PICCOLO GLOSSARIO MUSICALE
In questa pagina sono elencati alcuni termini utilizzati nelle analisi e che è bene spiegare in un'apposita sezione.
Abbellimento: si tratta di suoni, o gruppi di suoni di diversa durata, che vengono inseriti in una melodia al fine di "abbellirne" l'effetto e la percezione. Ne esiste una quantità immensa e in tutte le epoche.
Abbellimento: si tratta di suoni, o gruppi di suoni di diversa durata, che vengono inseriti in una melodia al fine di "abbellirne" l'effetto e la percezione. Ne esiste una quantità immensa e in tutte le epoche.
Accordo: disposizione verticale (nella grafia) di suoni differenti che sono prodotti contemporaneamente (nella musica).
Appoggiatura: nota estranea all'armonia che è situata un tono, o semitono, immediatamente sopra o sotto la nota reale. Ha la funzione di abbellimento.
Appoggiatura: nota estranea all'armonia che è situata un tono, o semitono, immediatamente sopra o sotto la nota reale. Ha la funzione di abbellimento.
Armonia: disposizione dei suoni in senso verticale (dal basso verso l'alto). Solitamente l'armonia risulta completa con quattro suoni che in un accordo, sempre partendo dal basso, sono la fondamentale, la terza, la quinta e un quarto suono che assume varie funzioni. Secondo l'armonia tradizionale, quella tonale, il quarto suono può raddoppiare o la fondamentale o, più raramente, la quinta. Nel caso sia un suono diverso da questi allora significa che si sta "modulando", ossia spostando da una scala ad un'altra.
Basso: si intende la linea melodica più grave, situata all'estremità inferiore dell'estensione armonica. Ha la medesima importanza del canto in quanto può essere esso stesso il canto o comunque ne completa l'armonia. Volgarmente è la linea melodica più grave.
Cadenza: termine che designa più cose non sempre coincidenti. In armonia una cadenza è un concatenamento di accordi e, convenzionalmente, è intesa la risoluzione di un percorso armonico come potrebbe esserlo il concatenamento V-I, IV-I, V-VI, ecc. Nella prassi strumentale la cadenza è un inserto all'interno di un pezzo che viene lasciato alla libera improvvisazione dell'esecutore (qualora non sia già scritta). Essa è tipica della musica classica (vedi i concerti di Mozart e Beethoven) e romantica (dove essa è scritta ma di ampie proporzioni, come nei concerti di Tchaykowsky).
Canto: al di là dell'ovvia definizione della produzione di suoni con la voce, per canto si intende la parte più importante, ossia la melodia (o una delle melodie) su cui è costruita la composizione. A partire dal canto infatti, che non è sempre la linea melodica situata all'estremità dell'estensione dell'armonia, sono ricavati gli accordi, le modulazioni, il contrappunto.
Basso: si intende la linea melodica più grave, situata all'estremità inferiore dell'estensione armonica. Ha la medesima importanza del canto in quanto può essere esso stesso il canto o comunque ne completa l'armonia. Volgarmente è la linea melodica più grave.
Cadenza: termine che designa più cose non sempre coincidenti. In armonia una cadenza è un concatenamento di accordi e, convenzionalmente, è intesa la risoluzione di un percorso armonico come potrebbe esserlo il concatenamento V-I, IV-I, V-VI, ecc. Nella prassi strumentale la cadenza è un inserto all'interno di un pezzo che viene lasciato alla libera improvvisazione dell'esecutore (qualora non sia già scritta). Essa è tipica della musica classica (vedi i concerti di Mozart e Beethoven) e romantica (dove essa è scritta ma di ampie proporzioni, come nei concerti di Tchaykowsky).
Canto: al di là dell'ovvia definizione della produzione di suoni con la voce, per canto si intende la parte più importante, ossia la melodia (o una delle melodie) su cui è costruita la composizione. A partire dal canto infatti, che non è sempre la linea melodica situata all'estremità dell'estensione dell'armonia, sono ricavati gli accordi, le modulazioni, il contrappunto.
Contrappunto: insieme sonoro derivato dalla produzione di almeno due differenti linee melodiche nel tempo. Differentemente dall'armonia, il contrappunto deriva dallo sviluppo orizzontale della musica e di conseguenza l'armonia deriva dagli allineamenti che i suoni delle linee melodiche producono istante per istante.
Dominante: il quinto grado di ogni scala. Convenzionalmente esso ha una funzione catalizzatrice delle melodie, ha una funzione di conferma della tonalità e corrisponde anche ad uno degli armonici naturali, distante una quinta dalla fondamentale (terzo armonico).
Estensione armonica: termine coniato da me medesimo in questo contesto per indicare sia sulla carta che realmente la reale estensione della gamma sonora prodotta in un determinato istante. In un ambito corale a 4 voci questa estensione è compresa tra i bassi e i soprani, con le eventuali suddivisioni interne, mentre essi cantano, ossia producono suoni. Non ha nulla a che vedere con le estensioni delle voci e degli strumenti.
Fioritura: arricchimento di una linea melodica che viene compiuto modificando la durata dei suoni della melodia onde far spazio a suoni estranei che creano vari effetti a seconda delle intenzioni del compositore. In altre parole fiorire una melodia consiste nell'infittire la scrittura con l'aggiunta di note di più breve durata o di abbellimenti onde evitare la monotonia della ripetizione e di risaltarne l'effetto sonoro.
Fonte sonora: l'oggetto che produce fisicamente il suono.
Forma-sonata: schema compositivo a cui si attiene un vastissimo repertorio musicale. E' riassumibile da uno schema A-B-A' in cui in A, detta Esposizione, è costruito attorno a due temi di carattere opposto e legati insieme da un ponte modulante. Questi due temi, solitamente, stanno a determinati rapporti armonici: Tonica - Dominante se la sonata è in tonalità maggiore; minore - relativo Maggiore se la sonata è in tonalità minore. B è detto sviluppo, un episodio composto a partire da frammenti dei temi dell'esposizione e A' è detto ripresa, in cui i due temi vengono riesposti entrambi nella tonalità di impianto. La forma sonata è lo schema alla base della maggior parte della musica classica e romantica (sec. XVIII e XIX) e la si trova, oltre che nelle "sonate" anche nelle Sinfonie e nei Concerti.
Linea melodica: successione nel tempo di suoni prodotti da almeno una fonte sonora. Graficamente è il disegno formato dalle note che contraddistinguono un prolungato intervento della fonte sonora, che è anche detto melodia o, in ambito armonico, con un riferimento alla musica corale, voce.
Modo: il modo è una successione di intervalli in cui è suddivisa l'ottava (il primo armonico naturale). Non è una scala bensì una sorta di "formulario" di tali intervalli in cui si può dividere un'ottava qualuque. La definizione di "scale modali" entrata nell'uso corrente non è corretta, in quanto è una forzatura della definizione di scala: nell'ambito della tonalità una scala mantiene la suddivisione tra tono e semitono sempre nella medesima posizione e all'ottava avviene la ripetizione della successione, nell'ambito dei modi essa può variare di volta in volta. In parole semplici: mentre la scala individua una tonalità ben precisa, ad esempio Do maggiore, ossia una disposizione costante e fissa che si ripete ad ogni ottava in cui si avranno sempre semitoni tra Mi e Fa e tra Si e Do, il modo individua solo una disposizione di intervalli, senza una nota particolare di partenza e senza che ad ogni ottava la successione venga rispettata, a meno che il compositore non intenda fare diversamente. Dal Medioevo è rimasta in uso la dicitura di modo maggiore e modo minore, che si differenziano nella disposizione degli intervalli in cui è suddivisa l'ottava, e che indica le due differenti scale in uso a partire dalla stessa stessa tonica.
Modo maggiore: scala che presenta la seguente suddivisione dell'ottava: Tono-Tono-Semitono-Tono- Tono-Tono-Semitono. Nella triade di Tonica (o fondamentale), ossia l'accordo di Tonica, Terza, Quinta, la distanza tra Tonica e Terza è un intervallo di terza maggiore (Tono-Tono).
Modo minore: scala che presenta la seguente suddivisione dell'ottava: Tono-Semitono-Tono-Tono- Tono-Tono-Semitono. J. S. Bach utilizza la medesima successione sia per scale ascendenti che discendenti, mentre altri utilizzano altri tipi di scala discendente. Il problema nasce dalla suddivisione dell'ottava nel temperamento, che non ha il settimo grado a distanza di semitono dalla fondamentale (e risultando così di difficile intonazione). L'introduzione degli ultimi tre Tono-Tono-Semitono ha in parte risolto il problema lasciando poi ai musicisti il compito di sbizzarrirsi al riguardo. Non si confonda la scala Armonica minore con la Melodica minore: il vezzo di salire con la melodica e scendere con l'armonica era in voga nel XVIII secolo presso alcuni compositori come Muzio Clementi ma l'Armonica, come dice il nome, è la scala utilizzata per comporre, mentre la melodica è la scala dei suoni che devono essere intonati.
Risposta positiva: quando, in un tema, alla proposta melodica avanzata da una voce segue la ripetizione della stessa alle altre voci.
Risposta negativa: quando, in un tema, alla proposta melodica avanzata da una voce segue un elemento nuovo che continua il discorso iniziato.
Scala: successioni di suoni, detti gradi, congiunti, disposti su intervalli prefissati. Di norma per scale si intendono le scale delle tonalità in cui ogni suono, o grado, ha la propria funzione armonica.
Suono: nell'ambito di questa piccola trattazione la parola suono è intesa come la nota musicale, anche se la definizione sarebbe assai più generale, questo per evitare la confusione di identificare il suono solo con la grafia (non sempre le due cose si equivalgono) e mantenere il concetto di suono indipendente dalla grafia e dall'oggetto che lo produce. Il suono propriamente detto è un'onda meccanica dovuta a variazioni di pressione dei gas atmosferici e che viene percepito dall'orecchio e decodificato da cervello. Il suono presenta lunghezza d'onda e frequenza regolare, a differenza del rumore.
Temperamento Equabile: è il sistema usato a partire dal XVIII secolo per uniformare le accordature (la costruzione fisica) degli strumenti. Esso è frutto di approssimazioni matematiche (grazie anche alla recente introduzione del calcolo infinitesimale) operate da Werckmeister ed altri che ha portato alla suddivisione dell'ottava in 12 semitoni. Da questo sistema di accordatura è derivato poi il sistema tonale.
Tonalità: argomento spinoso. La tonalità è a tutti gli effetti la scala su cui è composto un pezzo. I vari gradi della scala, nell'ambito del sistema delle tonalità o tonale, hanno una loro armonizzazione convenzionale. La tonalità è il risultato di un lungo percorso iniziato nel Medioevo e conclusosi nel XVIII secolo che ha portato alla standardizzazione delle accordature degli strumenti portando di fatto all'abbandono dei sistemi precedenti, i modi. Il sistema di accordatura prende il nome di Temperamento Equabile.
Tonica: primo suono (grado) della scala della tonalità in uso. Nel Do maggiore è il Do, nel Re maggiore è il Re e così via (anche nel minore).
Voce: in ambito armonico è una linea melodica tra le molte, chiamata voce in analogia alla musica corale dove sarebbe intonata da una voce in particolare.
Dominante: il quinto grado di ogni scala. Convenzionalmente esso ha una funzione catalizzatrice delle melodie, ha una funzione di conferma della tonalità e corrisponde anche ad uno degli armonici naturali, distante una quinta dalla fondamentale (terzo armonico).
Estensione armonica: termine coniato da me medesimo in questo contesto per indicare sia sulla carta che realmente la reale estensione della gamma sonora prodotta in un determinato istante. In un ambito corale a 4 voci questa estensione è compresa tra i bassi e i soprani, con le eventuali suddivisioni interne, mentre essi cantano, ossia producono suoni. Non ha nulla a che vedere con le estensioni delle voci e degli strumenti.
Fioritura: arricchimento di una linea melodica che viene compiuto modificando la durata dei suoni della melodia onde far spazio a suoni estranei che creano vari effetti a seconda delle intenzioni del compositore. In altre parole fiorire una melodia consiste nell'infittire la scrittura con l'aggiunta di note di più breve durata o di abbellimenti onde evitare la monotonia della ripetizione e di risaltarne l'effetto sonoro.
Fonte sonora: l'oggetto che produce fisicamente il suono.
Forma-sonata: schema compositivo a cui si attiene un vastissimo repertorio musicale. E' riassumibile da uno schema A-B-A' in cui in A, detta Esposizione, è costruito attorno a due temi di carattere opposto e legati insieme da un ponte modulante. Questi due temi, solitamente, stanno a determinati rapporti armonici: Tonica - Dominante se la sonata è in tonalità maggiore; minore - relativo Maggiore se la sonata è in tonalità minore. B è detto sviluppo, un episodio composto a partire da frammenti dei temi dell'esposizione e A' è detto ripresa, in cui i due temi vengono riesposti entrambi nella tonalità di impianto. La forma sonata è lo schema alla base della maggior parte della musica classica e romantica (sec. XVIII e XIX) e la si trova, oltre che nelle "sonate" anche nelle Sinfonie e nei Concerti.
Linea melodica: successione nel tempo di suoni prodotti da almeno una fonte sonora. Graficamente è il disegno formato dalle note che contraddistinguono un prolungato intervento della fonte sonora, che è anche detto melodia o, in ambito armonico, con un riferimento alla musica corale, voce.
Modo: il modo è una successione di intervalli in cui è suddivisa l'ottava (il primo armonico naturale). Non è una scala bensì una sorta di "formulario" di tali intervalli in cui si può dividere un'ottava qualuque. La definizione di "scale modali" entrata nell'uso corrente non è corretta, in quanto è una forzatura della definizione di scala: nell'ambito della tonalità una scala mantiene la suddivisione tra tono e semitono sempre nella medesima posizione e all'ottava avviene la ripetizione della successione, nell'ambito dei modi essa può variare di volta in volta. In parole semplici: mentre la scala individua una tonalità ben precisa, ad esempio Do maggiore, ossia una disposizione costante e fissa che si ripete ad ogni ottava in cui si avranno sempre semitoni tra Mi e Fa e tra Si e Do, il modo individua solo una disposizione di intervalli, senza una nota particolare di partenza e senza che ad ogni ottava la successione venga rispettata, a meno che il compositore non intenda fare diversamente. Dal Medioevo è rimasta in uso la dicitura di modo maggiore e modo minore, che si differenziano nella disposizione degli intervalli in cui è suddivisa l'ottava, e che indica le due differenti scale in uso a partire dalla stessa stessa tonica.
Modo maggiore: scala che presenta la seguente suddivisione dell'ottava: Tono-Tono-Semitono-Tono- Tono-Tono-Semitono. Nella triade di Tonica (o fondamentale), ossia l'accordo di Tonica, Terza, Quinta, la distanza tra Tonica e Terza è un intervallo di terza maggiore (Tono-Tono).
Modo minore: scala che presenta la seguente suddivisione dell'ottava: Tono-Semitono-Tono-Tono- Tono-Tono-Semitono. J. S. Bach utilizza la medesima successione sia per scale ascendenti che discendenti, mentre altri utilizzano altri tipi di scala discendente. Il problema nasce dalla suddivisione dell'ottava nel temperamento, che non ha il settimo grado a distanza di semitono dalla fondamentale (e risultando così di difficile intonazione). L'introduzione degli ultimi tre Tono-Tono-Semitono ha in parte risolto il problema lasciando poi ai musicisti il compito di sbizzarrirsi al riguardo. Non si confonda la scala Armonica minore con la Melodica minore: il vezzo di salire con la melodica e scendere con l'armonica era in voga nel XVIII secolo presso alcuni compositori come Muzio Clementi ma l'Armonica, come dice il nome, è la scala utilizzata per comporre, mentre la melodica è la scala dei suoni che devono essere intonati.
Risposta positiva: quando, in un tema, alla proposta melodica avanzata da una voce segue la ripetizione della stessa alle altre voci.
Risposta negativa: quando, in un tema, alla proposta melodica avanzata da una voce segue un elemento nuovo che continua il discorso iniziato.
Scala: successioni di suoni, detti gradi, congiunti, disposti su intervalli prefissati. Di norma per scale si intendono le scale delle tonalità in cui ogni suono, o grado, ha la propria funzione armonica.
Suono: nell'ambito di questa piccola trattazione la parola suono è intesa come la nota musicale, anche se la definizione sarebbe assai più generale, questo per evitare la confusione di identificare il suono solo con la grafia (non sempre le due cose si equivalgono) e mantenere il concetto di suono indipendente dalla grafia e dall'oggetto che lo produce. Il suono propriamente detto è un'onda meccanica dovuta a variazioni di pressione dei gas atmosferici e che viene percepito dall'orecchio e decodificato da cervello. Il suono presenta lunghezza d'onda e frequenza regolare, a differenza del rumore.
Temperamento Equabile: è il sistema usato a partire dal XVIII secolo per uniformare le accordature (la costruzione fisica) degli strumenti. Esso è frutto di approssimazioni matematiche (grazie anche alla recente introduzione del calcolo infinitesimale) operate da Werckmeister ed altri che ha portato alla suddivisione dell'ottava in 12 semitoni. Da questo sistema di accordatura è derivato poi il sistema tonale.
Tonalità: argomento spinoso. La tonalità è a tutti gli effetti la scala su cui è composto un pezzo. I vari gradi della scala, nell'ambito del sistema delle tonalità o tonale, hanno una loro armonizzazione convenzionale. La tonalità è il risultato di un lungo percorso iniziato nel Medioevo e conclusosi nel XVIII secolo che ha portato alla standardizzazione delle accordature degli strumenti portando di fatto all'abbandono dei sistemi precedenti, i modi. Il sistema di accordatura prende il nome di Temperamento Equabile.
Tonica: primo suono (grado) della scala della tonalità in uso. Nel Do maggiore è il Do, nel Re maggiore è il Re e così via (anche nel minore).
Voce: in ambito armonico è una linea melodica tra le molte, chiamata voce in analogia alla musica corale dove sarebbe intonata da una voce in particolare.
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