Home Page

A PROPOSITO DEL PASUBIO...

A PROPOSITO DEL PASUBIO...

Questo massiccio delle Piccole Dolomiti, famoso per le opere belliche della Prima Guerra Mondiale, è in verità assai selvaggio e poco conosciuto.
Dal 1915 al 1918, lungo la dorsale principale, si svolsero alcuni dei combattimenti di montagna più cruenti di sempre, sebbene modesti se paragonati allo spargimento di sangue che avveniva nel Carso o in Francia. Dopo la Strafexpedition, voluta dall'Impero Austroungarico nella primavera del 1916 per tentare di mettere fuori gioco il nemico italiano, malgrado i gravissimi problemi logistici e tattici che la afflissero (mancanza di appoggio delle truppe tedesche, meglio armate e combattive, contemporanea offensiva Brusilov lungo il fronte orientale in Russia, carenze nel supporto dell'artiglieria), la linea del fronte si attestò tra due piccole alture sui 2000 m detti rispettivamente Dente Italiano e Dente Austriaco, separati da un profondo intaglio in cui si concentrò la carneficina nei due anni seguenti, senza modifiche del confine.
La lunga Strada delle 52 Gallerie, costruita per rifornire la linea italiana al riparo dal tiro delle artiglierie austriache, venne costruita poprio tra il 1916-18, venendo completata giusto per la fine del conflitto. A tutt'oggi attira visitatori da tutto il mondo per l'arditezza del progetto e la bellezza dello scenario in cui conduce. Alla sua sommità sorge il Rifugio Achille Papa (1928 m), punto d'arrivo anche della vicina Strada degli Scarrubbi, che sale parallelamente alla Strada delle Gallerie. Dal versante opposto della cima, verso il Trentino, sorge invece il Rifugio Vincenzo Lancia alla Pozza, altro punto d'appoggio per le escursione dell'Alpe di Cosmagnòn.

Il Massiccio del Pasubio, compreso tra il Pian delle Fugazze a sud, il Passo della Borcola a nord e il Colle Xomo a est, può essere suddiviso in:
  • Nodo Principale, che culmina nella Cima Palon (2232 m), vetta di tutto il massiccio, e che riunisce anche le creste principali. Lungo la dorsale si trovano anche il Dente Italiano e il Dente Austriaco, tutt'ora bucherellati da gallerie e costeggiati da residue di trincee e casematte.
  • Alpe di Cosmagnòn, il vasto altopiano che si estende ad ovest della Cima Palon, ove sorge il Rifugio Lancia, e che è racchiuso dal Monte Roite (2144 m) a nord e dai Roccioni della Lora (2032 m) a sud. Lungo la cresta che piega ad ovest in Vallarsa dal Monte Testo (1998 m) si stacca il Corno Battisti, ben distinguibile fin dal Passo Pian delle Fugazze per la sua forma piramidale ammantata di boschi con il culmine roccioso. La sua vetta venne fatta esplodere in guerra.
  • Pria Favella: catena di cime vicine tra loro che scende dritta sul Pian delle Fugazze. Lungo le sue pendici sale la strada militare, oggi percorsa da pulmini, alla galleria d'Havet. Le sue vette spartiscono la Val di Fieno, ove sale la mulattiera, e la Val Canale, profondo vallone che si insinua direttamente nel cuore del gruppo fino al Rifugio Papa. Le cime sono ben di rado visitate e la maggiore elevazione è la Pria Favella (1834 m).
  • Catena del Forni Alti: è la catena più evidente e sviluppata del massiccio, che si allunga verso est in direzione del Monte Novegno fino al Colle Xomo, ove passa la Strada delle 52 Gallerie. E' la catena orograficamente più complessa: sul versante sud troviamo la zona dei Sogli, dominati dal Soglio Rosso (1650 m), ben riconoscibile dalla strada del Pian delle Fugazze. A spartiacque con la Val Canale s'erge il Soglio d'Uderle (1600 m), caratterizzato dal grande pilastro centrale, ad est il Campanile Fontana d'Oro (1545 m), di forma slanciata e piramidale. Ad est del grande impluvio della Val Fontana d'Oro s'apre la zona dei vai, increspata da una serie di guglie non tutte nominate. Le più appariscenti sono la Torre e la Guglia dei Ronle, la slanciatissima Guglia degli Operai (1700 m; con la bandiera rossa), la Torre del Motto, Sasso delle Poe e Soglio Sgralaite. Nel versante nord s'apre invece la Val Sorapache, vallone selvaggio percorso da un altro accesso lungo e faticoso per il Rifugio Papa, sovrastata dalle tre vette de la Torre Gabrisa, Punta del Vecio, il Fraton (1600 m), caratteristico per la sua cuspide, e i Frati Alti, la parete al fondo della valle. Sul lato occidentale invece s'erge impervio il Comprensorio delle Lucche (1625 m) a spartiacque tra la Val Sorapache e la Val Caprara. 
  • Catena del Colsanto: è la più settentrionale del gruppo, teatro di combattimenti nella Prima Guerra Mondiale, chiude a nord l'Alpe di Cosmagnòn.
La Val Sorapache. Dietro l'angolo la valle piega decisamente a destra e risale fino al rifugio Papa.

L'area dei Sogli dal pascolo di Raspanche

L'area delle guglie sotto il Monte Forni Alti.

L'intera area dei Sogli. A sinistra, appena visibile in alto, il Cimon di Soglio Rosso, culmine della Catena del Forni Alti. A destra è visibile il crinale nevoso su cui passa la Strada delle 52 Gallerie.

Visuale dal Monte Forni Alti verso Cima Palòn (al'estrema sinistra).

Visuale del Pasubio da nord.

Il massiccio del Pasubio visto dal Carega.

ARRAMPICATA


Il massiccio del Pasubio è un'area vastissima, con singole zone molto frequentate ma nel complesso è ancora più selvaggia del gruppo del Carega. Nel Pasubio molte pareti sono ancora inesplorate, altre dimenticate, a causa degli accessi piuttosto faticosi e scomodi. Tuttavia alcuni singoli settori hanno ancora la loro fetta di pubblico affezionato che vuole godere di avvicinamenti comodi e tranquillità, grazie anche al microclima che nelle giornate invernali, nel settore sud dei Sogli Rossi, permette di arrampicare con temperature gradevoli.
A differenza del Carega è meglio dividere il massiccio in singoli settori. I vaji sono trattati nei volumi "Vajo che passione" di Tarcisio Bellò, giunti alla seconda edizione e piuttosto dettagliati.

ZONA DEI SOGLI ROSSI: si tratta di un gruppetto di ertissime pareti che sorge al di sopra di Raspanche, la radura erbosa a nord del Pian delle Fugazze e che comprende il Soglio d'Uderle, il Soglio Rosso, il Frate e il Campanile Fontana d'Oro. Dietro il Soglio d'Uderle, nella Val Canale, s'erge il Campanile a due punte, collegato al Cimòn di Soglio Rosso da una lunga cresta.

Il Soglio d'Uderle è la prima grande struttura rocciosa che si incontra. alta 400 m e molto articolata nella sua conformazione, si aggancia al corpo principale tramite Bocchetta d'Uderle. Esso è boscoso sul suo lato ovest ma presenta gialle pareti a sud e a est, compreso un enorme pilastro circondato da grandi diedri. Questo monte fu meta dell'alpinismo di tutte le epoche e lo testimoniano le numerose vie difficile apertevi.
- Vajo sospeso: si tratta della ruga scura che taglia la parete sud. 200 m per il solo vajo più le rocce di attacco. Cavjon e Pojer nel 1957; IV e V.
- Via Cucubausette: una delle realizzazioni di Galasso, Micheletto e Dalle Nogare nel 2005 tra il Vajo sospeso e il pilastrino grigio alla base, in parte sormontata da Relax. 180 m; VI e VII.
- Via Relax: uno dei tanti capolavori di Tranqullo Balasso insieme al fratello nel 2005, ripetuto e ben chiodato; 180 m; VI e pp. VII-.
- Via Dal Bianco: itinerario del 1961 aperto da Marco dal Bianco e D. Castellan che vince il sistema di diedri al centro della parete sud; conta poche ripetizioni. 200 m; VI e A1 o VII+.
- Via il Cavernicolo volante: itinerario moderno di Micheletto e Dalle Nogare del 2002 che prende il nome dall'enorme caverna nei gialli che attraversa. 250 m; VII e A1 o IX-.
- Via il giardino con...lo stagno: parallela e più frequentata della precedente e degli stessi apritori nel 1995. 250 m; VII- e A1 o IX.
- Via Castellan: itinerario danneggiato da una frana che attraversa la zona ripida ed erbosa al centro del versante sud-est; vi è rimasta una vecchia corda fissa.
 -Camino Carlesso: il primo itinerario della parete, aperto nel 1933 dal fuoriclasse Raffaele Carlesso con Tita Casetta e A. Colbertaldo. Sale il grande camino di sinistra chiuso a metà da un tetto. 200 m,  + 100 m di zoccolo; V+ sostenuto e tratti in A0 più duri.
- Via l'isola che non c'è: via moderna aperta da G. Bisson e P. Asnicar nel 1984 sul lato destro del camino Carlesso. Itinerario estremamente difficile e poco proteggibile. 200 m; VII e A3.
- Pilastro Franzina: itinerario abbandonato ma meritevole che vince i tetti del pilastro tra i due grandi solchi della parete di Maltauro e Lobba nel 1983. Piccola big-wall di 150 m di VI e A2.
- Passeggiata in Portogallo: itinerario a spit parallelo al Pilastro Franzina, misterioso.
- Via la Luna nel Pozzo: via sportiva di Michele Guerrini che sale il lato destro del pilastro e sbuca sulla cresta sommitale. 250 m; 7a+ o 6b obbl.
- Diedro Pozzo-Padovan: la seconda via aperta, nel 1935, sulla montagna e ingiustamente abbandonata che sale il solco centrale e prosegue poi per un camino nascosto. La grande lama sopra il primo diedro venne vinta da Boschetti e Zaltron negli anni '50 realizzando una super diretta di diedri e camini. E' in fase di risistemazione. 250 m + 100 m di zoccolo; VI e A2.

Il tratto giallo compreso tra il diedro Pozzo e lo Spigolo Boschetti-Zaltron è un caso di chiodi, vie e tentativi: appena a destra del diedro Pozzo si scorgono gli spit di Milonga una via di obbligatorio 7a aperta da Cocco e Cracco e dimenticata, con chiodatura insicura e linea forzata a 2 m dal solco del diedro. A destra si scorgono i chiodi a pressione della direttissima di F. Calgaro degli anni '70 che si ricollegano alla Boschetti (A1 e A2). Più a destra ci sono:
- Via Astrofisica: itinerario sportivo di Michele Guerrini di 200 m; 8a+ e 6c obbl.
- Miss Pasubio: ex itinerario sportivo di Piero Radin e richiodato sportivo da Guerrini con difficoltà elevate. 
Alcune altre vecchie vie sportive si elevano lungo il giallo e di cui si hanno poche notizie; segue quindi:
- Spigolo Boschetti-Zaltron: la classica per eccellenza del Soglio d'Uderle e delle Piccole Dolomiti, aperta da M. Boschetti e F. Zaltron nel 1953 perfezionata dalle varianti di Tranquillo Balasso, segue il confine della macchia gialla sullo spigolo del pilastro e poi effettua un pendolo a sinistra per evitare grandi tetti. 350 m + 100 di zoccolo; V+ sostenuto, passi di VI; con le varianti VII e VIII o A0.
- Via Faccio-Snichelotto: aperta nel 1937, è stata la diretta al grande pilastro, di cui la via precedente ricalca sostanzialmente la parte inferiore. Essa sale nei grigi erbosi al centro del grande pilastro, per fessure poco visibili. Totalmente abbandonata per la massiccia presenza di erba. 350 m +  100 di zoccolo; V e VI.
- Diedro nord-est: un'altra realizzazione di Micheletto-Dalle Nogare e Galasso nel 2002 lungo lungo il solco nascosto che da verso il Voro d'Uderle. 350 m; VII+.

Il Soglio d'Uderle con le vie di salita al versante orientale.
Da sinistra: in rosso via Relax; in rosa via Cucubausette; in arancio via Dal Bianco; in verde il Cavernicolo volante; in azzurro il Giardino con...lo stagno; il tratteggio rosso segna la via Castellan parzialmente crollata; in viola il Camino Carlesso; in marrone il Pilastro Franzina; l tratteggio giallo è Passeggiata in Portogallo; in blu Luna nel Pozzo; in celeste il Diedro Pozzo-Padovan originale; in bianco lo Spigolo Boschetti-Zaltron (il tratteggio è la variante iniziale Balasso); in nero la Faccio-Snichelotto e in bordeaux il diedro-nord-est.

Appena accanto al Soglio d'Uderle svetta il Soglio Rosso, la parete centrale dell'agglomerato di muraglie, solcata al centro da un grande pilastro trapezoidale detto "piramide". E' la parete più importante del Pasubio ma non per questo la più frequentata. La si può dividere in tre settori: il settore sinistro, che parte direttamente dal sentiero alpinistico del Voro d'Uderle; la piramide, al centro della parete che si eleva al di sopra dello zoccolo della Cengia dei Ragni; il settore destro diviso in tre grandi pilastri e che sorge al di sopra del camino della Teleferica.
Nel settore sinistro ci sono:
- Via della voragine: difficile itinerario di U. Conforto e F. Padovan del 1937, riuscito dopo diversi tentativi e rettificato dai fratelli Boschetti e G. Micheletto nel 1950. Segue il gran camino a destra della forcella tra il Soglio Rosso e il Frate. 250 m; VI.
- Diagonale Baldi Ravelli: segue l'enorme diedro appoggiato dietro la parete gialla. Aperto da Baldi e Ravelli nel 1934; abbandonato. 250 m; da III a V.
- Colatoio Cavion: aperto dai fratelli Cavion nel 1958 segue il colatoio nero che parte direttamente dal sentiero. Ora dismesso. 200 m di colatoio + 200 di erba e roccette per la vetta; V+ e A3.
- Via Sogno Rosso: itinerario estremamente impegnativo di Micheletto, Pierantoni e Dalle Nogare del 1998. 200 m; VII e A1 o IX.
- Gran Solco: è la prima via aperta sui Sogli dalla guida F. Padovan con G. Bortolan nel 1928. Segue la linea di diedri e camini a sinistra della piramide, purtroppo spesso su roccia friabile. 400 m; IV+.
- Via Poenta e Scopetòn: incrocia all'inizio il gran Solco per poi proseguire a sinistra per diedri nella parete gialla. Ardito itinerario di T. e P. Balasso con G. Casarotto del 1998. 250 m; VI+ e A1.
- Via Angoscia: itinerario alpinistico moderno di Dalle Nogare, Micheletto e Galasso che sale dal Gran Solco direttamente al centro della parete gialla. 400 m; VII e A3 o X.
- Via Linea d'Ombra: Grasselli e Dalle Nogare nel 1998 hanno seguito il diedro rovescio che dal Gran Solco piega a sinistra nella piega della parete. 400 m; VI.

La piramide risulta percorsa da ben tre itinerari assai estremi:
- Via della piramide: dei fratelli Cavion nel 1958, parte per logici diedri al centro del pilastro e si sposta poi sullo spigolo a sinistra. Ormai abbandonato. 400 m; V+ e A1.
- Via Potere agli onesti: itinerario artificiale di elevata difficoltà che sale dritto al centro del pilastro, chiodato con piccoli rivetti di difficile moschettonaggio. 300 m; VII- e A2 o IX.
- Spigolo giallo Dal Bianco: itinerario artificiale classico di Dal Bianco, Castellan, Dal Bon e Cartiana nel 1962, purtroppo schiodato e mai più ripreso che percorre lo spigolo destro della piramide. 300 m; VI e A3.

Il settore destro risulta quello percorso da più vie:
- Diretta Carlesso: via storica di Raffaele Carlesso e T. Casetta del 1933 che sale i camini a destra della piramide. Le difficoltà sono concentrate nei primi due tiri, estremi per l'epoca. 300 m; VI.
- Via della pendola: altro itinerario dei fratelli Balasso aperto sul cuneo a soffitti tra le vie Carlesso e Casarotto, con partenza direttamente dal sentiero; una delle vie più lunghe delle Piccole. 450 m; VI+ e A0.
- Direttissima Casarotto: per lungo tempo una delle vie più ardue delle Piccole, aperta da Renato Casarotto e Diego Campi nel 1973. Conta sporadiche ripetizioni e una variante lungo il tetto sommitale. 300 m; VI+ (VI+ e A1 con la variante).
- Via Casarotto-Valdo: itinerario breve di Renato Casarotto e Adriana Valdo del 1972 che divaga al centro della parete passando sotto un caratteristico tetto e finendo nell'itinerario seguente. 350 m; VI e A1.
- Via Grana-Bernardi: itinerario logico e pochissimo ripetuto che segue una lunga fessura a sinistra dello spigolo centrale. Grana e Bernardi nel 1959. 350 m; VI e A1.
- Via Salbega: altro capolavoro di Micheletto, Dalle Nogare e Galasso che sale l'affilato spigolo sud del Soglio Rosso. 500 m; VII+ e A1
- Camino Padovan-Marzemin-Bertoia: quello a sinistra dei due grandi camini che incidono il fianco sud-est del monte. Aperto dai suddetti nel 1931, ormai abbandonato per la roccia friabile. 500 m; IV e V.
- Via Giù la testa: la via più lunga del Pasubio, aperta da T. e P. Balasso e L. Franceschi nel 2008, sale la striscia di roccia strapiombante tra i due camini della parete sud-est, partendo direttamente dal camino della Teleferica. 550 m; VI+ e A0.
- Camino Faccio-Valmarana-Gambaro: quello a destra dei grandi camini della parete sud-est, aperto nel 1935, ora abbandonato. 400 m; V.
- Via degli Allocchi: di T. e P. Balasso e P. Moretti nel 1999, è un itinerario artificiale che vince lo strapiombante pilastro a tetti che cinge ad est il Soglio Rosso. La via prosegue fino al pianoro sommitale. 350 m; VI- e A2.

Il Soglio Rosso da sud.
Da sinistra le vie sono: in bianco la Diagonale Baldi Ravelli; in giallo il colatoio Cavion; in arancione Sogno Rosso; in azzurro Poenta e Scopeton; in verde Angoscia; in rosso il Gran Solco; in bordeaux Linea d'Ombra; in blu la via della Piramide; in rosa Potere agli onesti; il tratteggio verde è lo Spigolo Giallo; giallo scuro Diretta Carlesso; verde chiaro La Pendola; magenta Direttissima Casarotto (in tratteggio la variante del tetto); il tratteggio bianco è la Casarotto Valdo; in nero la Grana- Bernardi; in marrone la Salbega; in viola il camino Padovan; in celeste Giù la testa; in fuxia il Camino Faccio e in ocra la Via degli Allocchi.
Lo zoccolo al centro della parete è la Cengia dei ragni.


A contorno del Soglio Rosso sorgono altre strutture rocciose di cui la più massiccia e appariscente è il Campanile Fontana d'Oro, aguzzo torrione piramidale le cui pareti sono solcate da numerose vie:
- Via normale: aperta da F. Padovan e G. Bortolan nel 1927 è una delle poche vie facili del Pasubio e saltuariamente frequentata. Attacca dalla Forcella della Teleferica. 120 m; III e IV.
- Via Balasso Brothers: come da nome aperta nel 2005 dai fratelli T. e P. Balasso. Corre lungo le placche dello spallone per poi seguire uno spigolo indipendentemente dalla via normale. Molto frequentata. 300 m; VI/A0 o VII.
- Via Pozzo-Padovan: tracciata dai suddetti nel 1934, vince direttamente la parete sud del campanile partendo dal diedro dello spallone e proseguendo poi per fessure nella parete gialla. Ripetuta alcune volte ma ormai abbandonata. 250 m; VI.
- Via Frank Zappa: via moderna di Tosco, Lozzo e Dalle Nogare del 1994 che sale una serie di spigoli al centro della parete sud e si innesta a metà della via normale. 300 m.
- Via Costa-Thaler-Pozzer: è la via dei conquistatori del campanile nel 1905, oggi del tutto dimenticata. Avvolge a spirale la torre partendo dallo spigolo sud-est. 300 m; III.
- Via Dequa e delà: di T. Balasso e S. Antoniazzi nel 2013, l'itinerario segue lo spigolo sud-est con arrampicata esposta su roccia discreta. 300 m; V+.
- Camino Manea-Ghitti: si inoltra nel solco di uno scheggione appoggiato al versante nord-est. Abbandonato; di Manea e Ghitti nel 1958. 150 m; IV.
- Via Gemma Caroti: itinerario diretto sulla parete nord-est di Castellan e Bernardi nel 1959. Abbandonato; 200 m; VI e A1.
- Camino nord: di Gleria e Casetta nel 1933 sale lungo un camino sopra il canale che porta a forcella della Teleferica. Abbandonato. 100 m; IV.
Il Campanile Fontana d'Oro con le vie:
in rosso la via normale (sotto di essa il canalone è percorso da una via di Carlesso pericolosa per la caduta sassi); in giallo la Balasso Brothers; in blu la Pozzo-Padovan; in verde la Frank Zappa e in viola Dequà e delà.

Alle spalle dei Sogli sorge l'aguzza guglia del Frate, pochissimo frequentata se non saltuariamente per la via normale e su cui sono state tracciate alcune vie interessanti purtroppo penalizzate dalla grande quantità di erba. Su questa si segnalano la corta Via normale (III) che sale direttamente dal sentiero del Voro d'Uderle e la Via Dottor Pietro Tretti di Zaltron e Tisato nel 1955 che segue il diedro più marcato al centro della parete verso il Voro (V).

Lungo la Val Canale sorge un gruppo di torri di cui la più importante è il Campanile a due Punte, scalato da T. e P. Balasso nel 2000 lungo la Via del Terzo occhio (200 m; VI-/A0 o VI+) che sale lo spigolo del campanile. Alle spalle di questo una serie di promontori e crestoni rocciosi (Cima Raffi) portano alla vetta del Cimòn di Soglio Rosso. Su questa cresta sono state tracciate le vie Occhio dx e Occhio sx sempre da T. Balasso con vari compagni nel 2008 (da IV a VI+, a seconda del percorso scelto).


Sul lato orografico destro (sx) della Val Canale sorge la Pria Favella, un crestone di cime rocciose su cui, nella prima metà del '900, furono tracciati alcuni itinerari lungo le pareti rocciose di roccia friabile. Per motivazioni storiche esse sono: 
Via Faccio- De Pretto alla Rocchetta: O. Faccio e M. De Pretto nel 1935. 200 m; V.
Spigolo sud-est alla Pria Favella: S. Maddalena e D. Castellan nel 1959. 200 m; IV e V.
Parete est della Pria Favella: G. Pasin e Fiorenza Maran nel 1963. 200 m, IV e V.
Via Soldà: G. Soldà da solo nel 1926. 200 m; IV.
Questi itinerari sono stati del tutto abbandonati.

Poco sotto il Palòn, lungo la cresta che sale dalla Galleria Generale d'Havet alla vetta del Pasubio, sorge una struttura rocciosa: il Soglio dell'Incudine. Esso, su cui svetta una grande croce, precipita verso la Valle delle Prigioni con una levigata parete di roccia ora compatta ora molto friabile. Su questa cima esistono tre itinerari classici che sono lo Spigolo sud-ovest del pilastro nord di Renato Casarotto e Diego Campi nel 1973 (250 m; VI+); lo Spigolo sud-ovest del pilastro sud degli stessi nel 1974 (250 m; V e VI); la Via Milani-Rigotti (250 m; V) e una via moderna: la via del Tennico di Campolongo e Arese nel 2005 (140 m; V+). Tutti questi itinerari sono stati abbandonati per la roccia detritica e friabile. Sul vicino Soglio Repeson esiste la Casarotto-Ciscato-Campi-Radin alla parete sud-ovest (120 m; VI) mentre sul Corno Battisti, montagna martoriata dalle battaglie della guerra mondiale, è stata tracciata una via sportiva, Passeggeri distratti di Visonà e compagni (110 m; 6b).

Nel fondo della Valle delle Prigioni Moreno Camposilvan e Bruno Gemo hanno scalato le tre rughe oscure che si aprono nel lato destro della valle ricavando tre vie in camino di cui due sono ultimate e sono: 
- Shining: il camino sinistro delle due rughe principali. 200 m; VII-.
- The House of the devil: il camino di destra. 200 m; VI.


Il lato sud del Monte Forni Alti è occupato dalla zona dei vaji e separato dai Sogli dalla Val Canale. E' la zona dei grandi canali del Vajo del Ponte, Vajo del Pino, Vajo del Motto e Vajo di mezzo, ampiamente descritti dal Bellò e saltuariamente frequentati. In mezzo a questi canali si erge una foresta di guglie di tutte le forme e dimensioni ancora poco esplorate (vedi foto corrispondente).
Procedendo da sinistra a destra si trovano:
la Guglia dei Ronle: torrione affilato e piramidale.
- Spigolo sud: aperto nel 1934 da P. Pozzo e F. Padovan sale l'affilato spigolo della torre, recentemente restaurato. 180 m; V.

la Torre dei Ronle: riconoscibile per la forma tozza e tagliata da un grande solco.
- Camino sud: sempre di Pozzo e Padovan nel 1934 lungo la linea più logica. 250 m; V+.

la Guglia degli operai: il picco più slanciato e marcato del settore su cui sventola una bandiera rossa.
- Via Pozzo-Padovan: itinerario del 1935 che supera la parete ovest lungo un sistema di fessure. 300 m; V.
- Spigolo sud: di Padovan, Busato e Bortolan nel 1926 lungo l'affilata cresta sud che porta in vetta. 350 m; IV.

la Torre del Motto: affilato missile di roccia gialla che si eleva appena ad est della Guglia degli Operai.
- Camino est: aperto nel 1935 da Faccio e Martinello, è la prima via della torre. 200 m; IV e V.
- Camino nord: di Faccio e Bregadin nel 1935 è l'attuale accesso normale alla torre. 200 m; V+.
- Via Grana-Cavion: tracciata da Gigi Grana e G. Cavion nel 1959 è una delle vie più difficili delle Piccole Dolomiti, malgrado l'apertura di itinerari moderni di alta difficoltà. 380 m; VI+ e A3.
Esiste su questa torre anche un'altra via moderna di cui non si conoscono dettagli.

il Sasso delle Poe che sorge immediatamente a lato della Torre del Motto e che è anche chiamato Sengio Sgralaite.
- Via Camossara: di T. Balasso, L. Belpinati ed E. Xodo, sale lungo lo spigolo sud-est. 240 m; V+.
- Via Barbara: di R. Dal Cengio, S. Urbani e G. Lucato nel 1974, parallelo al precedente lungo diedri. 240 m; V.

la Lasta del Motto che è una sorta di grossa barriera rocciosa posta sotto le vette precedenti.
- Via Faccio-De Pretto: i suddetti nel 1935. 200 m; IV.
- Via Grana-Vezzaro: altro itinerario di Gigi Grana del 1963 molto impegnativo lungo lo spigolo sud-est. 220 m; VI e A1.
- Via Giglio Rosso: itinerario sportivo ben attrezzato a fix e con arrampicata di difficoltà medie, di Bepinati e Ometto nel 2013. 380 m; 5c.
Le guglie appena descritte:
in rosso la Pozzo-Padovan alla Guglia dei Ronle.
In giallo la Pozzo-Padovan alla Torre dei Ronle.
In blu la Pozzo-Padovan alla Guglia degli Operai.
In verde lo spigolo sud della Guglia degli operai.
In arancione la Grana Cavion alla Torre del Motto.
In viola il camino est alla Torre del Motto.

ZONA DELLA VAL SORAPACHE: Il lato nord del Pasubio è rimasto dimenticato per molto tempo, fatta una eccezione per la guglia del Fratòn. Negli anni 2000 è stato riscoperto grazie alla intensa attività esplorativa di T. Balasso che, specie nella Val Sorapache, ha aperto una notevole quantità di itinerari nuovi di tutte le difficoltà. 

Poco sopra il Colle Xomo s'incontra una piccola punta, Cima Campiglia, su cui Balasso è riuscito a ricavare due ottimi itinerari:
- Incredibile ma vero: di T. Balasso, S. Antoniazzi e E. Xodo nel 2013, attraverso una linea logica di diedri. 200 m; VI.
- Facile e bella: di T. Balasso, E. Xodo, S. Antoniazzi e F. Stefani nel 2016, segue lo spigolo. 200 m; IV e V.

Nel tratto in cui la Strada degli Scarrubbi piega decisamente a sinistra proseguendo verso le Porte del Pasubio ci si affaccia sopra la Val Sorapache. Si incontrano immediatamente due grandi bastioni:
il Fratòn è una delle meraviglie del Pasubio, slanciato, snello e con una cuspide. Su di esso sono state tracciate numerose vie, tutte di grande difficoltà:
- Via normale: aperta nel 1929 da R. Dalle Nogare, G. Zanardi, G. Bigon e O. Denier sale direttamente da sud-est partendo dalla selletta del Fratòn. 100 m; IV e V; pochissimo ripetuta.
- Spigolo est-sudest: di Zaltron e Dalle Carbonare nel 1951, segue il lungo spigolo che da sul canalone della selletta. 270 m; V.
- Diretta parete est: aperta da O. Bernardi e B. Fontana nel 1959, segue le linee deboli della parete nord-est; in parte inglobato in altre vie. 300 m; V e VI+.
- Via Una per quattro: combinazione di vie ideata da T. Balasso che segue in parte le due precedenti più dei raccordi nuovi. 300 m; VI+ e A0.
- Via del Barba: dei fratelli Balasso nel 2007. E' una delle vie più frequentate del Pasubio e si svolge al centro della parete est. 300 m; VII+ o VI/A0.
- Spigolo sud-est: di Piero Pozzo e Lauro Giordani nel 1937. Classica via saltuariamente frequentata anche al giorno d'oggi che segue fedelmente il marcato spigolo ed esce sulla cuspide come per la Via del Barba. 300 m; VI-/A0 o VII+.
- Via Borgo-Zuccolo: direttissima del 1976 aperta lungo la parete nord; il tratto della cuspide è stato ripreso da Balasso come termine delle sue vie. 350 m; V+ e A2.
- Via Linea Rossa: superba arrampicata inaugurata da T. Balasso e A. Cadorini nel 2008 che corre lungo fessure nella parete nord parallele alla Zuccolo. 350 m; VII+ o VI /A0.
- Via El Duro del Fratòn: la più frequentata del Fratòn ed una delle più difficili. Aperta da T. Balasso e A. Cadorini nel 2006, corre parallela alla precedente ma con un'uscita sulla cuspide indipendente. 350 m; VII sostenuto e A0.
- Via Garrincha: via che esplora il lato destro della parete nord; di T. Balasso, P. Balasso e L. franceschi nel 2008. 350 m; VI+/A0.
- Spigolo nord-ovest: di Borriero e Dal Balcon nel 1979. L'itinerario sale l'affilato spigolo che chiude a destra la parete nord. 300 m; V+.
Il Fratòn e la Punta del Vecio:
in nero il Camino Fabbri alla Punta del Vecio;
in bianco lo spigolo Zaltron al Fratòn, in giallo Una per quattro; in rosso la via del Barba; in blu lo spigolo Pozzo-Giordani; in verde la Linea Rossa; in marrone El Duro del Fratòn; il tratteggio viola è la Zuccolo.

Accanto al Fratòn sorge la Punta del Vecio, altro scoglio di ottima roccia con numerose vie di ogni difficoltà:
- Bilancia: di T. Balasso solo nel 2010, è la via normale alla Punta del Vecio. 70 m; IV+.
- Diedro ovest: percorso da Diego Campi e Giorgio Pertile nel 1983 e ripetuto solo nel 2010 da Balasso e Antoniazzi. 150 m; VIII-, non chiodato.
- Tajeto del vecio: di T. Balasso e S. Antoniazzi nel 2010, corre parallela al diedro ovest. 150 m; VI-/A0 o VII.
- My friends: di T. Balasso e A. Cadorini nel 2010, corre lungo fessure al centro della parete ovest. 180 m; VI+.
- Tabaca: gli stessi lo stesso anno, accanto alla precedente e più facile. 180 m; VI-.
- Tachète al tran: di T. Balasso e S. Antoniazzi nel 2011. sale i rigonfiamenti a sinistra della parete ovest. 180 m; VI-/A0 o VI+.
- Formiche rosse: la via più lunga della punta di T. Balasso, E. Xodo e S. Antoniazzi nel 2013, è parallela e vicinissima alla precedente. 220 m; VII+ o VI/A0.
- Camino nord: via selvaggia che sale la parete nord, aperta da R. e A. Fabbri, M. Dori e P. L. Zanetti nel 1948. 200 m; III+.

Accanto alla Punta del Vecio, verso nord, sorge un aguzzo dente molto isolato e difficile da raggiungere che è la Torre Gabrisa. Essa sorge alla sommità di due franosi vaji nell'alta Val Sorapache. Su di essa sorgono 4 itinerari, uno è però in parte franato:
- Directa dea Gabrisa: bellissima via che vince direttamente l'affilata parete nord della torre con percorso logico e impegnativo. Di T. Balasso e M. Benetti e S. Antoniazzi nel 2006. 180 m; VI+/A0 o VII+.
- Via Binotto-Dalle Carbonare: per 50 anni l'unica via sulla torre, di Binotto e Dalle Carbonare nel 1951. Attacca a destra della directa e sale poi verso sinistra per logici diedri e difficoltà contenute. 180 m; V.
- The bOVEST dea Gabrisa: di T. Balasso e L. Franceschi, vince la tetra parete ovest per logiche fessure. 180 m; VI/A0 o VII.

Alla testata della Val Sorapache sorge una compatta muraglia detta i Frati Alti, isolati e di lungo accesso lungo il sentiero che sale dalla Val Posina. Su di essi è nota una sola via dei fratelli Balasso nel 2009 che è la Via del clan (350 m; VI/A0), con lungo accesso e lunga discesa.
Verso l'alta Val Sorapache: il tratteggio viola è la Via del Clan ai Frati Alti; in rosso la Posina al guardian de Sorapache; in arancio la cresta Più su ndemo e mejo stemo.

Il lato sinistro orografico della Val Sorapache è occupato dalla Punta delle Lucche, enorme comprensorio roccioso tutt'ora poco esplorato al cui interno s'insinua la Val del Tauro. Anche qui, l'infaticabile Tranquillo Balasso ha esplorato angoli reconditi ricavandone itinerari di soddisfazione e in ambiente molto selvaggio.
- Più su ndemo e mejo stemo: dei fratelli Balasso nel 2007, itinerario di cresta lungo uno sperone nell'alta Val Sorapache, davanti ai Frati Alti. 350 m; III e IV.
- Posina: dei fratelli Balasso nel 2008, itinerario su un'ardito spigolo denominato Guardiano della Val Sorapache. 180 m; VII.
- Zoccolo duro sx: immenso camino che sale dal fondo della Val Sorapache lungo lo zoccolo della Punta delle Lucche, di T. Balasso e A. Cadorini nel 2004. 300 m; VI.
- Sorapache way: la via più lunga della valle e, con Giù la Testa, tra le più lunghe delle Piccole Dolomiti, sale nel grande canalone che la Punta delle Lucche presenta sopra la metà della valle. Dei fratelli Balasso nel 2001. 600 m; VI+.
Nella Valle del Tauro, ripida forra che s'inoltra nel comprensorio delle Lucche, Balasso ha aperto alcuni itinerari di camino, poco frequentati, che sono: arfia, supia, la cana bis, coldiretti, la s'ciopa, el s'ciopo di difficoltà attorno al VI, completamente attrezzati.
- I Tre re magi: itinerario esplorativo di difficile accesso e ancor più difficile discesa di T. Balasso, P. Serraglio e A. Cadorini nel 2004. Sale la parete nord-est del Cavalon, il promontorio nord della Punta delle Lucche. 400 m; V+.
- La Selvaggia: di T. Balasso e E. Xodo nel 2010, è l'unica via finora rivolta alla Val Pruche, in ambiente isolato ed impervio. 250 m; VI-/A0.

ESCURSIONISMO

Esistono numerosi volumi che trattano le escursioni nel gruppo del Pasubio ed effettivamente la zona permette molto. Vi è però una contraddizione: i percorsi storici, seppure non sempre agevoli e faticosi sono frequentati fino alla ressa, altri sentieri ugualmente soddisfacenti invece no. Lungo gli angoli più reconditi del massiccio sono pure possibili dei selvaggi viàz, tracce di camosci e cacciatori ancora allo stato originario.
Le più famose escursioni sono:
  • Strada delle gallerie; capolavoro di ingegneria militare che sale da Bocchetta Campiglia alle Porte del Pasubio attraverso 52 gallerie. 900 m; E.
  • Strada degli Scarrubbi; la parallela e più agevole alternativa rivolta a nord. 900 m; E.
  • Ferrata Falcipieri alle 5 Cime; è un lunghissimo percorso attrezzato che segue la cresta tra le due strade precedenti e richiede 5,30 ore. EEA.
  • Sentiero alpinistico 398; è il sentiero che collega la galleria D'Havet alla Cima Palòn passando per il Soglio dell'Incudine. E.
Altri sentieri rinomati ma talvolta soggetti a variazioni sono:
  • Traversata del Pasubio per Cima Palòn, Dente Italiano e Dente Austriaco, grande classico attraverso la zona più martoriata dai combattimenti.
  • Val Canale; sentiero lungo e saltuariamente frequentato. 1000 m; EE.
  • Val Fontana d'Oro; termina sulla Strada delle Gallerie, segnato ma talvolta soggetto a divieti. 1000; EE.
  • Sentiero dei Ronle. Sentiero con rade segnalazioni ma impervio e poco frequentato, sul lato sinistro (orog.) della Val Fontana d'Oro. 900 m; EE.
  • Val Sorapache; lunga escursione in una valle molto selvaggia ma un sentiero segnalato, termina al Rifugio Papa e comincia in basso da Contrà Doppio. 1200 m; EE
  • Val Pruche; ancora più selvaggia della precedente ma con un buon sentiero che porta direttamente ai Denti. 1300 m; EE.
BIBLIOGRAFIA:
G. Pieropan: guida CAI-TCI Piccole Dolomiti, 1978.
G. Magrin-C. Zaltron: 111 ascensioni sulle Crede delle Piccole Dolomiti, CAI Thiene, 1984.
G. Magrin: Piccole Dolomiti e Pasubio - Un secolo di Alpinismo, ed. Nuovi Sentieri, 2002.
G. Magrin-A. Bauce: 45 Guglie delle Piccole Dolomiti, ed. Bergoglio Libri, 2008.
G. Casarotto: Piccole Dolomiti e Dintorni, ed. Cierre, 2015.
F. Zaltron: Massiccio del Pasubio, CAI Thiene, 1976.
T. Bellò: Vajo che passione, tre volumi, CAI Marostica, agg. 2019.

I contenuti presenti sul blog “Alerossiclimbemusic” sono di proprietà di “Alessandro Rossi”.
È vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.
È vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.
Copyright © 2019 – 2025  “Alerossiclimbmusic”. Tutti i diritti riservati.”
Questa opera è protetta da <a rel="copyzero" href="http://www.costozero.org/wai/u2.html">Copyzero</a>.

Nessun commento:

Posta un commento

UNA GITA DOMENICALE

  UNA GITA DOMENICALE Via Vicenza al Baffelàn E' estate 2022, fa un caldo tremendo e l'Italia è secca.  Questo è il racconto di una ...