sufficiente a chiodi normali e clessidre. Bastano 10 rinvii e qualche cordino.

Accesso: sempre dal piazzale dei Granatieri si scende verso Cogollo e, dopo qualche tornante, si prende la traccia a destra che taglia la parete del Cengio raggiungendo la Terza Pala, subito a sinistra della Loli. L'attacco è sotto una fessura nel grigio appena a destra della strapiombante parete gialla (nome alla base, 15 min.).
  1. Salire la fessura facilmente (IV) fino ad una nicchia gialla sotto uno strapiombo. Superarlo direttamente (VI, oppure più facilmente a destra) e proseguire lungo la stretta fessura successiva (V) fino alla cornice di sosta. 30 m, V e VI.
  2. Superare il muretto sopra la sosta (V-) e traversare 6 m verso destra per salire poi una rampa fino alla sosta alla base di un diedro. 15 m, V- poi III.
  3. Salire lo stretto camino a sinistra della sosta (V) fin sotto ad un tettino che si supera atleticamente a sinistra su buone lame (V+) per giungere sotto un altro tetto. Traversare a sinistra su una buona lama fino ad una fessura strapiombante che si supera direttamente (VI-) fino alla comoda sosta alla base di un altro diedro. 30 m, VI-.
  4. Superare tutto il successivo diedro con atletico passo d´ingresso (V) fino a quando a destra una frastagliatura permette di uscire (albero). Da questo punto traversare lungamente a destra in esposizione su una stretta cengetta fino alla sosta situata su un albero in basso a destra. 35 m, V poi facile.
  5. Dalla sosta salire per terriccio ripido verso i diedri soprastanti fino ad un gradone. Superarlo un  po´ verso destra (V+, attenzione roccia marcia!!) e poi imboccare il verticalissimo diedro sovrastante chiuso da uno strapiombo che si supera a destra (VI-). Proseguire per le lame verso sinistra, più facili fino ad una stretta cornice sotto un altro diedro: qui conviene sostare per ridurre gli attriti. 35 m, VI-, sosta da attrezzare su albero.
  6. Andare verso destra e salire il diedro appoggiato chiuso da un tetto (V) uscire verso destra sullo spigolo e salire facilmente alla terrazza soprastante (si può anche superare il tetto direttamente V+). Salire a sinistra in un camino ma percorrere la frastagliatura di sinistra (III+) e raggiungere la comoda sosta in cima alla terza pala. 20 m, V, sosta comoda su norme clessidra, libro di via.
Discesa: salire la cresta di roccia sovrastante su erba e massi fino ad una larga cengia con ometti che verso destra riporta sulla granatiera. Per questa si rientra al parcheggio.

Versante sud del Monte Cengio
La Terza Pala del Cengio, la via si svolge al confine tra il giallo e la parte erbosa

Passo chiave di Loli
Passo chiave

Diedri di Loli
Diedri nella parte alta

Altri diedri
Sempre lungo i diedri

PRIMA


Via classica del Monte Cengio, una delle prime aperte sulla parete da R. Borgo, A. Bonaguro e F. Zuccolo nel 1974. E' caratterizzata da un pinnacolo che si stacca nettamente dalla parete e forma una grande tetto, ben visibile anche da valle, proprio al centro della pala rocciosa posta a destra della Sfinge. La via si snoda lungo una linea logica ed è attrezzata prevalentemente a chiodi normali e qualche fix lungo i tiri e alle soste. Malgrado la brevità e la chiodatura abbondante resta una via impegnativa e decisamente sottovalutata dalle relazioni in circolazione. Per la ripetizione occorrono almeno 15 rinvii (sul primo tiro se ne può recuperare qualcuno mentre si sale data la vicinanza dei chiodi), cordini per allungare le protezioni e per le soste, friend piccoli 0.2 - 0.75. Martello e chiodi non necessari ma dipende dalla sensibilità del ripetitore.

Accesso: da Piovene-Rocchette seguire la strada che porta ad Asiago e percorrere tutti i tornanti. Poco prima di arrivare a Roana prendere a sinistra una ripida stradina con le indicazioni per Monte Cengio e al primo bivio tenere la sinistra. Percorrere tutta la strada fino alla sua fine al piazzale dei Granatieri di Sardegna dove si posteggia. Prendere il sentiero che scende verso Cogollo e, giunti all'altezza della base delle pareti seguire una traccia a destra, esposta e stretta che percorre la stretta cengia basale sotto le pale rocciose. Dalla base si individua subito il tetto del pinnacolo e ci si porta sotto la sua verticale per erba e roccette, sostando su fix e spit. Un cerchio rosso con freccia (sbiadito) dà la certezza dell'attacco (15 min.).
  1. Dalla sosta obliquare a sinistra per lame un po' erbose e atletiche (V+, ch.), tornando poi in obliquo a destra in una svasatura che diviene sempre più levigata e con passaggi di ragionamento (vari ch.). Alla fine si supera uno strapiombo a lame biancastro direttamente (ch.) e si piega a destra per raggiungere lo stretto gradino di sosta (37 m; V+/A0 o VI+ sostenuto; sosta su 2 fix).
  2. Alzarsi nella nicchia fin sotto un tetto (ch.) che si aggira a sinistra ed entrare in un ampio diedro. Seguire il diedro sul fondo con passaggi atletici (ch. e 1 fix) fino ad uno strapiombo biancastro difficile e con fix lontano che va superato direttamente. Innalzarsi fin sotto il tetto e traversare a destra sotto di esso grazie ad una sottile crepa per le dita (ch.) e raggiungere il comodo terrazzo di sosta (35 m; V e VI+/A0 o VII-; sosta su fix e tondino; libro di via).
  3. Ci sono due possibilità: la prima è la variante "2 passi nel vuoto" a spit a sinistra, sul bordo del grande tetto; la seconda è la fessura originale. Noi abbiamo seguito l'originale. Attaccare la parete sovrastante partendo da destra su blocchi (roccia rotta) e tornare a sinistra per cornice portandosi sotto la fessura. Vincere un pancione liscio (ch.) e continuare per la crepa strapiombante (3 ch.) uscendo a sinistra su cengia (15 m; V+/A1 o VII-; sosta su 1 fix oppure più a sinistra in basso entrando nella galleria della granatiera).
  4. Dalla cengia superare il caminetto friabile (cl. a sx) e poi la placca adagiata della cuspide (2 ch. e 1 fix) stando alla fine un po' sullo spigolo a sinistra, per raggiungere la vetta del pinnacolo (20 m; V; sosta su 2 spit e catena vecchia).
Discesa: con una breve calata in doppia di 15 m si ritorna alla cengia con albero, posta sopra la galleria della granatiera. Percorrere la cengia erbosa a sinistra fino a intercettare nuovamente la Strada degli Eroi e per questa, a destra, si ritorna al parcheggio (15 min.).

Inizio via Prima al Monte Cengio
Il primo difficile tiro della via Prima

Secondo tiro di Prima
Secondo tiro di Prima

fessura originale
Fessura originale della via Prima

Cuspide di Prima al Monte Cengio
La cuspide della via Prima

CRESTA DELLE POSTAZIONI


Via sportiveggiante adatta ai principianti che percorre una serie di quattro piccoli pinnacoli appena accanto al sentiero che dal Rifugio al Granatiere scende in Val Cengiotta, aperta da Elena Girardi e Mario Schiro nel 2019. La via è attrezzata a fix lungo i tiri ma bisogna integrare le soste, la roccia è ovunque ottima. Per la ripetizione bastano 10 rinvii e delle fettucce per le soste.

Accesso: dal Piazzale dei Granatieri scendere per il sentiero della Val Cengiotta oltre la Granatiera fino ad un bivio, in cui a destra si va verso il settore classico del Monte Cengio. Ignorarlo e girare a sinistra e attaccare immediatamente dietro allo spigolo (nome alla base).
  1. 28 m; "la Sentinella", 4b per un diedro e un caminetto, poi cengia a sinistra e gradone atletico. Sosta su 1 fix da integrare con spuntone.
  2. 15 m; breve discesa e traverso alla base del secondo pinnacolo. Sosta su clessidra o albero.
  3. 30 m; "il Fungo", 4b e 5a lungo lo spigolo con passo in strapiombo con lama atletica alla fine. Sosta su grande terrazzo da attrezzare su albero.
  4. 30 m; "la Rampa", 4a, bella placca presso il filo dello spigolo. Possibilità di sostare appena usciti su chiodo e clessidra o in fondo su clessidra e fix (libro).
  5. 8 m; "la Prua", 5c se diretto su strapiombo giallo ammanigliato, aggirabile a sinistra su roccia facile. Sosta su clessidra con cordone.
Discesa: giunti in cima scendere 2 m una roccetta e ci si ritrova direttamente davanti al parcheggio del Granatiere che si raggiunge dopo qualche gradino.

Attacco cresta delle postazioni al Cengio
Attacco

cresta delle postazioni
Proseguimento della cresta

la prua al Cengio
La Prua, tiro chiave

METAMORFOSI

Via aperta da Mario Schiro, Elena Girardi e Fausto Carollo nell'inverno 2023/2024 lungo uno sperone nel tratto destro della parete sud del Cengio. Roccia ottima, chiodatura a fix alle soste e lungo i tiri e ben ripulita, con difficoltà moderate, molto ripetuta.

Accesso: dal Piazzale dei Granatieri scendere per il sentiero della Val Cengiotta oltre la Granatiera fino ad un bivio, in cui a destra si va verso il settore classico del Monte Cengio. Ignorarlo e girare a sinistra per buon sentiero che porta in breve sotto le pareti e continuare fino a trovare l'attacco della via posto alla base di un diedro con una farfalla arancione appesa (nome; 20 min.).
  1. 25 m; 5a con partenza un po' brutale e poi balze, prima della sosta stare un po' a destra.
  2. 20 m; 4c per una placchetta e poi pulpitini; sosta su albero.
  3. 15 m; 3a muretto e poi traverso a destra su cengia erbosa.
  4. 20 m; 5a con strapiombo bianco atletico e poi belle placche grigie.
  5. 20 m; 5b/c con un traverso sotto al tetto di forza e diedrino strapiombante; sosta su albero.
  6. 30 m; 3a facile cresta fino all'ultima balza della cresta; sosta su albero.
  7. 25 m; 5b prima per fessure e poi difficile placchetta per arrivare in sosta.
  8. 27 m; 4b per cresta superando a sinistra l'ultimo risalto.
Discesa: salire alla Granatiera aiutandosi con la cordicella e seguire la stradina verso sinistra che riporta al parcheggio (10 min.).

Primo tiro

Tiri 4 e 5 della via

L'ultima balza della via

GAZZA LADRA

Recente via sportiva (2021) di Mario Schiro ed Elena Girardi su un pilastro del Monte Cengio posto sotto la Granatiera che dal Piazzale Principe di Piemonte sale al Piazzale dei Granatieri. Per la ripetizione sono sufficienti 12 rinvii, completamente chiodata a fix e un paio di chiodi normali.

Accesso: dal Piazzale dei Granatieri scendere per il sentiero della Val Cengiotta oltre la Granatiera fino ad un bivio, in cui a destra si va verso il settore classico del Monte Cengio. Ignorarlo e girare a sinistra per buon sentiero che porta in breve sotto le pareti e continuare fino a trovare l'attacco della via posto su una placca gialla sotto un grande tetto (nome alla base; 20 min.).
  1. 25 m; 6b con passi faticosi sul tetto inciso da una fessura (possibile A1).
  2. 25 m; 4c per la crestina.
  3. 30 m; 4a sempre per cresta a blocchi.
  4. 30 m; 4a superando due risalti fin sotto una grande placca. Occhio ad un macigno pericolante sotto il secondo risalto.
  5. 25 m; 5c su bella placca.
  6. 30 m; 6b poi 5a con duro strapiombo iniziale (possibile A1).
Discesa: si sbuca in un boschetto e per traccia si scende sulla Granatiera che si segue a sinistra e in 5 min. porta nuovamente al piazzale.

I tiro di Gazza ladra al Cengio
Primo tiro

Cresta di Gazza ladra
Cresta

Placca su Gazza Ladra
Placca del quinto tiro

Pilastro finale di Gazza Ladra
Pilastro finale


SOGLIO DEI CORVI


Bella parete solare che s'erge al culmine di una valle chiusa, segna il margine sudovest dell'altopiano di Tonezza. Scoperta nel 2014 da Tranquillo Balasso che qui vi ha tracciato delle belle vie anche di notevoli difficoltà, inclusa quella che segue.

LINEA DI CONFINE


E' l'itinerario che segue lo spigolo destro della parete, con difficoltà contenute ma ottima roccia e passaggi divertenti. Bel microclima d'inverno. L'itinerario è attrezzato con chiodi normali e cordoni nelle clessidre. Portare cordini e qualche friend.

Accesso: Dall´uscita della Valdastico Superiore a Piovene-Rocchette, seguire le indicazioni per Arsiero, superare il centro abitato seguendo poi per Tonezza fino a raggiungere e superare anche questo sull´omonimo altopiano. Seguire poi per Trento per circa un km dopo la piazza del paese fino alla via Contrà Pettinà che si segue fino al bivio con Contrà Vallà verso destra e da qui giungere al Camping Amabile presso cui si parcheggia. Dal posteggio scendere una cinquantina di metri fino all´inizio di un sentiero che reca le indicazioni "Excalibur, Riofreddo, Palestra di Roccia 4 Gati". Seguirlo ed al bivio successivo scendere seguendo l´indicazione per Riofreddo. Scendere a lungo, per almeno 20 minuti lungo le ripide svolte del sentiero fino ad una caverna con pianta di Tasso (pinetto) sulla destra, posta presso un tornante. Non svoltare per la traccia ma continuare a scendere verso il basso per una cinquantina di metri quando sulla destra una nuova traccia ad ometti porta alla base dello spigolo che da la direttrice della via. (3 ometti e piccolo ripiano, 30 min. dalla macchina).
  1. Dal ripiano con alberi tagliati salire direttamente le placche con grossi strati che obbligano ad una salita atletica (V), poi scalare il diedrino sulla sinistra che immette in una nicchia (V+, arbusto) e se ne supera lo strapiombo (V+) fino al ripiano di sosta. 25 m, V sostenuto con 2pp V+.
  2. Scalare la placca articolata verso sinistra (IV+) e la successiva fessurina atletica, passo chiave della via (V+), poi per balze erbose raggiungere una cengia con croce nella roccia ove si attrezza la sosta. 25 m, 1pp di V+ poi facile, sosta da attrezzare su pianta.
  3. Scalare il filo dello spigolo molto affilato per fessurine (IV) e poi per un caminetto (IV) per raggiungere la sosta su comodo terrazzo. 30 m, IV sostenuto.
  4. Salire per le roccette a destra della sosta facendo attenzione ad alcuni blocchi instabili ed al terriccio fino ad un diedro; salire il diedro (IV+) e per ripido pendio erboso pervenire alla comoda sosta sotto un lungo diedro. 30 m, II con 1pp di IV+.
  5. salire tutto il diedro superando 2 strapiombi (V, 3 cl.) fino ad una nicchia con clessidra ed albero, entrambi con cordone. Ignorarli e proseguire oltre uscendo su un breve pendio molto scivoloso e con roccia friabile che adduce alla stretta cornice di sosta. 35 m, V sostenuto, sosta scomoda.
  6. Superare la breve placca verso sinistra, difficile, fino all´albero con cordone (V-), poi salire il caminetto con masso incastrato (III+, cl.) per raggiungere la spalla fuori dalle difficoltà. 15 m, 1pp di V- e poi III+.
  7. Continuare per 150 m, slegati o con tiri molto lunghi, seguendo la cresta erbosa e con alcune balze rocciose fino all'ultima paretina alta una 20ina di metri che salita direttamente (III) per sbucare direttamente sulla vetta (alberi per le soste e ometti lungo il tragitto).
Discesa: Dall´uscita seguire le tracce di sentiero lungo il crinale (ometti) poi passare nella trincea in mezzo agli alberi per raggiungere il sentiero di partenza. Seguirlo verso sinistra per rientrare al parcheggio in pochi minuti (15 min. dall´uscita).

Partenza di Linea di Confine
Parete d'attacco

Veduta dalla prima sosta
Dalla prima sosta

Spigolo
Impennata dello spigolo dopo l'intersezione col sentiero

Cresta del Soglio dei Corvi
La cresta su cui si svolge la via vista dalla falesia 4 Gati


MONTE TORMENO


Panettone roccioso che troneggia maestoso la Val Riofreddo che si incunea verso l'altopiano di Tonezza. Bonario se visto da questo altopiano presenta sul lato sud-ovest delle pareti rocciose verticali alte tra i 180 e i 250 m con alcuni satelliti rocciosi che gli conferiscono una forma di castello. E' immerso in un paesaggio silenzioso, bucolico e molto selvaggio. Nei suoi pressi passava la prima linea austroungarica durante la Grande Guerra, motivo per cui la vetta è raggiunta da una comoda mulattiera e in giro vi sono resti di postazioni di osservazione.

Accesso: usciti dall'autostrada Valdastico a Piovene-Rocchette raggiungere Arsiero e seguire le indicazioni per Posina passando per la piazza. Subito dopo il valico e un tornante a sinistra, girare a destra seguendo le indicazioni (grande cartello bianco con tutte le contrade segnate) per Crosara, Bugni, ecc. Dopo circa 1 km, ad un incrocio presso il ristorante Irma di Martini, girare a sinistra per la strada in salita che passa sopra Contrà Draghi (borgo caratteristico). Seguire sempre la strada asfaltata per un buon tratto e poi sterrata e con tratti cementati, passando accanto a diversi casoni, raggiungendo una fontana caratteristica accanto ai Casoni Busati. Tutte le relazioni indicano questo come punto di partenza. In verità è meglio continuare lungo la strada sterrata che sale prima a Malga Zolle bassa e poi a Malga Zolle alta dove è possibile parcheggiare stando fuori dalla carreggiata e si è molto vantaggiati nel rientro. A leggere lo scritto sembra complesso, in realtà il percorso è molto intuitivo e il Tormeno domina continuamente la valle.

PSYCHIATRIC CIRCUS


Via molto impegnativa aperta da Tranquillo Balasso e Stelvio Frigo nel 2018 e che supera il lato destro della parete proprio al centro dove ci sono i grandi strapiombi, con tracciato molto logico e interamente a chiodi normali, superando il punto di maggior sviluppo della stessa. La linea è bella e protetta con abbondanza di materiale tra chiodi e cordoni ma la roccia è in molti punti marcia e con lame pericolanti, pertanto anche la chiodatura deve essere saggiata con cura, anche alle soste. Per la ripetizione portare una scelta di friend tra 0.3 e 1; martello per ribattere i chiodi presenti e 2 chiodi a lama e 1 ad U per ogni evenienza; cordini e 15 rinvii.

Attacco: da Malga Zolle (vedi appena sopra) alta continuare lungo la stradina in leggera discesa fino a una sella con incrocio dei sentieri. Imboccare il sentiero CAI in discesa a destra che ad un certo punto supera uno steccato e che continua a scendere nel bosco. Giunti alla base delle pareti (il primo satellite, Pilastro d'Autunno, è sempre sulla sinistra ben visibile) una debole traccia a ometti si stacca a sinistra e percorre tutto il basamento fino all'ampio anfiteatro presso il centro della parete da cui si dipartono due grandi camini. L'attacco della via è posto una trentina di metri a destra sulla parete rivolta a ovest sotto la verticale degli strapiombi gialli; un albero copre un po' il diedro obliquo di attacco (cordone annerito; 20/30 min. dalla macchina).
  1. Scalare il diedro molto atletico (vari ch.) obliquo a sinistra e poi una scanalatura verticale a grosse lame fino all'albero di sosta (30 m; VI/A0 o VI+; sosta su chiodi).
  2. Tiro problematico a causa di una grossa lama pericolante, che adesso pare sia caduta. Innalzarsi fino al primo chiodo, rinviarlo molto lungo e traversare a destra su placca sprotetta fino a raggiungere il diedro a destra. Proseguire lungo il diedro atletico (ch. e cl.) e poi dritti per una zona abbattuta fino ad un grosso albero sopra cui si trova la sosta (25 m; VI+; sosta su chiodi).
  3. Obliquare a sinistra per roccia facile (pianta) ad un diedro giallo e verticale che va risalito fino ad una cornice (vari ch.) da cui si traversa a sinistra alla sosta appesa (30 m; VI/A0 o VII; sosta su chiodi).
  4. Traversare per cornice a sinistra (varie cl.) ad una zona abbattuta che va risalita fino ad un terrazzino con robusto albero (15 m; V e IV; sosta su albero).
  5. Innalzarsi sul giallo ad un chiodo blu, poi traversare per cornice a destra (vari ch.) molto esposta e atletica fino a che non diviene una cengetta, su cui si traversa ancora qualche metro sostando a destra di una nicchietta (25 m; V+; sosta su chiodi).
  6. Tiro chiave: scalare il diedrino di bella roccia a gocce sopra la sosta montando su una fascia gialla (vari ch.) e attaccare lo stretto diedro strapiombante che intaglia la pancia sovrastante e molto esposta (vari ch.) uscendo su roccia gialla e più facile che adduce alla sosta appesa in una nicchietta (20 m; VI e A1 o VIII; sosta su chiodi).
  7. Traversare 2 m a sinistra a un buco e scalare la fessura strapiombante molto ostica (roccia rotta; vari ch.) di circa 6 m. Traversare con difficoltà a destra (ch.) e salire per roccia appoggiata ma rotta alla stretta sosta in un'altra nicchietta (15 m; A1 e VI o VII+; sosta su chiodi e clessidre).
  8. Per fessura con concrezioni guadagnare uno spiovente (vari ch., attenzione ad un'altra lama precaria) da cui si traversa a sinistra a dei gradoni che adducono ad una incavatura (vari ch., roccia rotta). Spostarsi a destra e scalare la fessura che incide il pilastro fino ad un albero da cui si esce a destra ad una sosta appesa (25 m; VI e VII; sosta su chiodi).
  9. Proseguire dritti per roccia molto rotta lungo una sorta di spigolo, superando vari piccoli risalti (varie cl.) fino ad un grande albero di sosta con libro di via (50 m; V; sosta su albero, eventualmente tiro smezzabile).
Discesa: proseguire per prato e roccette ancora 20 m montando sul cocuzzolo del Tormeno (posto ameno e molto panoramico, croce). poi imboccare l'evidente sentiero che diventa mulattiera e scende dolcemente sul fianco ovest del monte. La stradina sbuca alla sella del crocevia passato all'andata, da qui in pochi minuti a Malga Zolle (20/30 min. dalla cima).

Monte Tormeno
Il Tormeno con Psychiatric Circus

Psychiatric circus 1
Primo tiro

Psychiaric circus 3
Terzo tiro

Psychiaric circus 5
Traverso del quinto tiro

Psychiaric circus 6
Strapiombo chiave



CIMONCELLO


E' la grande barriera rocciosa che fascia a sud l'altopiano di Tonezza e incombe dritta sopra Arsiero. Ben si distingue la sua via più classica lungo lo spigolo. Questa parete ha conosciuto fortune alterne ma ultimamente è poco visitata e gli itinerari risultano sporchi.

SPIGOLO CONFORTO


Aperto da Umberto Conforto, forte guida vicentina e storico compagno di Gino Soldà, L. Toffoli e M. Zacchi nel 1935 è stato uno delle prime vie della Valdastico in assoluto, con difficoltà notevoli. E' una via logica e su ottima roccia, ben chiodata a chiodi normali lungo i tiri e alle soste. Per la ripetizione bastano i rinvii, eventualmente le solite tre misure dei camalot (verde-rosso-giallo) e cordini.

Accesso: da Piovene-Rocchette seguire per Trento e da Arsiero per Tonezza. raggiungere Tonezza e seguire le indicazioni per il sacrario del Monte Cimone che va raggiunto e che presenta un ampio spazio per parcheggiare. Seguire la strada asfalto a ritroso per circa 150 m fino alla penultima curva, dove si trovano le indicazioni per il sentiero 547 che porta ad Arsiero. Seguirlo (abbondanti segnalazioni), superando una trincea e delle postazioni e arrivando ad un tratto piano in prossimità dell'orlo dell'altopiano (circa 15 min.). A destra si vede un grande avvallamento che scende di sotto. Ad un albero con segno rosso sbiadito e grande ometto, seguire la traccia che scende verso l'avvallamento, prima dritta e poi a sinistra fino al canalone ripido e viscido che porta alla base delle pareti (un salto attrezzato con corde fisse, 40 min.). Seguire le tracce verso destra, facendosi largo nella fitta vegetazione fino alle roccette alla base dello spigolo (ore 1,15 dalla macchina).
  1. Salire le roccette tenendo a sinistra fino sopra un masso (chiodo con cordino) e superare i successivi gradoni (chiodo) ben appigliato fino ad una larga terrazza. Sosta su albero, 30m, IV e III).
  2. Superare la ripida lastronata grigia sovrastante: prima salire a sinistra il gradone dell´albero, puntando al ben visibile chiodo, poi un pò a destra verso un incavatura e quindi salire un pò a sinistra per giungere ad una fessura strapiombante che si supera in dulfer (è quella formata da una lama staccata ben visibile dal basso, al centro della placca) e si perviene sull´esile sosta. 27m, V+/A0, roccia liscia e povera di prese "naturali".
  3. Salire il diedro sovrastante fino al ben visibile tetto che si supera a destra, poi su per la fessura con i chiodi (dulfer molto difficile) fino ad una cengia. 25m, tiro chiave, il passo per salire sulla cengia è molto difficile, V/A0 e 1pp VI.
  4. A destra della sosta salire per lo strapiombo (2 chiodi) e poi a sinistra per gradoni fino ad un terrazzino. 20m, V/A0 o V+ lo strapiombo, IV il resto.
  5. dalla sosta salre verticalmente e poi a sinistra su una cengetta riportarsi sul filo dello spigolo, superare i successivi gradoni e giungere in sosta. 25m IV+ e III.
  6. Continuare lungo il filo dello spigolo per roccia più appoggiata ma erbosa (III) superando un altro tratto ripido, poi le difficoltà calano e la cresta diviene completamente erbosa. Sostare su pianta. 50 m; III e II su roccette e erba, tiro spezzabile in due, poco attrezzato.
Discesa: dalla vetta proseguire nel bosco fino ad incrociare il sentiero di andata o una delle tante tracce che verso sinistra riportano all'ossario, sito a circa 200 m di distanza verso nordovest (15 min.).

Inizio dello Spigolo Conforto
La prima difficile placca


Verticalità al secondo tiro della Conforto
La fessura del secondo tiro

EL TUNNEL DE SIVORI


Itinerario particolare, aperto da Tranquillo Balasso ed Erminio Xodo nel 2013, che cerca una linea logica in uno stretto corridoio verticale tra un canale terroso ed erboso e una parete gialla e strapiombante. Arrampicata non troppo difficile ma faticosa e sempre atletica; malgrado quello che asseriscono molte relazioni in giro, non è affatto una via facile, la chiodatura è parsimoniosa e le difficoltà sottostimate. Belli i tiri nella parte alta, in grande esposizione. Per la ripetizione portare friend da 0.3 a 1 e 2-3 chiodi a lama, oltre a fettucce per collegare le soste e passare gli arbusti.

Accesso: raggiungere Tonezza e seguire le indicazioni per il sacrario del Monte Cimone che va raggiunto e che presenta un ampio spazio per parcheggiare. Seguire la strada asfalto a ritroso per circa 150 m fino alla penultima curva, dove si trovano le indicazioni per il sentiero 547 che porta ad Arsiero. Seguirlo (abbondanti segnalazioni), superando una trincea e delle postazioni e arrivando ad un tratto piano in prossimità dell'orlo dell'altopiano (circa 15 min.). A destra si vede un grande avvallamento che scende di sotto. Ad un albero con segno rosso sbiadito e grande ometto, seguire la traccia che scende verso l'avvallamento, prima dritta e poi a sinistra fino al canalone ripido e viscido che porta alla base delle pareti (un salto attrezzato con corde fisse, 40 min.). Girare a destra e attaccare alla base dello sperone che fiancheggia a sinistra la strapiombante parete gialla (targa, nome alla base). 
  1. Dagli alberi alla base, salire in obliquo la placchetta a destra fino a degli alberelli, da cui poi parte un diedro tecnico che porta al terrazzino di sosta (20 m; IV+ e V il diedro; ch. e cordoni su alberi, sosta su 2 spit artigianali).
  2. Spostarsi a sinistra e vincere il muro aggettante con movimenti assai atletici (2 ch. e 2 cl.) uscendo su una rampa erbosa molto ripida che va risalita in verticale fino all'aerea sosta sullo spigolo (30 m; V e poi facile; sosta su 2 spit con cordone).
  3. Tiro chiave: traversare il muro grigio a sinistra (ch. lasciato) e poi risalire una scanalatura fino ad una nicchia (V+ sost., ch. e 1 cl.)); uscire a destra in placca e vincere il tettino (VI, 2 ch. e 1 cl.) e la successiva placca molto faticosi per uscire sulla comoda sosta (25 m; V+ e VI o A0; sosta su 2 spit artig.).
  4. Andare su per la roccia gradinata a destra fino ad un albero tagliato (cordone), poi vincere direttamente la placchetta levigata dello spigolo (VI, 2 ch.) uscendo su una rampa erbosa (possibile sosta su 2 spit), molto ripida e che va seguita verso destra fino ad una sosta comoda ma molto aerea (32 m; VI o A0 e poi facile; sosta su 2 spit).
  5. Traversare 2 m a destra e scalare tutto il grande diedro verticale e molto esposto (4 ch.) fino al terrazzo di sosta nel giallo (25 m; V sost.; sosta su 2 spit artig.).
  6. Seguire il seguente diedro, atletico, poi traversare a destra ad un altro diedro che porta in sosta (20 m; V e IV; 1 ch.; sosta su 2 spit).
  7. Scalare la fessura diedro sopra la sosta, molto verticale e con un'uscita atletica e faticosa (2 ch. e 2 cl.), poi spostarsi a destra e seguire la fessura seguente (1 ch. e 1 cl.) fino alla cengia di sosta (30 m; V e V+ sost.; sosta su 2 spit artig.).
  8. Vincere un primo gradone e poi la successiva placca fino ad un chiodo, da cui si traversa a sinistra ad uno spuntone e si vince un'ultima placchetta che porta al pianoro sommitale (25 m; IV+; 3 ch.; sosta su clessidra).
Discesa: andare dritti nel bosco fino ad intercettare il sentiero che a sinistra riporta all'ossario (15 min.).

Tunnel de Sivori, partenza
Attacco della via

Sivori, tiro chiave
Tiro chiave

Sivori, settimo tiro
La fessura-diedro del settimo tiro



TORRE PILOTA


Si trova al centro di una vallata nel gruppo del Coston dei Laghi, lunga catena boscosa che si estende tra l'altopiano di Folgaria e il Pasubio, dimenticata da tutti e molto selvaggia. La Torre Pilota deve il nome alla teleferica che riforniva le truppe sul Monte Maggio, impegnate in duri scontri nel 1916 e infatti in vetta vi si trovano i resti dell'opera, essa "pilotava" il cavo che partiva dal fondovalle e raggiungeva i piani dove vi erano le trincee. L'unica via che porta alla torre è stata tracciata più o meno vent'anni fa da Diego Campi e compagno, sue sono anche le uniche due ripetizioni. Il quadernetto di via era illeggibile al nostro passaggio. Posto molto solitario e selvaggio.

SPIGOLO SUD


L'unica via logica e meritevole della torre, tracciata in stile tradizionale e con alcuni spit manuali solo alle soste. Roccia ottima in basso sul giallo e marcia sul grigio in alto, lungo la cresta è particolarmente friabile. Portare chiodi e martello per ogni evenienza e cordini per le soste. Due friend piccoli (verde e rosso) potrebbero essere utili ma non indispensabili.

Accesso: da Piovene-Rocchette raggiungere Arsiero e seguire per Posina. Prima di questo girare per Laghi, attraversarlo tutto e percorrere via Lorenzi fino a Contrà Molini e fermarsi nello spiazzo al termine della strada davanti alla Pescicoltura Valgusella. Prendere il sentiero di destra, il numero 521 salendolo per 40 minuti fino alla base della torre che s'erge proprio al centro della valle. Traversare a destra per cengia inizialmente appena accennata e molto esposta, aggrappandosi all'erba, poi più larga e alberata fino ad uno spallone erboso. Portarsi per roccette alla base dello spigolo (1 ora dalla macchina, freccia all'attacco).
  1. Dritti per parete gialla e con strapiombi su ottima roccia a lame fino alla nicchia di sosta. 15 m; V e V+, ben chiodato a chiodi normali, sosta su spit e chiodo.
  2. Salire la pancia sopra la sosta (VI+ o V+/A1, 3 ch.) e aggirare a destra il tetto per salire poi una placca fino a una cengetta. Vincere lo strapiombo e il successivo diedrino grigio (VI+ o A1) e per fessura a sinistra pervenire ad un'altra cengia dove si sosta. 25 m; V+ e A1 o VI+.
  3. Salire il diedrino a destra (ch.) e poi dritti vincendo uno strapiombo friabile fino a una cornice (bong). Traversare a sinistra a un doppio camino: salire in quello di destra fino alla nicchia e portarsi a sinistra per evitare un tratto molto friabile. Portarsi per roccette ad un albero dove si sosta. 30 m; IV e V; roccia friabile.
  4. Spostarsi a sinistra dove si vede il libro di via e salire tutto il canalino ingombro di sassi fino alla cima dove si sosta su albero. 35 m; II; molto friabile.
Discesa: percorrere la cresta dalla parte opposta alla salita evitando a metà un salto sulla destra (molto esposto e pericoloso, tutta la cresta è molto stretta). Al termine tagliare il bosco in orizzontale verso sinistra facendo attenzione a non scivolare fino a raggiungere il sentiero 4 che si segue a ritroso (1,15 ore dalla cima).

La torre Pilota con lo spigolo sud

I tiro dello spigolo del Pilota
Primo tiro lungo l'affilato spigolo

Secondo tiro dello spigolo del Pilota
Il secondo difficile tiro

Teleferica del Pilota
I resti della teleferica

Discesa
La cresta di discesa


SOGLIO BOSTEL


Parete rocciosa che s'erge sopra la strada che da Pedescala sale a Rotzo sull'Altopiano di Asiago. Luogo ameno e solitario, malgrado la vicinanza alla strada trafficata. Su queste pareti furono aperte tre vie classiche dai 4 Gati: la via dei Cimbri, la via Dei Corvi e la Luigino dalla Riva, solo quest'ultima talvolta ripresa e apprezzata. Tranquillo Balasso con diversi compagni ha poi aperto diversi itinerari di tutte le difficoltà e di grande bellezza esplorando tutti i pilastri della parete, tra le vie più belle della Valdastico e delle Prealpi Vicentine.

ANDATA E RITORNO


Una delle due ultime nate sulla parete, su un piccolo pilastro appoggiato appena accanto al 6° tornante, del 2020. E' una via giusta per ricominciare ad arrampicare dopo un periodo di fermo, la roccia in via è buona ma sporca di terra in alcuni punti, la linea è bella nella parte superiore. La via è ben chiodata, giusto qualche friend medio per scaramanzia.

Accesso: da Piovene-Rocchette seguire le indicazioni per Trento fino a Pedescala e da qui per Asiago fino al 6° tornante della strada per Rotzo. Qualche centinaio di metri più su c'è uno spiazzo sulla sinistra per un due macchine dove conviene parcheggiare per poi ritornare alla curva e imboccare il sentierino che verso sinistra taglia in orizzontale il bosco. Dopo 5 minuti si perviene al pilastro su cui si sviluppano le vie. Andata e Ritorno attacca un po' a destra del punto più basso, lungo un diedro (nome alla base).
  1. Salire il diedro e delle roccette terrose per pervenire ad un altro diedrino sotto dei grandi blocchi. Sosta su cordoni in clessidra. 20 m; IV.
  2. Salire il diedro-lama a destra e poi proseguire su gradoni terrosi in verticale fin sotto la parete. Sostare su radice con cordone a destra alla basa di un diedrino. 20 m; III+.
  3. Salire il diedro fino alla pianta e traversare in placca a destra ben appigliata (chiodi) fino ad un'altra pianta con cordone, proseguire e sostare su buon terrazzino su chiodi con cordoni. 25 m; V.
  4. Un po' a sinistra superare un gradone (chiodo) e poi traversare a destra per vincere facilmente il successivo (chiodo) fino ad una cengia che si traversa a sinistra fino alla sosta con cordoni. 20 m; IV.
  5. Dritti sopra la sosta superando uno strapiombo (V) e il successivo tettino (VI-) per poi obliquare a destra lungo lame e buoni appigli (numerosi chiodi) fino alla scomoda sosta appesa. 25 m; V/V+ continuo.
  6. A destra salire una scaglia e poi traversare decisamente a destra lungo una lista di 4 m improteggibile fino alla sosta su chiodi. 8 m; V.
  7. Salire il diedro a destra per montare su una cengia (ch. e cl.) e poi obliquare a sinistra su una placca a buchi (cordone) fino ad un comodo terrazzino dove si sosta su albero. 15 m; IV+.
  8. A sinistra salire il diedro molto verticale con chiodi superando un forte strapiombo (A0) ed uscire sulla sommità. 15 m; VI- e A0.
Discesa: percorrere il sentiero a sinistra (ometti) lungo una cengia con nicchie fino a che questo raggiunge un sentiero attrezzato che sale dal basso. Girare a sinistra e seguire tale sentiero, a tratti molto esposto, fino a raggiungere la strada (30 min.).

Quinto tiro di Andata e Ritorno
Lungo la traversata del 5 tiro

Diedro finale di Andata e ritorno
Diedro finale

OLIUNID


La prima via aperta sul tozzo pilastro secondario che fiancheggia a destra il canalone dove passa il sentiero dei Dàmari, aperta da Tranquillo Balasso e Stelvio Frigo nel 2018. Via carina, con una interessante sezione strapiombante proprio al centro del pilastro. L'itinerario è attrezzato con chiodi normali, spit artigianali e cordoni in clessidra; per la ripetizione portare 11/12 rinvii e qualche friend piccolo, sullo 0.2 - 0.5 camalot, oltre al solito corredo.

Accesso: da Piovene-Rocchette seguire le indicazioni per Trento fino a Pedescala e da qui per Asiago fino al 6° tornante della strada per Rotzo, dove conviene trovare un modo per parcheggiare. Dal tornante parte un sentiero a bolli gialli che si inoltra nel bosco e che va seguito in falsopiano per 5 minuti, appena oltre un canalino dove si scorge a sinistra una traccia ben marcata che sale in direzione della base del pilastro. L'attacco è nel punto più basso della parete (10 min., nome alla base).
  1. Il primo tiro presenta due possibilità: a) alzarsi sulla placchetta ammanigliata alla base e montare su un gradone erboso per spostarsi a destra in piena placca vincendo un paio di pancette atletiche ma ben chiodate (VI+, chiodi e spit); b) al gradone spostarsi appena a sinistra e scalare la fessura più facile (V, chiodi). La sosta è la medesima in cima al pilastrino (20 m; V o VI+; sosta su spit).
  2. Superare un gradone liscio sopra la sosta (V, spit) e proseguire per terreno facile e un altro gradone alla base di un diedro (sosta a spit possibile), non fermarsi e scalare tutto il diedro verticale ma ben ammanigliato (ch. e spit) fino all'ampia cengia di sosta (40 m; V+; sosta su 2 spit).
  3. Alzarsi su un altro gradone ben ammanigliato e portarsi sotto un diedro strapiombante a sinistra (ch.) che va superato tutto (ch. e spit) per raggiungere la cengia sotto gli strapiombi (25 m; V+/A0 o VI+; sosta su 3 spit).
  4. Il tiro più bello della via: spostarsi appena a destra e scalare il muro rosso dapprima un po' a sinistra e poi obliquando decisamente a destra (ch. e spit) fino alla scomodissima sosta in esposizione (25 m; VI; sosta su 2 spit e clessidra).
  5. Tiro chiave: alzarsi in verticale su belle manette (ch.) fino al tetto e traversare a sinistra lungo una lista discontinua (molti spit) fin dove il tetto finisce e con un passo delicato a sinistra su placca panciuta afferrare una breve fessura che conduce alla sosta comoda (20 m; VI/A0 o VII-; sosta su 2 spit).
  6. Dritti per le rocce articolate sopra la sosta ad un terrazzo (altra possibile sosta), non fermarsi ma scavalcare l'albero e superare lo spigoletto di destra (2 cl.) che adduce alla terrazza sommitale (28 m; IV+ e V; sosta su albero).
Discesa: percorrere il sentiero a sinistra (ometti) lungo una cengia con nicchie fino a che questo raggiunge un sentiero attrezzato che sale dal basso. Girare a sinistra e seguire tale sentiero, a tratti molto esposto, fino a raggiungere la strada (30 min.).

Oliunid al Pilastro dei Damari
Il pilastro dei Dàmari dal 6° tornante

I tiro Oliunid
Primo tiro

Terzo tiro Oliunid
Diedro del terzo tiro

Quarto tiro Oliunid
Il muro rosso


IL RICHIAMO DI PENNA BIANCA


Bellissima via, aperta da Tranquillo Balasso e Stelvio Frigo nel 2015 un poco a destra del filo del pilastro principale del Soglio Bostel, nel settore più strapiombante e quindi è molto intensa. La roccia è ottima anche se alcune lame richiedono attenzione ma la chiodatura non è ravvicinata in alcuni passaggi molto impegnativi che restano obbligatori. Il materiale in via è misto, chiodi, clessidre e molti spit (che ricordo sono leggermente diversi dai fix ma tengono egualmente); non sono d'accordo nel ritenere questa via sportiva dato che tale materiale è esclusivamente artigianale e con qualche passo da integrare, per questo uso i gradi classici. Per la ripetizione portare fettucce per le soste, 14 rinvii e qualche friend piccolo.

Accesso: da Piovene-Rocchette seguire le indicazioni per Trento fino a Pedescala e da qui per Asiago fino al 6° tornante della strada per Rotzo. Qualche centinaio di metri più su c'è uno spiazzo sulla sinistra per un due macchine dove conviene parcheggiare. Scendere per la strada qualche metro fino a un muretto con evidenti segni rossi e ometti. Seguire la traccia appena a destra che sale ripida nel bosco passando tra i paramassi e arriva dritta alla base della parete (10 min.). Traversare alcuni metri a destra per una stretta cengetta fino a dove muore contro un diedro appoggiato (nome alla base).
  1. Seguire il diedro appoggiato (ch. e cl.) che finisce nelle placche; spostarsi 2 m a destra e salire dritti puntando ad un alberello (spit) e infine vincere una difficile fessura strapiombante verso sinistra (ch.) alla stretta cengia (25 m; V e VI; sosta su fix e alberello).
  2. Usando le lame a sinistra con cautela innalzarsi a una lama strapiombante che si aggira a destra (cl. e ch.) per poi traversare decisamente a sinistra (ch. e spit) prima di riprendere a salire per le placche a strati ritornando poi a destra per cornice alla sosta (20 m; VII- e VI; sosta su fix).
  3. Uno dei tiri duri della via: scalare la liscia placca bianca a concrezioni e con movimenti delicati, utilizzando un rovescio robusto e ad una lista traversare a destra a un diedro svaso (diversi spit). Superare il diedro su prese piccole e tonde e affrontare un'uscita con chiodatura distanziata su stratificazioni e poi una rampa (sprotetto) di concrezioni verso destra alla comoda sosta (25 m; VII+ o VII/A0; sosta su 2 fix).
  4. Altro tiro duro: partire sopra la sosta e traversare a destra per una lista, poi alzarsi tramite una sottile fessura fortemente strapiombante (ch. e spit) fino al tetto sotto cui si traversa a destra per liste alla sosta nicchia di sosta (20 m; VII; sosta su 1 fix, 1 clessidra e 1 spit).
  5. Passare a sinistra il forte strapiombo della nicchia (spit) e montare su una stretta cengia (V+) che va seguita un poco a sinistra per poi riprendere a salire in artificiale (spit) su muro liscio  con uscita ostica (20 m; A1; sosta scomoda su 3 spit).
  6. Tiro molto sporco e con roba instabile: dalla sosta proseguire in verticale per roccette erbose alzandosi per una parete a strati in obliquo a sinistra e vincendo un paio di pancette (ch. e spit, attenzione a due lame scollate all'apparenza solide). Dopo la paretina, con uscita insidiosa, sostare su comoda cengia (30 m; V+; sosta su 2 fix).
  7. Traversare qualche metro a destra a un bel diedro un po' sporco di terra che va scalato (ch. e cl.) fino a grandi strapiombi gialli, sotto cui si traversa a destra per comoda cengia (25 m; V; sosta su 2 fix con cordone).
  8. Montare sulla cornice sopra la sosta e traversare a destra fino a un cordone, poi innalzarsi per bella placca e per diedro grigio tecnico (ch. e spit) allo stretto gradino di sosta sotto un tetto (25 m; VI+ sost.; sosta su 2 fix).
  9. Iniziare per placca liscia in obliquo a sinistra e poi alzarsi al tetto (spit e cl.) sotto cui si traversa a destra per stretta cornice a carponi fino al termine del tetto e poi superare una placchetta verso sinistra per giungere in sosta (15 m; A0/VI o VII+ tiro molto ostico; sosta su 2 fix).
  10. Ci sono due opzioni: la prima e di salire dritti superando due pancette (VI e A0, spit) e poi la rigola bianca che macchia la placca finale e che dà il nome alla via (25 m; A1); la seconda è di traversare a destra ad una grotta (15 m, facile) e sostare, poi vincere un tettino molto ostico (A1) e obliquare a sinistra fino al boschetto sommitale (III molto sporco, altri 25 m).
Discesa: dal bosco sommitale, quello piatto prima dell'ultima parete, salire una decina di metri fin sotto questa e seguire il sentiero lungamente a sinistra passando delle nicchie, ignorando le altre deviazioni fino a delle recinzioni. Passare una prima volta la recinzione, scendere alla terrazza sottostante e passare ancora il recinto per seguire sempre il sentiero a bolli rossi in piano fino a un incrocio con cartello. Scendere verso sinistra seguendo il sentiero e poi a destra attraversando un campetto con indicazioni per Pedescala. Attraversato il campo scendere a sinistra e prendere la traccia lungo un crinale a bolli gialli che scende ripida fino alla strada, la costeggia e porta dritta al parcheggio (30 min.).

Soglio Bostel
Il tracciato della via

Primo tiro di penna bianca
Il primo tiro dall'alto

terzo tiro di penna bianca
Terzo tiro dall'alto

Quarto tiro di Penna Bianca
Quarto tiro

Ottavo tiro di penna bianca
Ottavo tiro

Rigola di Penna Bianca
La rigola che dà il nome alla via

PREMIATA FORNERIA


Itinerario aperto da Tranquillo Balasso e Stelvio Frigo nel 2016, lungo il pilastro strapiombante più a ovest, dritto sopra la strada di Rotzo. La si può suddividere in due parti: la prima sul pilastro vero e proprio, con 6 tiri che si snodano tra gli strapiombi, poi un tratto di raccordo erboso e infine il muro superiore con 2 tiri molto impegnativi su roccia gialla e strapiombante. E' una via molto impegnativa, con chiodatura parsimoniosa, da integrare e controllare, sempre su difficoltà obbligate e sostenute. Essa è attrezzata a clessidre, chiodi e alcuni fix, anche con piastrine artigianali. Per la ripetizione portare cordini e fettucce per gli arbusti e allungare le protezioni, friend da 00 a 1, 3-4 chiodi a lama.

Accesso: da Piovene-Rocchette seguire le indicazioni per Trento fino a Pedescala e da qui per Asiago fino al 6° tornante della strada per Rotzo. Qualche centinaio di metri più su c'è uno spiazzo sulla sinistra per un due macchine dove conviene parcheggiare. Imboccare il sentiero a bolli gialli giusto davanti allo spiazzo e seguirlo dritto sotto al pilastro (5 min., targhetta). In alternativa si può scendere anche dai tornanti superiori per il medesimo sentiero.
  1. Seguire la cresta a risalti che costituisce la base del pilastro, stando sempre sul filo (roccia terrosa, 2 cl.) fino ad un gradone con albero e cordoni passanti (27 m; IV; sosta su albero e clessidra).
  2. Per gradini friabili (cl.) andare alla cengia sovrastante e spostarsi a destra del gran tetto nero che qui si presenta. Scalare un diedrino strapiombante (ch.) e uscire a destra del tetto che lo chiude (pianta), poi obliquare per cornice a sinistra fino alla nicchia di sosta nella parete gialla (25 m; da IV a VI; sosta su chiodo e 2 clessidre).
  3. Partire a sinistra della sosta nel bianco e poi portarsi a destra sullo splendido muro grigio a gocce e concrezioni (vari fix), dapprima facile, poi molto difficile e con passi obbligatori. Salire sulla stratta cornice al termine del muro e traversare a destra alla sosta (30 m; V+ e VII; sosta su 2 fix da collegare).
  4. Alzarsi dritti nel giallo (fix) fino alla radice del tetto e traversare a sinistra per lame (1 cl e 1 ch. precari) e placca tecnica (fix) uscendo in una nicchietta grigia in grande esposizione sul pilastro (15 m; VI sost.; sosta su 2 fix con cordone).
  5. Scalare la fessura sovrastante (1 cl.) molto atletica e uscire a sinistra su una rampetta sporca di terra e con pilastrini instabili (attenzione!) pervenendo ad un bel terrazzo in cima al pilastro (20 m; VI+ e V; sosta da attrezzare su albero).
  6. Proseguire dritti per cresta erbosa e friabile fino ad un grande terrazzo (20 m; IV; sosta su albero).
  7. Ancora dritti per canaletta tra enormi macigni fino alla grande cengia (20 m; IV; sosta su albero o a sinistra su fix, eventualmente unire i tiri).
  8. Traversare a destra per sentiero fino a quando diventa cengia. Salire a sinistra sulla cornice e traversare a destra ancora fino ad un albero con cordoni (50 m; facile; sosta su 2 fix da collegare).
  9. Innalzarsi sul muro giallo, inizialmente su belle prese (2 cl.) fin sotto un diedrino bianco che si scala direttamente (2 cl.) e se ne esce a sinistra per aggirare un tetto fino ad un altro diedro arancione. Scalarlo fino ad una nicchia (2 cl.) ed uscirne a destra su diedrino grigio atletico che porta al pulpito di sosta (30 m; VI sost.; sosta su fix e clessidra con cordone).
  10. Scalare il muro verticale sopra la sosta (cl.) e poi la rigola seguente fino ad entrare in una nicchia (2 ch. e 1 cl.). Uscire a sinistra con passaggio molto scomodo per entrare in una canaletta che va risalita interamente fino all'uscita sul prato sommitale (30 m; VI+ e VI; sosta da attrezzare su albero).
Discesa: andare a sinistra fino al margine del campetto dove si reperiscono le indicazioni e la traccia a bolli gialli che scende fino al parcheggio, ripassando per l'attacco (20 min.).

Soglio Bostel premiata forneria
Tracciato di Premiata Forneria

placca a gocce di premiata forneria
La placca a gocce del secondo tiro

tetto di premiata forneria
Traverso sotto al tetto

uscita di premiata forneria
Tiro di uscita



PARETE DELLA CICLABILE


Si tratta di una parete alta un'ottantina di metri che s'erge a ridosso della pista ciclabile che fiancheggia l'Astico, dopo Trattura. Di clima mite e roccia buona, adatta a quando il tempo è incerto o si è di fretta. Vi sono state tracciate due vie sportive.

Parete della ciclabile
La parete della ciclabile: in rosso La tela del ragno, in arancio la Chirotteri

LA TELA DEL RAGNO


La prima via aperta sulla parete, da di Moreno Camposilvan e Bruno Gemo nel 2017. Interamente attrezzata a fix, difficoltà sostenute e roccia ottima, tranne l'ultimo tiro.

Accesso: da Piovene Rocchette raggiungere Arsiero e proseguire in direzione di Trento fino a un gruppo di ristoranti presso un ponte pedonale (500 m prima di Pedescala). Parcheggiare presso di esso e attraversare il ponte imboccando a destra la pista ciclabile. Continuare oltre un torrente in secca fino a notare a destra un macigno con segnavia CAI. 20 m oltre il macigno una traccia a ometti porta dritta alla parete (20 min. dalla macchina). La via è quella a sinistra, contrassegnata da ometti.
  1. 20 m; 5c, chiodatura un po' lunga.
  2. 25 m; 6a e poi 5b; ancora chiodatura lunga.
  3. 10 m; 6c o A1, tiro scomodo per il secondo e molto intenso, in strapiombo.
  4. 10 m; 6a.
  5. 15 m; A0 o 7a, su roccia a lamette talvolta friabili, non facile da liberare. Sosta con libro dopo 10 m, altrimenti si può uscire dalla via a sinistra.
Discesa: se ci si ferma al libro con due calate in doppia facili e veloci si torna alla base. Altrimenti ci si fa strada verso destra nella vegetazione fino a scovare una traccetta che costeggia l'orlo della parete fino a dove si può scendere e riguadagnare la base.


I tiro su placca di La tela del ragno
Primo tiro

2 tiro di La tela del ragno
Secondo tiro

terzo tiro di La tela del Ragno
Terzo difficile tiro

Passo chiave di La tela del ragno
La liscia lastra che porta alla nicchia

Discesa lungo la parete

CHIROTTERI


Via breve aperta da Moreno Camposilvan e Bruno Gemo nel 2020 sul pilastro a destra della parete che forma una piccola torretta. Impegnativa e con chiodatura non sempre vicina, si svolge in compenso su roccia buona e in aperto spigolo. Ottimo combinarla con l'altra vicina "La tela del Ragno".

Accesso: da Piovene Rocchette raggiungere Arsiero e proseguire in direzione di Trento fino a un gruppo di ristoranti presso un ponte pedonale (500 m prima di Pedescala). Parcheggiare presso di esso e attraversare il ponte imboccando a destra la pista ciclabile. Continuare oltre un torrente in secca fino a notare a destra un macigno con segnavia CAI. 20 m oltre il macigno una traccia a ometti porta dritta alla parete (20 min. dalla macchina). La via è a destra della parete, proprio sullo strapiombo giallo alla base dello spigolo.
  1. 15 m; 6a+. Tiro brutale e con primo fix alto.
  2. 10 m; 6a poi 4c.
  3. 20 m; 5c.
  4. 15 m; 6a.
  5. Trasferimento alla base della parete successiva presso una fessura.
  6. 15 m; 5c+.
Discesa: in doppia lungo la via.

Primo spigolo di Chirotteri
Il primo difficile tiro

Traverso al secondo tiro di Chirotteri
Traverso al secondo tiro

Terzo tiro di Chirotteri
Terzo tiro

Quarto tiro di Chirotteri
Quarto tiro

Ultimo tiro di Chirotteri
Tra gli alberi c'è l'ultimo tiro

Cima del pilastro
Cima del pilastro


MONTE MAGGIO


Il gruppo del Monte Maggio è situato a nord di Posina, a dirimpetto del vasto massiccio del Pasubio e comprende diverse elevazioni boscose e bucoliche, poco frequentate e solitarie ma piacevoli per le escursioni. Il Monte Maggio è stato anche il teatro dimenticato di grandi spargimenti di sangue durante la Grande Guerra e vi si trovano infatti numerose opere militari, qualcuna in buono stato mentre altre ormai divorate dalla vegetazione. L'interesse arrampicatorio è concentrato sul lato di Posina, dove sono presenti dei torrioni rocciosi e recentemente riscoperti, su cui ancora sopravvivono imponenti opere di fortificazione, come la scala del "bruto buso".

CAMPANILE NICOLA E SOFIA: ETERNO RITORNO


Via sportiva aperta dal sottoscritto, assieme a Bruno e Moreno tra il 2019 e il 2020, poco prima dell'arrivo del Covid. Si tratta di un itinerario sportivo corto ma intenso, completamente attrezzato a fix, che sale la guglia più bassa delle torri di cima La Cuba, ex sede delle postazioni italiane in Val Posina. E' stata dedicata alla memoria di Nicola Tassoni (vedi racconto e storia della salita) e Sofia Miller. Per la ripetizione portare 12 rinvii e una serie di friend da 0.75 a 2.

Accesso: da Posina salire la strada del Passo Borcola fino a Contrà Griso dove si parcheggia prima del ponte che porta al paesello (stesso posto in discesa dal passo per chi viene da Trento). Traversare il ponte e raggiungere un sentiero nel bosco e poi girare a sinistra risalendo faticosamente il bosco ripido seguendo bolli gialli fino alla nicchia alla base della torre. Fix con cordino a destra.
  1. 15 m; 6c+ o 6b/A0. Placca liscia e di equilibrio sulle punte, poi traverso a sinistra.
  2. 20 m; 6b. Fessura atletica da integrare.
  3. 7 m; 5a. Traverso a sinistra fino allo spigolo.
  4. 25 m; 6a. Spigolo e nicchia strapiombante da superare.
  5. 30 m; 5c. Spigolo a risalti che porta alla spaziosa vetta.
Discesa: corde doppie lungo la via.

campanile nicola e sofia
Tracciato della via Eterno Ritorno

partenza di eterno ritorno
Primo tiro

fessura di eterno ritorno
Fessura del secondo tiro




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