VALSUGANA
Per descrivere nel dettaglio la Valsugana occorrerebbe un libro. Col tempo è diventata un po', solo un po' il mio regno, in quanto ho cominciato a frequentarla quando era completamente abbandonata e si ripetevano solo 2/3 vie di tutta la valle (che ne conta più di un centinaio). Con la pazienza mia, di Marco Bressanini e con l'opera di Ermes Bergamaschi e compagni sta ricominciando (poco per volta) a tornare a vivere. Alcune vie sono nella sezione "vie nuove e restauri", altre le elenco brevemente nel seguito.
L'alpinismo su roccia e ghiaccio è un'attività potenzialmente pericolosa, con rischi ANCHE MORTALI se non praticata con adeguata prudenza e cognizione di causa. Ciò che è descritto più avanti è frutto di considerazioni personali che non hanno alcun valore giuridico, morale, educativo, SI DECLINA OGNI RESPONSABILITA' dell'uso che ne venga fatto. Chi decidesse di intraprendere l'alpinismo lo fa a proprio rischio e pericolo ed è comunque tenuto a rivolgersi a personale qualificato. Gli itinerari descritti sono tra l'altro soggetti a modifiche causate dall'ambiente di cui NESSUNO, nella qui presente disamina, è tenuto in alcun modo a risponderne. Le informazioni qui hanno solo fine illustrativo e NON sono esenti da errori.
Indice
COL MOLTON
E' la grande parete che sorge appena dietro al paese di Cismon, ospita la prima via ufficiale della Valsugana: la Zonta-Gnoato-Bertan, via bellissima e su roccia eccellente. Accesso comodissimo, pochi minuti dal parcheggio al bar Pescatore, rientro veloce.
VIA ZONTA-GNOATO-BERTAN
Tolta la via sulla dirimpettaia parete di Collicello, aperta da Ottorino Faccio nel 1936 e un tentativo sulla medesima nel 1962, questa è la prima via della Valsugana, aperta in due riprese tra il 1968 e il 1970 dai tre suddetti con un gran lavoro di chiodi a pressione, cunei e staffe su strapiombi. Via riattrezzata da Ermes Bergamaschi nel 2013 con l'aggiunta di fix lungo i tiri e soste di calata (vedi il racconto della salita).
Accesso: il bar "il Pescatore" (o ristorante Val Goccia) è il primo che si incontra provenendo da Bassano entrando a Cismon (seconda uscita Cismon venendo da Trento). Parcheggiando lì si percorre la strada che va in paese fino ad una stazione con antenne, si passa il ponte sul rio Goccia e si svolta a destra fino ad una radura. Salire le ghiaie a destra per raggiungere la base della parete dove una traccia porta al ben visibile camino d'attacco con bolli gialli (10 min.).
- Salire il camino all'inizio molto sporco di terra e di erba, poi più pulito e verticale (fix e chiodi) ed affrontare poi una seconda strozzatura con massi incastrati per raggiungere la rampa erbosa che porta ad un forcellino con la comoda sosta (45 m; V e V+; chiodatura un po' distanziata).
- Scalare direttamente la placca sovrastante con numersi fix e chiodi a pressione e roccia compattissima fino alla cornice di sosta, scomoda (25 m; VI e A1 o VII; passi obbligati tra i fix).
- Ancora in verticale lungo la placca atletica con fix e chiodi a pressione fino ad una fessura a lame sulla sinistra che va scalata per raggiungere la cengia di sosta (30 m; VI e A1 o VII, V lungo la fessura da proteggere a friend).
- Traversare a destra e salire il caminetto per sostare sotto il grande strapiombo poco oltre (15 m; V).
- Attaccare direttamente lo strapiombo a tetto con fix e molti chiodi normali (A1) e poi uscire a destra su un nasetto affrontando un diedro strapiombante molto impegnativo con protezioni aleatorie e difficoltà obbligata (VI) fino alla stretta cengia di sosta (25 m; VI e A1 o VIII+ il tetto e poi VII; fix integrati da chiodatura originale, cunei inclusi).
- Vincere il pilastrino sopra la sosta, strapiombante, e poi il diedro, sempre strapiombante e non del tutto azzerabile (friend) fino ad una zona grigia e più verticale dove le difficoltà calano. Sosta su un gradino molto scomoda (25 m; VI e A2 o VII+; tiro chiave, molto faticoso e difficile, chiodatura lunga).
- Continuare lungo la fessura del diedro che si apre a camino e uscire a sinistra fino alla comoda cengetta di sosta (15 m; V; ch. e fix).
- Direttamente lungo la verticale fessura sopra la sosta con chiodi a pressione e poi per il camino seguente, sporco ma più facile, raggiungere così il prato sommitale (25 m; V+; vari chiodi).
GUSELA DI VAL GOCCIA
PAOLO DE TUONI
- Percorrere la cengia a destra e aggirare a destra una lama, salire per 2 m il diedro verticale e traversare in placca a sinistra, poi verticalmente fino ad una cornice che riporta al diedro, dopo una lama si perviene al comodo pulpito di sosta (30 m; IV+; sosta su catena di calata).
- Vincere la difficile placchetta sopra la sosta (2 m, VI+), poi verso destra ad uno strapiombo che si vince facilmente un po' a sinistra e ancora per placca erbosa ad una cornice che si segue a destra al terrazzo di sosta (20 m; IV+, 1 pp. VI+; sosta su catena di calata).
- Scalare il diedro a destra (difficile e friabile) e poi traversare in obliquo a sinistra per una decina di metri fino a doppiare uno spigolo, stare bassi e obliquare a sinistra fino alla sosta (30 m; V poi IV/IV+ erboso ma di ottima roccia).
- Traversare a destra e riattraversare lo spigolo stando alti (molta erba e terra), scendere un poco e traversare a destra fino ad un diedro (delicato per le zolle d'erba) che va scalato per giungere in sosta (25 m; IV e pp. V-, sosta su catena di calata).
- Traversare a sinistra per pendio erboso e scalare al centro il colatoio erboso non difficile (2 fix un po' nascosti) per raggiungere la comoda sosta alla base del grande diedro (20 m, sosta su fix e cordone).
- Salire la fessura friabile a sinistra fino all'albero con rovi, affrontare la sprotetta placca a destra (pericoloso ma non difficile) e rientrare nel diedro che ora diviene camino; superare vari strapiombi ed uscire a sinistra sullo stretto terrazzo di sosta (35 m; V+ fino all'albero, poi V sostenuto; sosta su catena e libro di via).
- Spostarsi a destra ed affrontare la placca dapprima adagiata e con appigli (VI) poi in artificiale dove essa si raddrizza ma con ancoraggi distanziati (A2 o VII+ continuo) fino alla crestina sommitale, sostare a sinistra sotto la croce (45 m; A2 o 6c [VII+] continuo e con appigli da saggiare; sosta su cordone sotto la croce, stretta).
VIAGGIO IMPERMANENTE
- Issarsi sull'alberello e proseguire per placca verticale portandosi a sinistra in diedro un po' giallastro e salire sulla cengia di sosta. 15 m; 6a.
- Obliquare un paio di metri a destra per erba e poi scalare la placca molto tecnica e con roccia un po' friabile al centro sbucando su un pendio erboso (corda). Salire fino alla cengia sotto strapiombi. 25 m; 6a+.
- Traversare 2 m a destra e vincere lo strapiombo molto tecnico e la seguente placchetta, poi dopo una balza erbosa (corda) continuare per muro concavo impegnativo. 30 m; 6b.
- Tiro chiave: traversare a destra per aggirare un grande pilastro e portarsi sotto una placca molto liscia e molto difficile che va risalita, facendo attenzione all'uscita un po' friabile. 25 m; 6c+.
- Continuare in verticale per uno strapiombo faticoso e poi per un caminetto aggettante con passaggi da capire. 20 m; 6b+.
- Seguire la facile cresta fino alla sosta sotto la cuspide, con libro di via. 10 m; 4a.
- Scalare verticalmente tutta la grande placca romboidale della cuspide spostandosi un po' a destra verso la fine. Conviene evitare di spostarsi a sinistra e salire direttamente alla croce (roccia rotta) ma uscire direttamente in cresta e poi raggiungere la sosta. 40 m; 6b+.
COVOLO DI BUTISTONE
DIEDRO DEI GAROFANI
- Superare il primo pilastrino (5b) e a un chiodo con cordino girare a sinistra e scalare la fessura verticale fino al terrazzo di sosta. 40 m; 5b e 5c.
- Continuare lungo la fessura del diedro ora strapiombante fino alla sosta spostata a sinistra. 25 m; 6a continuo.
- Ritornare nel diedro e scalare la fessura strapiombante che ora si allarga con passo molto faticoso (A1 o 6b+) poi sempre nel diedro atletico raggiungere la sosta sulla destra. 20 m; 6a e 6b+.
- Per placca appoggiata raggiungere un nuovo strapiombo da cui si esce a sinistra e per la fessura del diedro si supera un'altra pancia difficile per arrivare al terrazzo sotto l'ultima parete. 30 m; fino al 6a+, chiodatura un po' lunga.
- Ancora lungo una fessura sopra la sosta e per gradoni erbosi sbucare in cima alla parete. 30 m; 5a.
FALESIA DEL FORTE
NICO E NICO
- Salire il muro in artificiale e superare il tettino per raggiungere la sosta sulla cornice. 15 m; A1.
- Superare il seguente tetto con passi lunghi e chiodatura mista, piegare poi a sinistra per un vago diedro strapiombante e uscire con difficoltà su un terrazzo erboso. 20 m; A2.
- In verticale lungo la grande placca centrale fino alla sosta su cornice in comune con la Marcolin. 40 m; A1.
- Dritti per placca fin sotto al grande tetto quadrato che si supera nel punto più sporgente, poi per spigolo erboso raggiungere la cengia di sosta. 40 m; A1 e A2.
- Superare il muro verticale sopra la sosta con passi in libera fino ad un'altra cengia. 30 m; V e A1.
- Dopo un ultimo muretto uscire sul pendio boscoso e raggiungere la cima della parete. 30 m; A1 e III.
MATTEO MARCOLIN
- Dopo un muro iniziale molto liscio si scala un diedrino che termina su una cengetta sotto grandi soffitti. 15 m; 6b+ o A2 e 4a.
- Spostarsi a destra e seguire la fessura a S che dapprima piega a sinistra fin sotto un grande tetto, poi consente di traversare a destra ad una sosta scomoda fuori dai grandi soffitti. 10 m; 6a o A1.
- Vincere la placca sovrastante piegando a sinistra fino all'incrocio con le Traversate e piegare a destra fino ad un grande terrazzo alla base delle grandi placche. 15 m; 6b+ o A1.
- Salire in verticale per roccia gialla friabile e poi per una placca nera molto levigata, piegando a destra alla fine per evitare uno strapiombo e sostare in comune con Nico e Nico. 35 m; A1.
- Alzarsi sui primi chiodi di Nico e Nico e poi piegare in obliquo a sinistra su una bella placca grigia con minuscole tacche per sostare scomodamente in un diedro a sinistra del grande tetto. 30 m; 7a o A2.
- Salire il diedro che poco dopo si abbatte e raggiungere la sosta in comune con Nico e Nico che proviene dal tetto. 20 m; A1 e 4a.
- Salire il muro verticale sovrastante con passi in libera fino ad un boschetto sotto un ultimo muro. 30 m; A1 e 3c.
- Vincere l'ultimo muro e salire per erba ripida fino alla sommità della parete. 20 m; A1 e 3c.
ROBERTA DALLE FESTE
- Si può partire sia in libera che in artificiale, salendo una placca fino al tetto (VI o A1), lo si supera direttamente con un passo lungo all'uscita e si procede lungo la placca molto liscia fino alla stretta nicchia di sosta su cengetta. 20 m; VI o A1 e A2.
- Spostarsi un po' a destra e salire un grigio rigonfiamento in artificiale, obliquando poi a sinistra e superando uno scalino con chiodo lontano, dunque salire in una piccola marmitta dove si sosta. 10 m; A1 e 1pp. V+.
- Alzarsi in obliquo a destra seguendo i chiodi e rimontare lo spigolo molto arrotondato che contorna la grande marmitta della parete con alcuni passi molto lunghi fino alla scomoda sosta appesa. 20 m; A1.
- Traversare a sinistra su una lama un po' friabile (occhio a non scaricare sassi) fino a un boschetto molto fitto (vecchia sosta). Qui probabilmente la via originale saliva un po' a destra per una rampetta appoggiata, molto sporca. Conviene invece continuare a traversare nella fitta vegetazione a sinistra per qualche metro e raggiungere un comodo terrazzo in comune con le Traversate e sostare. 15 m; IV+.
- Non seguire il diedro ma la variante a fix più bassa a destra che sale il filo del pilastrino panciuto e porta ad una stretta sosta sulla sommità dello stesso, su enorme spit e resinato (bolli gialli); eventualmente concatenabile col precedente gestendo gli attriti. 10 m; VI e V (si può seguire anche il diedro delle Traversate, VI+).
- Salire un dritti lungo lo spigoletto liscio e strapiombante, con passi lunghi e uscita in cengia da capire. Sosta su cornice, comoda. 10 m; A2 e V+.
- Continuare per bella placca verticale fin sotto una fascia friabile; piegare a sinistra e salire una balza fino a piegare a destra ad una marmitta superficiale di sosta, sotto un diedro rovescio. 15 m; A2 e V.
- Vincere tutto il bel diedro rovescio, fortemente strapiombante e con uscita su lama faticosa e di ragionamento, poi piegare a destra alla sosta su bel terrazzo in comune con le Traversate. 15 m; A2.
- Alzarsi sopra la sosta fino a prendere una bella lama con cui si obliqua a sinistra oltre un albero in una grande svasatura a guisa di diedro. Si sosta a sinistra presso degli alberelli, sotto un muro fessurato. 20 m; V+ e VI+.
- Salire la placca fessurata sopra la sosta obliquando a destra per giungere sotto un muro biancastro con segni giallo-rossi. Scalare anche l'ultima fessurina e raggiungere il bosco sommitale dove si sosta su alberi con cordone. 20 m; VI.
PARETE DI SAN VITO D'ARSIE'
VIA EUGENIO BATTAGLIA
- Superare 5 m in libera su buoni appigli e poi proseguire in artificiale in obliquo a destra fino al comodo terrazzo di sosta (15 m; 5a e A1 o 6c+ in libera).
- Salire il gradone sopra la sosta e mantenersi al centro della levigata placca (5a) per raggiungere un terrazzino da cui si traversa a sinistra fin sotto una fila di chiodi che si seguono in artificiale fino alla stretta sosta sopra l'albero (25 m; 5a e A1 o 6b+ in libera).
- Salire la placca sovrastante fino ad un vago diedro con due chiodi ravvicinati da cui si prosegue in libera lungo solide lame per raggiungere il boschetto soprastante. Sfruttare la sosta sopra la placca (20 m; A1 e 4b o 6b in libera; sosta su fix e cordone).
- Spostarsi a destra per lame un po' erbose e vincere una vaga fessura in artificiale (A2, chiodi molto distanziati) fino ad una lama che va seguita in stupenda arrampicata libera fino alla comoda sosta (25 m; A2 e 4c o 6a in libera; varie possibilità di sosta su fix e cl. o alberi).
- Tiro di trasferimento: salire dritti nel bosco per raggiungere il muro terminale e traversare a destra fin sotto uno spigolo strapiombante (40 m; varie possibilità di sosta).
- Salire direttamente i primi salti verticali fino sotto allo spigolo strapiombante, spostarsi verso sinistra ad un diedro strapiombante e salirlo direttamente superando lo strapiombo che lo chiude sulla destra (molto faticoso, 5a e A2); quindi per placche verticali si guadagna l'uscita (30 m; 5a e A2 o 6a+; sosta su alberi).
PARETE FREDDA
NOSTALGIA DEI ROSSI TRAMONTI
- Percorrere verso sinistra tutto il soffitto della grotta con fix distanziati, poi risalire il muro (attenzione ai chiodi vecchi) fino ala sosta alla base del tetto successivo. 35 m; A2.
- Superare il tetto e la placca successiva e salire sul terrazzino di sosta. 8 m; A2.
- Obliquare a destra su placca e vincere un ultimo piccolo tettino fino alla sosta di calata posta sullo spigolo della parete. 15 m; A1.
VIA JOLANDA FURIOSA
- Superare la volta del cavernone rossastro verso destra e poi salire dritti in placca. Traversare brevemente a destra fino al terrazzino di sosta. 45 m; A1.
- Proseguire lungo placche compatte (con 1 passo lungo, eventualmente gancio) fino alla base di un diedro grigio. 30 m; A1.
- Continuare sullo spigolo a destra del gran diedro e uscire in cima alla parete sostando su alberi. 30 m; A1.
VIA DEL GIAZZ
- Salire verticalmente aggirando a sinistra uno strapiombo e immettendosi in un canale fin sotto uno strapiombo marcio che si supera per la fessura a destra e montare in sosta. 30 m; 5a.
- Traversare a sinistra con un tratto su roccia molto friabile e poi risalire alla piazzola sovrastante. Proseguire per il diedro successivo fino alla scomoda sosta. 20 m; 4c.
- Superare un difficile passaggio sopra la sosta e superare il successivo diedro uscendo a destra al tetto che lo chiude, traversare a destra fino alla sosta. 25 m; 5b e 4a.
- Dritti per belle lame e poi traversare sotto gli strapiombi a destra fino ad un diedro liscio e verticale che si supera. Allo strapiombo finale traversare a destra e superarlo nel punto più debole per uscire dalla parete. 35 m; 5b, sosta su albero.
DELINQUENZA MINORILE
- Attaccare un po' a destra su un albero per montare su una cengetta che si segue a sinistra fino alla nicchia (cl.). Obliquare a sinistra e vincere una difficile placca e poi un tettino (2 ch., A0 o VII) per montare su una cengetta. Traversare poco a sinistra (ch. a sinistra) e salire un diedrino che porta dritto al terrazzo di sosta (ch. con cordino, uscita scorbutica, V) con 2 ch. distanti da collegare. 20 m.
- Salire tutto il magnifico diedro verticale e atletico (ch. e pianta) uscendo poi su gradoni e sostando su una robusta pianta con cordone. 20 m; V+.
- Portarsi sotto lo strapiombo e traversare a sinistra uscendo sullo spigolo con un brutto passaggio erboso (A0, ch. con cordino). Percorrere poi il bel diedro seguente (IV+) e uscire su cengia alberata a sinistra dove si sosta su albero. 25 m.
- Traversare per 6 m a destra lungo una cornice fino ad una possibile sosta con chiodo e carpino, molto aerea, traversare ancora a destra e salire un gradone con buoni appigli per poi obliquare a sinistra lungo lo spigolo della torre fino ad una placca (2 ch., V) che va superata per raggiungere un tettino. Vincerlo direttamente (ch. con fettuccia, A0 o VII) e pervenire all'ampio terrazzo di sosta su alberi. Variante consigliata nostra: dalla sosta non traversare al carpino ma salire direttamente una svasatura e superare a destra lo strapiombo sovrastante per montare sulla cengetta sottostante la placca sopracitata (lasciati 2 ch., VI+ o A0). 25 m.
- Dal culmine della terrazza salire il diedro fino al termine e poi a destra per rocce facili alla cima della torre. 20 m; IV+.
FAUSTO CONEDERA "BRACCO"
- Alzarsi su un gradone e traversare 2 m a sinistra, poi proseguire verticalmente per roccia stratificata e con passi atletici fino alla cengetta di sosta. 25 m; 6a.
- Dritti sopra la sosta vincendo due strapiombi e poi obliquando a sinistra su splendida placca a gocce per aggirare un tettino e salire poi in obliquo a destra fino alla larga cengia di sosta. 25 m; 6b.
- Tiro chiave: salire un diedrino e poi spostarsi sulla placca a destra che, dopo qualche metro, presenta delle concrezioni lisce e strapiombanti. Continuare sulla placca vincendo un tettino direttamente e arrivare sotto un altro tetto, sotto cui si traversa a sinistra e si sale direttamente alla sosta col carpino legato. 30 m; 6a/A1, passi fino a 7a/A0.
- Vincere un gradone molto tecnico e sostare sulla cengia seguente. 10 m; 6a+.
- Andare a sinistra in una svasatura e raggiungere un grande strapiombo. Traversare a destra e vincere direttamente il forte bombè e la successiva placca per arrivare in cima allo spallone. Sostare a sinistra. 20 m; 6b+.
- Traversare il bosco fino all'ultima torre. 20 m.
- Salire direttamente la placca finale con vari strapiombini e raggiungere la vetta. 20 m; 6b.
MONTE PUBEL
IL MONDO PARALLELO DI AKI
- Partire su rocce appoggiate e poi dritti per placca gialla lavorata, superando un tettino e traversando a destra su cornice. 15 m; 6b e 6a.
- Traversare a destra facilmente per cornice e alzarsi fino al tetto che si evita a destra, poi attraversare a sinistra su blocchi malsicuri alla sosta. 12 m; 5c e 1pp. 6a.
- Salire dritti per la bellissima lama e poi per il muro bianco a svasi piegando a destra alla sosta (occhio a un blocco instabile sotto un fix). 15 m; 5b /A1 o 7a+.
- Alzarsi dritti sopra la sosta per muro verticale a svasi, poi piegare a sinistra ad una sosta; ignorarla e proseguire prima su per un gradone e poi traversando a sinistra (marcio! A0) fino alla sosta sotto un tetto. 20 m; 6a+ e vari passi in A0 (o 7a).
- Vincere il tetto a sinistra e obliquare a destra su roccia grigia e atletica per uscire sulla grande cengia a metà parete. 15 m; 6b.
- Traversare a destra ignorando una sosta e salire il bellissimo diedro con strapiombo iniziale che porta ad un'altra cengia. 20 m; 6a+ e 5c.
- Scalare le pance sovrastanti e uscire in libera a sinistra su cornice erbosa. 10 m; A1 e 5b.
- Dritti sul muretto strapiombante sopra la sosta e obliquare a destra in una canaletta superando un passaggio fastidioso per l'erba. 10 m; 6b+ e 6a.
- La via originale forza delle pance a sinistra con molto A0. Conviene uscire dritti per la variante "i cachi di Aki", una brutta forzatura su placca per evitare un semplice canaletto erboso ma che permette di raggiungere il bosco in sveltezza. 10 m; 6b.
MONTE CAINA
PER QUALCHE RIVETTO IN PIU'
- Scalare tutto il lungo diedro (diedro Burlini)e saltando la sosta intermedia con diversi passaggi su friend e rivetti fino ad una vecchia catena. Scalare la fessura a sinistra e uscire su un comodo pulpito. 40 m; A2, sosta su fix con cordone.
- Spostarsi a destra oltre lo spigolo e vincere una placchetta (Pilastro Braga, 2 friend o cliff) per guadagnare una rampa detritica che si segue a destra fino a un caminetto, oltre il quale si sosta su cengia. 25 m; A2 poi II/III, sosta su fix.
- Traversare brevemente a destra (traverso Bonardi) su chiodi a pressione e rivetti. 6 m; A1, sosta su fix.
- Scalare la liscia placca sovrastante (placca Gaibotti) su rivetti e superare un disagevole tratto vegetato e friabile (corda) per raggiungere il bosco. 30 m; A1, sosta su alberi.
- Trasferimento. Seguire la traccia verso destra verso una galleria dove si incrocia il sentiero Chemin che va seguito ancora qualche passo fino sotto una placca liscia. A destra della placca si vedono dei fix in un diedro strapiombante. 70 m.
- Scalare il diedro strapiombante (diedro Gallinaro) su rivetti, fix e friend fino a un gradino di sosta. 15 m; A1+, sosta su due fix.
- Spostarsi a destra e superare la placca (placca Filippi) su rivetti e 1 passo su gancio uscendo su una cengia boscosa molto rotta e detritica, sostando alla base di una placca appoggiata. 15 m; A1+, sosta su fix con cordone, libro di via.
IL VECIO, IL BOCIA E IL FRANCO
- 3 Bird Beak di cui 1 grande (3) e 2 medi (2);
- 4 Grappling Hook BD, 1 Talon BD, 1 Hook Goutte d'Eau Petzl (rosso);
- 1 serie di friend da 0.2 a 4, eventualmente raddoppiando le misure medie;
- Dadi per strozzare i rivetti;
- 1 serie di Ballnut;
- Alien usati ma non indispensabili;
- Martello e staffe.
- Placche della Sicuressa: issarsi sull'albero e scalare la placca verticale rigata da una crepa da cui sbucano 2 chiodi. Dove finisce uscire un po' a destra e poi portarsi a sinistra al terrazzino di sosta sullo spigolo (12 m; A4, Beaks, friend e 1 hook; sosta su fix).
- Obliquare a destra seguendo la marcata fessura che in alto diviene una serie di misere crepe (saggiare la roccia) e montare su una stretta cengetta (20 m; A2; hook e friend; sosta su fix).
- Traverso del Brivido: traversare orizzontalmente verso destra per placche lisce fino all'angolo del diedro. Traversare ancora a destra oltre lo spigolo e sostare in una comoda conchetta (15 m; A4; hook, friend e ballnut; sosta su fix).
PARETE DI COLLICELLO
GLI EROI DI CHERNOBYL
- Alzarsi lungo il diedro verticale e atletico (ch. pr. e fix) e, dove questo si adagia a sinistra e si inerba, superare la placchetta verso destra e salire alla stretta sosta (30 m; sosta su 2 fix).
- Traversare a sinistra ad un diedro svaso e arrampicare la faccia liscia di sinistra fino ad uno strapiombo (ch. pr.). Traversare 2 m a sinistra e salire per rocce più articolate ma un po’ rotte verso la stretta cornice di sosta (25 m; sosta su 2 fix).
- Le “torrette”: alzarsi dritti sopra la sosta su un gradone (ch. pr.), poi per parete strapiombante e successivamente stare un po’ a destra dei chiodi in un diedro biancastro (ch. pr. e fix) per salire sulla prima torre. Vincere direttamente lo strapiombo liscio sovrastante della seconda torre e raggiungere il gradino di sosta (25 m; sosta su 2 fix).
- In verticale per placca articolata ma solida (ch. pr.) che si trasforma in cresta e va a morire contro la parete principale su una comoda cengetta (20 m; sosta su fix; tiro esposto alle scariche dall’alto).
- La “passeggiata”: traversare a sinistra per cornicetta e poi per placca (ch. pr.) entrando un una comoda conca al riparo di grandi strapiombi (15 m; sosta su fix).
- Traversare ancora a sinistra aggirando uno spigolo arrotondato (ch. pr.) e obliquare verso sinistra a una nicchia sotto una parete strapiombante (20 m; sosta su 2 fix).
- La “carta da musica”: alzarsi lungo la parete strapiombante formata da vari tettini, prima in artificiale (ch. pr.) e poi in libera (ch. e fix) piegando a sinistra su una lista che adduce ad una comoda e morbida cengia, la “foresta rossa” (30 m; sosta su 2 fix). Qui termina la prima parte della via e inizia il Grande Pilastro. Nota: verso sinistra sulla cengia si entra in un boschetto che offre un comodo posto da bivacco, appena oltre un canale di scolo. Continuando a sinistra sulla cengia è possibile uscire dalla parete ma è pericoloso per il terreno mobile e le scariche di sassi.
- Dalla cengia obliquare un po’ a sinistra seguendo la roccia ripulita e scalare un paio di alti gradoni (ch. e ch. pr.) fino a un terrazzino sotto un diedro. Continuare nel diedro verticale (ch. pr.) entrando in una stretta nicchia (30 m; sosta su chiodo e 2 chiodi a pressione da collegare).
- Continuare lungo il diedro che si chiude a volta, vincere lo strapiombo e proseguire su placca adagiata alla cornice di sosta (30 m; sosta su 2 fix).
- A sinistra attaccare il doccione strapiombante per evitare un pendio di erba ripida (ch. pr.) e montare su un terrazzo. Obliquare a sinistra per gradoni ed entrare in un’altra stretta nicchia sotto una lama triangolare (15 m; sosta su fix e chiodo alto).
- Innalzarsi sulla lama di destra fino alla sommità e proseguire per una svasatura strapiombante e bucherellata (ch. pr.) fino a quando la roccia diviene rotta. Traversare a destra su placca liscia (ch. “traversino”) e sostare in una scomoda nicchia (20 m; sosta su 2 chiodi a pressione e 1 chiodi da collegare).
- Proseguire nella svasatura sovrastante e poi attaccare la liscia placca di destra, superando 2 tettini (molti ch. pr.), poi traversare a decisamente a sinistra per arrivare a un terrazzo sotto un grande diedro (30 m; sosta su 2 fix).
- Scalare il diedro fino a dove diventa giallo e uscire a sinistra sullo spigolo che si segue (ch. pr.) fino ad una cengetta inclinata con alberello, culmine del Grande Pilastro (30 m; sosta su 2 fix). Qui termina la seconda parte della via.
- Alzarsi direttamente sulla placca del grande “Specchio” grigio per una rigola (ch. e ch. pr.) sostando in piena parete su una lieve sporgenza (30 m; sosta su 2 fix).
- Obliquare a sinistra per una rigola e poi per fessurine nel centro della grande placca (ch. e ch. pr.) portandosi sopra i grandi strapiombi del centro della parete quindi traversare orizzontalmente a sinistra per 15 m portandosi a ridosso della grande fascia stratificata del “Piccolo Cengio” su un gradino molto stretto (60 m; sosta su 2 fix).
- Continuare direttamente sulla placca liscia (ch. pr.) portandosi sotto gli strapiombi stratificati che si vincono lungo una svasatura aggettante (ch. e ch. pr.) per poi approdare a una comoda cengia erbosa (50 m; sosta su 2 fix).
- Traversare a sinistra lungo la cengia (ch. pr.) e dove si interrompe scendere qualche metro per poi risalire una breve svasatura (ch. pr.) sostando in una grande nicchia detta “Hotel Collicello”, buon posto da bivacco (30 m; sosta su 2 fix).
- Affrontare la volta della nicchia sfruttando delle lame (ch.) e per diedro verticale sempre a lame pervenire a un terrazzino inclinato e fangoso (ch.). Traversare a sinistra portandosi sotto un altro lungo diedro e sostare (25 m; sosta su 2 fix).
- Scalare tutto il lungo diedro di roccia compatta (ch.) evitando a sinistra uno strapiombo e pervenendo ad un altro terrazzino erboso dove si sosta (30 m; sosta su 2 fix).
- Continuare lungo un terzo diedro, appoggiato e gradinato (ch.) che adduce alla ben visibile cengia del Rosso Ammonitico dove termina anche il Piccolo Cengio. Questa lunghezza ha richiesto un lungo lavoro di disgaggio dai macigni pericolanti; roccia buona ma da saggiare (25 m; sosta su 2 fix).
- Traversare a sinistra lungo la cengetta terrosa e friabile (fix) e superare un breve tratto a carponi (roccia rotta) prima della nicchia di sosta (15 m; sosta su 2 fix).
- Obliquare a sinistra per il muro di arenaria rossastro ricco di appigli (ch. pr.) portandosi in un piccolo colatoio. Arrampicare alla sua destra (ch.) per gradoni e poi affrontare un breve diedro dalle pareti lisce (ch. pr.) per salire sulla cengia di sosta (25 m; sosta su 2 fix).
- Tiro molto marcio: entrare nel primo camino e scalarlo nel fondo dove la roccia si presenta compatta, facendo molta attenzione a ciò che si tocca (la parete destra è solida) e, dove si apre a imbuto su un macereto, attaccare una fessura strapiombante a destra (ch. pr. e fix, roccia rotta) salendo su un pulpito alla base del grande camino finale (30 m; sosta su 2 fix; prestare molta attenzione anche in sosta a non scaricare sassi).
- Il “camino di Cismòn”: entrare nel grande camino e, quasi al fondo, cominciare a risalirlo facendo attenzione a qualche lama rotta sulla parete sinistra (ch. pr. e fix sulla parete destra, molto compatta) fino al soffitto che lo chiude, da cui si esce per cengetta a sinistra e sostando su terrazzino appena oltre lo spigolo (40 m; sosta su fix e ch.; esposizione impressionante).
- Scalare la breve paretina strapiombante sovrastante uscendo con disagio su erba (ch. pr.) e terra e sostare in una bella nicchia gialla “un posto al sole”, fuori dalla parete (10 m; sosta su 2 fix e libro di via).
- Proseguire verso Valgoda, attraversare la galleria e giungere nella piccola località. Il sentiero di discesa comincia presso le case poste prima della chiesetta di Valgoda (pannello), scendendo a sinistra al limite dei prati e reperendo le indicazioni per Costa. Lungo il tragitto si trova la deviazione per Barbamarco ma il sentiero è dismesso e in qualche punto facile da perdere, meglio attenersi a quello principale. Da Costa poi si percorre la strada fino a Collicello (2,30 ore circa).
- Andare a destra e seguire le indicazioni per Enego (il sentiero accorcia un poco la strada asfalto) e poi percorrere via Coste di Qua fino all’intersezione con via Murialdo dove si devia a destra e si cercano le indicazioni per il Cornale e il Forte Tombion. Dapprima si scende per bosco lungo il sentiero 791B e poi ci si congiunge col il sentiero 791, detto della Piovega di Sotto che scende diretto al ristorante Cornale, donde poi, per strada asfalto, si rientra a Collicello (3 ore circa).
CIME DI RAVA
TORRE DI FIORENERO - SPIGOLO
- Attaccare un po' a sinistra su una lama e placca (passaggio strano) spostandosi a sinistra nel camino umido. Risalirlo brevemente e poi scalare la doppia fessura fino alla sosta. 15 m; 5b/A0 o 6a.
- Tiro chiodato male: affrontare il diedro molto sporco sopra la sosta con passo d'uscita di forza bruta sotto un alberello (fix a sinistra inutile) e montare su un terrazzo; proseguire in un altro diedrino che adduce ad un primo pulpito e sostare sotto un grande pilastro rossiccio. 20 m; 6a, friend grossi.
- Aggirare il pilastro a sinistra e attaccare la parete sinistra del grande camino con passo non facile e sostare sul grande masso incastrato. 10 m; A0 (sporco) e 3c.
- Tiro chiave: traversare a sinistra per lame in pieno strapiombo e raggiungere un pilastrino fessurato che si sfrutta per risalire il filo dello spigolo, verticalissimo e con passi particolarmente duri e poco intuitivi, uscendo su bel pulpito panoramico. 20 m; 6b/A0 o 6b+/6c.
- Trasferimento lungo la facile cresta piana fin sotto un altro risalto verticale. 10 m.
- Traversare a sinistra vincendo un tettino ostico, poi per bellissima placca obliquare a sinistra allo spigolo che si segue fino alla stretta sosta. 15 m; 6a+, 1pp 6c o A0.
- Per placche inclinate molto sporche superare due risalti: il primo diretto e il secondo a destra, sostando sulla cresta in mezzo a dei grandi macigni. 15 m; 6a (sporco).
- Tiro assassino: continuare lungo la cresta a grandi blocchi fin sotto l'ultimo risalto e attaccare una fessura svasata alla sua destra (2 fix), poi insistere in una fessura verticale interamente da proteggere a friend (ostico) per sbucare direttamente sulla stretta vetta. 30 m; 6b.
PALA DEI VENEZIANI
SPIGOLO OVEST
- Attaccare a destra dello spigolo per gradoni (cl. e ch.) tendendo sempre verso sinistra restando presso il filo. Giunti ad uno strapiombo biancastro (cl. con cordone) alzarsi un po' verso destra per roccia verticale e poi traversare a sinistra nuovamente al filo per trovare la stretta sosta proprio sopra la ferrata (25 m; IV+; sosta su ch. e cl.).
- Continuare lungo il filo dello spigolo per gradoni ben appigliati (cl.) fino ad un risalto strapiombante che va superato direttamente (cl.). Proseguire qualche metro ancora lungo il filo per raggiungere l'ampia sosta (25 m; IV e 1 pp. V-; sosta su 2 cl. e 1 ch.).
- Ancora lungo il filo dello spigolo, adagiato ma molto aereo che deposita dritto sul terrazzo di sosta sotto un doccione strapiombante (25 m; III+ e 1 pp. IV+; sosta su 3 ch.).
- Attaccare la parete evitando lo strapiombo un po' a destra (ch.) e poi traversare nettamente a sinistra su parete strapiombante e faticosa (diversi ch.) innalzandosi per un diedrino e salendo direttamente alla sosta (20 m; VI; sosta su 2 fix).
- Salire la rampetta a sinistra e poi per facili gradoni arrivare sulla cresta terminale (15 m; IV).
VIA DEI GRANSI
- Alzarsi con passo atletico sul primo gradone seguendo un po' lo spigolo della rampa e poi la scanalatura stessa (ch. rossi e cordoni, no fix) fino al terrazzo posto sotto un tetto arcuato (sosta possibile). Alzarsi sugli spuntoni a destra e affrontare di petto la placca difficile che porta direttamente alla sosta giusta (35 m; IV, III e 1 pp. V; sosta su fix rossi).
- Proseguire verticalmente sfruttando la fessura a sinistra (ch. e cl. un po' a destra) che parte dapprima facile e poi diventa sempre più verticale e si trasforma in diedro, con passaggi fisici su roccia squadrata (V+, vari ch. rossi). Dove il diedro si chiude sotto una grande nicchia, uscire a sinistra in placca (VI, ch. con cord.) e affrontare il seguente strapiombo fessurato (2 ch.) per montare sul terrazzo di sosta (25 m; da IV a VI+; sosta su fix rossi).
- Spostarsi a sinistra e affrontare di petto la placchetta con spuntoni (cl. con cordone e ch. rosso), passare alla parete successiva e poi nella rampa-diedro (ch. rossi) che conduce rapidamente alla sosta (20 m; IV+; sosta su fix con catena).
- Continuare nel diedro fessura sovrastante che al centro presenta una placca liscia e atletica (vari ch. rossi). Dove esso termina su terrazza erbosa, non fermarsi ma proseguire per balze fino alla vetta della Pala (ch. e fix) dove si sosta sotto la campanella (40 m; IV e 1 pp V-; sosta su fix).
FABI-MARINA
- Salire un po' a destra dello spigolo della rampa biancastra della Gransi (cl.), partendo da dei macigni e vincendo una fessurina che porta a un pianerottolo (ch., qui si incrocia la Gransi che va a destra). Spostarsi a sinistra in un diedrino con prese verticali (VI-, ch.) e, dopo uno strapiombo, arrivare sotto un tetto che si evita a destra per un altro strapiombo e salire sul bel terrazzo di sosta (34 m; da IV a VI-, vari ch. e cl.; sosta su fix gialli).
- Dritti per circa 4 m (ch. e cl.) e traversare a sinistra su cornicette portandosi sotto una lunga fessura che taglia le placche (ch.). Scalare direttamente la fessura che a metà presenta un passo assai ostico (VI+ o A0, ch.), poi per gradoni guadagnare il terrazzo di sosta a sinistra (30 m; da IV+ a VI+; vari ch.; sosta su fix gialli).
- Continuare in verticale superando un gradone faticoso e la successiva fessura a imbuto, molto atletica (vari ch.), che porta al terrazzo sotto l'ultimo salto della parete (20 m; VI e VI-; sosta su fix gialli).
- Partire su gradoni appoggiati e poi affrontare direttamente la liscia placca sovrastante (VI, ch. e fix) da cui si esce a destra su gradoni più facili. Affrontare direttamente il pilastro sovrastante partendo da destra e portandosi al centro arrivando alla sosta stretta in cima allo stesso (30 m; VI la placca e V+ il pilastro; vari ch.; sosta su fix).
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