VADEMECUM
Circa i gradi delle vie relazionate e le fonti delle analisi
Nelle pagine di questo sito compaiono diverse relazioni di vie di arrampicata appartenenti a luoghi diversi e con tradizioni molto differenti tra loro.
Nel redigerle ho cercato di essere il più obbiettivo possibile perché non è facile dare una valutazione obbiettiva a qualcosa di così estremamente soggettivo.
Il grado è un numero che si assegna ad un determinato passaggio per mettere in guardia lo scalatore circa cosa va incontro. Purtroppo i gradi non sono mai stati definiti con precisione come un'unità di misura vera e propria e ciò ha dato adito a innumerevoli discussioni che si sono protratte per più di un secolo. Tali dibattiti poi sono degenerati nella valutazione della prestazione sportiva degli scalatori dando origine a risentimenti, dispetti e anche atti di vandalismo, fenomeni che purtroppo durano ancora oggi.
Non è assolutamente mia intenzione fare parte di tutto ciò.
Per valutare le vie ho preso dei ben precisi riferimenti, suggeriti dall'esperienza e cercando di omogeneizzare le valutazioni il più possibile.
Ho tenuto conto delle indicazioni dei primi salitori, del posizionamento della chiodatura e della qualità della roccia: un vecchio V del secolo scorso, completamente schiodato, è ben diverso dal 5a della falesia come impegno muscolare e psicologico. Anche se questo sia su roccia a prova di bomba anziché su un ghiaione verticale fa una bella differenza.
Le valutazioni partono da queste considerazioni:
- La via Dark Angel sul Sassolungo di Campetto l'ho presa a riferimento del 6c (VII+), i tiri sono continui, verticali, con una chiodatura non lontana ma che rende i passaggi obbligatori. La via è stata ripetuta anche dai "4 Gati" che hanno confermato le valutazioni. Tutto ciò che è più facile è da 6b in giù, tutto ciò che è più difficile è da 7a in su.
- Le vie di Tranquillo Balasso sulle Piccole Dolomiti e Valdastico sono dei riferimenti per il grado in quanto la chiodatura, anche dove non è abbondante, è posizionata in modo tale che si possa affrontare il passaggio con tutta tranquillità. Le valutazioni di Balasso pertanto sono mantenute anche su tutti i passaggi di analogo impegno atletico.
- Passaggi improteggibili, anche se ben appigliati, sono gradati più alti per l'impegno psicologico.
- Le annotazioni riguardo alle falesie sono ritoccate con la stessa logica usata in precedenza.
- Le difficoltà artificiali tengono conto della qualità degli ancoraggi: se i passaggi sono sempre su fix e in parete verticale A1; se strapiombanti, o su tetti o se intervallati da passi su ganci (massimo 2 passi su gancio tra un fix e l'altro) allora A2; se su chiodi normali o altri artifizi si può andare anche ad A3, A4; solo due casi in Italia arrivano ad A5 (Morhange allo Scoglio di Boazzo e Balck Hole alla Bsimantova).
- Le difficoltà miste come VI/A2 vengono intese come: si scala un tratto con difficoltà di VI fino al punto in cui si mettono giù le staffe e si procede in artificiale; vale anche il viceversa.
- Le vie alpinistiche sono in vecchi gradi UIAA mentre le vie sportive in gradi Francesi. La differenza sta che la prima valuta il passaggio, la barriera che il monte oppone allo scalatore, la seconda valuta tutta la lunghezza di corda, da sosta a sosta. Per il passaggio dall'una all'altra valgono le apposite tabelle del CAI.
Per quanto riguarda la parte musicale del blog, le mie analisi e relativi commenti derivano da anni di letture, conversazioni e lezioni con diversi insegnanti e professionisti del settore che sarebbe davvero oneroso citare tutti, come sarebbe assai difficile andare a cercare ogni singola citazione o elemento a sostegno della mia tesi o anche in antitesi ad essa. Per quanto riguarda le edizioni, alcuni testi sono editi solo da una casa editrice e sono da prendere al volo o da affittare in biblioteca (non più ristampati), di altri un'edizione vale l'altra.
Ciò che è bene ricordare, e che per comodo si tende a dimenticare, è che la tendenza odierna tenda ad affiancare un lavoro di commento e spiegazione di opere artistiche del passato ad un lavoro scientifico quasi fosse una prova di laboratorio. C'è una differenza sostanziale però tra le due prassi che schiere di analfabeti (funzionali e non) non vedono: un lavoro artistico ha per definizione molta inventiva da parte dell'autore che cerca di creare il nuovo e il commento a tale opera ha inevitabilmente una buona dose di farina del proprio sacco!!! In assenza di chiarificazioni da parte dell'autore la lettura dell'opera resta in gran parte una opinione, magari supportata da osservazioni altrui, ma pur sempre un'opinione. Una tesi che descrive un'esperienza scientifica invece deve essere il più oggettiva possibile per poter essere sempre riprodotta anche da chi non ha eseguito gli esperimenti, cosa ben diversa!! Non avendo tempo (né voglia) per andare a cercare tutte le citazioni, mi limito a elencare la bibliografia essenziale presso cui informarsi tenendo ben conto che a volte si possono trovare notizie o idee succulente anche in libri che parlano di tutt'altro e che toccano l'argomento trattato in maniera incidentale.
- Beethoven, Maynard Salomon;
- Beethoven, lettere; ed. Mondadori
- Le sonate di Beethoven, Andràs Schiff;
- Brahms, Claude Rostand; ed. Rusconi
- Chopin, Liszt;
- Alcuni aspetti di Chopin, Alfred Cortot; ed. Curci
- Liszt o il Giardino d'Armida, Piero Rattalino;
- Chopin racconta Chopin, Piero Rattalino;
- Mahler, Quirino Principe;
- Bach, Piero Buscaroli;
- Alkan, Ronald Smith;
- "Monsieur Croche", scritti e articoli di Claude Debussy; ed. Il Saggiatore
- Lo sguardo lieto, Ferruccio Busoni; ed. Il Saggiatore
- Horowitz, Harold Schonberg;
- "Shostakovich", continuità nella musica, responsabilità nella tirannide, Piero Rattalino
- Liszt piano sonata, Gerard Carter;
- Wagner, Franz Liszt; ed. Il Saggiatore
- Rachmaninov; Geoffrey Norris;
- Skriabin, Faubion Bowers;
- Stravinsky; Andrè Boukorekliev; ed Rusconi
- Tchaikovsky, Casini-Delogu; ed. Rusconi
- Toscanini, Sachs; ed. Il Saggiatore.
- Trattato di armonia, Walter Piston;
- Contrappunto, Theodore Dubois; ed. Ricordi
- Trattato di armonia, Arnold Schonberg;
- Manuale di orchestrazione, Alfredo Casella; ed. Ricordi
- Trattato della fuga, André Gedalge; ed. Curci
- Saggio di metodo per la tastiera, C. P. E. Bach;
- Del bello musicale, Eduard Hanslick;
- Il pensiero musicale, John Sloboda;
- Fisica nella musica, Andrea Frova;
- Meccanica delle vibrazioni, Roberto Basso;
- Gasdinamica, Cavallini-Rossetto et al.; ed. Progetto;
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