Tutto l’episodio è concluso da una lunga cadenza quasi ad
improvvisazione che prepara l’Allegro seguente, in forma sonata vera e propria.
Cadenza di sospensione alla dominante
Questo incipit è molto articolato e di per sé ha senso compiuto, quasi una piccola romanza inserita all'inizio del movimento in forma sonata ed ha la funzione di catalizzare l'attenzione su ciò che avverrà in seguito, vero cuore pulsante della composizione e di cui probabilmente il compositore andava orgoglioso, data la cura che dedica all'equilibrio della struttura.
ALLEGRO MOLTO E CON BRIO: contrasta nettamente col grave ma mantiene la stessa tonalità.
Esposizione: II Tema (btt. 11-27, in due mezzi) è caratterizzato da due brevi successioni di accordi rapidi e staccati in salita, lunghi e sonori in discesa (proposta e risposta negativa) e conclusione in dominante. Questo tema, oltre che dalle appoggiature che alterano la scala di Do minore (mi-fa, sol-lab) è altresì caratterizzato da una sincope (bt. 13 e bt. 19) molto evidente che rende più concitata ed incalzante la proposta e riempie il vuoto che si verrebbe a creare nella ripetizione della cellula iniziale (btt 11-12). Il ritmo utilizzato per creare il tema è la seguente disposizione di accenti “- >” (considerando parte del tema l’ultima nota della cadenza del Grave, bt. 10). La conclusione del tema è sulla domimante raggiunta tramite un IV alterato.
Il II Tema che sfrutta il semitono apparso anche nei primissimi accordi del Grave.
Qui la semplice idea di una salita di semitono diventa la caratteristica dissonante della melodia.
L’episodio successivo è il Ponte modulante (btt. 27-50) i cui si sviluppano brevemente le idee appena espresse, ossia costruendo una progressione che gioca sugli intervalli di semitono esposti nel tema (fa#-sol, do-si) e conclusione in si bemolle maggiore, dominante di mi bemolle.
Dettaglio del ponte modulante con la sospensione sulla dominante e lo sviluppo delle idee del I Tema
III Tema (btt- 51-88) in mi bemolle minore. Nella sonata canonica a minore risponde il relativo maggiore (come nella K457 di Mozart) ma in questo caso Beethoven vuole prolungare l’effetto drammatico e di tensione del modo minore, pertanto il secondo tema è in Mi bemolle minore. L’episodio di esposizione del II tema è lungo ed articolato: alle btt. 51-59 viene esposto il tema in Mib min. vero e proprio con proposta e risposta negativa, poi alle btt. 59-75 lo stesso tema viene modulato a Reb maggiore portandosi così verso una “zona” di maggiore. Dalla battuta 75 inizia una progressione che da Mib min. passa per Fa min. e modula alla dominante di Mib, Sib magg. tramite II in 7° e poi tramite il concatenamento VI-II6-V.
Ecco il III Tema, in Mib minore per mantenere viva la tensione drammatica del pezzo.
Come si può notare, esso è ricavato, trasportato, dalla melodia del Grave: Do-Re-Mib -> Mib-Fa-Solb
Alla fine del tema si conquista la dominante e la conclusione a Mib maggiore della coda
Coda (btt. 89-132) in cui finalmente l’esposizione conquista il mi bemolle maggiore dopo due lunghe cadenze basate su una scala discendente di un’ottava e mezza da do a sol lungo la scala di Mib maggiore e porta alla conclusione sulla settima di dominante di do; ritornello. La seconda volta l’armonia è un IV gr. alterato che modula a sol minore.
Il Mib è stato conquistato e parte una lunga cadenza basata su progressioni che conclude l'Esposizione.
Ritorno del tema in Mib maggiore a conclusione dell'episodio
Sviluppo: ritorno del I Tema, ossia del Grave (btt. 133-136) con lo stesso ritmo ma modulante arditamente da sol minore a mi minore sfruttando l’enarmonia mib→re# e che introduce di nuovo l’allegro come il Grave iniziale aveva costituito un’anacrusi all’esposizione.
Il ritorno del grave che grazie all'enarmonia mib-re# modula arditamente a Mi minore
Sviluppo basato sulla figurazione del II tema (btt. 137-148) e da tre lunghe progressioni che portano alla ripresa (bt. 195) in do minore. La proposta dello sviluppo cita nuovamente la costruzione del tema tramite le appoggiature la-sol e re#-mi e fiorisce lo squillo di dominante che si era avuto alle btt. 27 e seguenti. Successivamente, alle btt. 149-167 l’appoggio di semitono diventa caratteristico ed insistente, ancora una volta simile ad un’improvvisazione e successivamente Beethoven conduce l’episodio ad una modulazione verso il IV di Do min. e quindi in dominante. Dalla battuta 168 alla 195 la dominante è sospesa mediante una lunga cadenza virtuosistica costruita interamente su appoggiature dell’accordo di Sol maggiore e che prepara l’imminente arrivo della ripresa.
Il ritorno del II tema in Mi minore che apre lo sviluppo
Il semitono diventa qui elemento portante delle progressioni
Il lungo pedale di dominante in forma di cadenza virtuosistica in cui il II tema ritorna ossessivamente
Ripresa: il II Tema ricomincia uguale all’esposizione (btt. 195-220) ma viene omesso il ponte modulante in favore di una progressione che modula al IV grado, ossia al fa minore
Il III Tema è in fa minore (btt. 221-230) per prolungare l’effetto drammatico come nell’esposizione e si porta progressivamente al do minore solo da bt. 233 in poi, sfruttando il ruolo del do come dominante di fa.
Il ritorno del III Tema in Fa minore
Coda ripresa dall’esposizione (btt. 253-294) e trasportata interamente in do minore oscillando continuamente tra il Fa min. e il Do min. per raggiungere poi la cadenza V→I solo alla fine.
Anche in conclusione di questo episodio ricompare il II Tema che conclude in maniera drammatica tutta questa fase concitata e frenetica con due pesanti accordi di 7° sul IV gr. alterato creando un'ultima sospensione, quasi a lasciare intendere che lo spettacolo non sia concluso ma abbia ancora qualcosa da dire.
Ultima citazione dell’introduzione, ancora in do minore, ma questa volta acefala. Il significato di questa ultima citazione risiede nel fatto che Beethoven vuole dare all’ascoltatore un chiaro segnale che sta per succedere un’ulteriore novità che si rivelerà essere poi la conclusione del movimento. Questa ulteriore citazione, acefala onde prolungare il silenzio ed il momento di attesa, funge ancora una volta da anacrusi per la successiva rapida coda ed ancora una volta espone all’ascoltatore alle forti e tese dissonanze che hanno caratterizzato tutto il movimento della sonata.
L'ultimo ritorno del I Tema
Piccola coda (btt. 299-310) con l’ultima evocazione del I Tema e che precipita verso l’ultima sequenza di accordi in ff e drammatici che conclude il movimento.
II MOVIMENTO
Adagio cantabile
Si tratta di una Romanza in La bemolle maggiore caratterizzata da una melodia, un basso ed una tessitura di accompagnamento intermedia. E' un vero e proprio intermezzo in quanto rompe la continuità drammatica del I movimento e del Rondò che segue. Con un po' di malizia si può notare che il tema della romanza è vagamente imparentato con il materiale già ampiamente sfruttato in precedenza semplicemente esponendolo al contrario e rovesciato (Do - Re - Mib - > Mib - Reb - Do) e camuffandolo con un salto di quinta subito prima (Sib - Mib). Ciò crea una sensazione di dejà-vu nell'ascoltatore e non sente questo movimento come completamente straneo al contesto.
Esposizione: il tema in lab viene presentato netto e preciso (btt. 1-8) a cui segue una risposta positiva rinforzata a quattro voci (btt. 9-16).
Il ben caratteristico tema della Romanza alla voce più acuta
Sviluppo basato sull’idea delle quattro note di chiusura del tema che modula al mi bemolle maggiore per riesporre il tema (btt. 17-28).
Parte del piccolo sviluppo interno all'esposizione
La serie di imitazioni sulla dominante che riporta al tema prima della conclusione
Sviluppo: la tonalità passa al la bemolle minore e il tema portante dell’episodio è suggerito dal basso del tema principale (btt. 37-50); la terzina, comparsa fugacemente tra la proposta e la risposta nell’episodio precedente, diventa l’elemento caratterizzante del momento.
Il tema viene riproposto in La bemolle minore iniziando lo sviluppo
Ripresa: Il tema ritorna variato con l’accompagnamento di terzine e vengono ripresentate proposta e risposta positiva (btt. 51-66).
Ripresa in La bemolle maggiore
III MOVIMENTO
Allegro
Si tratta di un Rondò il cui tema autoconclusivo è tratto combinando elementi del I e del III tema del I Movimento. Il tema portante è la riproposizione del I e del III tema del primo movimento con Sol - Do il salto di quinta (come Sib - Mib) e Do - Re - Mib il caratteristico inciso, monolitico e rappresentativo dell'intera sonata, seguito dalle terze minori Fa - Re, Mib - Do che lo legano anche al secondo movimento (Do - Mib, Sib - Reb) chiudendo così in poche note tutto il ciclo appena percorso e dando all'ascoltatore la sensazione dell'inevitabilità di ciò che sta accadendo.
Tema (btt. 1-17): si tratta del tema del ritornello del Rondò, Allegro ed in do minore, caratterizzato da una proposta (btt. 1-8), da una risposta negativa (btt. 8-12) e da una coda (btt. 12-17).
L'incipit del tema iniziale, poi segue la risposta con la ripetizione appena fiorita della proposta
Episodio 1 (btt. 13-60): lungo episodio in cui l’autore modula immediatamente a Mi bemolle maggiore richiamando le fioriture della vicina coda del tema e poi gioca con due lunghe cadenze fiorite con terzine sempre in Mi bemolle maggiore. Segue un breve inciso "corale" in cui la medesima linea melodica viene variata e segue poi la cadenza conclusiva. L’episodio finisce con una brusca modulazione a do minore (btt. 55-60).
La progressione che modula a Mib maggiore tramite il Fa
L'episodio in Mib maggiore, si noti come Beethoven insista a fiorire all'interno di intervalli di terza.
Espediente che non si distacca del tutto da quanto esposto finora.
L'abile fioritura con cui Beethoven manipola la proposta in maggiore appena fatta
Ritornello (btt.
61-77): tutto il Tema viene ripetuto.
Episodio 2 (btt. 78-119): contrastando dall’episodio precedente che inizia con fioriture di arpeggi di quinte, il motivetto passa in La bemolle maggiore formando dei canoni per moto contrario (btt. 78-105) a due o tre voci che portano ad una lunga cadenza su sol maggiore, dominante di do minore (btt. 106-119).
Il canone per moto contrario che caratterizza l'episodio in La bemolle maggiore
La cadenza ricavata sul pedale di dominante
Ritornello (btt. 120-130): questa volta viene presentato variato con la risposta tronca e in canone al basso.
Canone durante la ripresa del Tema
Episodio 3 (btt. 131-169): la prima parte è costituita dalla ripetizione del primo episodio trasportato alla dominante, sol maggiore (btt. 131-142). A questa segue una lunga cadenza che riprende il gioco in canone sulle terzine dell’Episodio 1 e si mantiene sempre su sol maggiore. L’episodio si può interpretare sia come ripresa di un ipotetico secondo tema se lo si valuta come un Rondò-sonata sia come un lungo pedale di dominante che genera attesa per la coda briosa e virtuosistica di drammatico impeto di do minore.
Ripresa dell'Episodio 1 in Sol maggiore
Ritornello (btt. 170-177): è l’ultima apparizione del tema, acefalo e senza la risposta, che prepara la coda brillante.
Finale (btt. 177-Fine): lunga coda sul do minore, fiorita con le terzine di croma che insiste ossessivamente sulla cadenza V-I e relativi gradi per prolungare l’attesa dell’ormai imminente conclusione: a bt. 198 vi è un V-I in la bemolle maggiore, cadenza di inganno e che richiama infine per l’ultima volta il tema del Rondò. In questo punto Beethoven ha inserito una breve pausa, una piccola ripetizione del tema in La bemolle maggiore, in pp, e delle pause che creano l'attesa finale con cui si appresta ad uscire di scena
Segue una breve cadenza V-I di do minore nelle ultime due battute, lungo una rapida scala di terzine e che conclude improvvisamente tutta l’opera.
L'ultimo inciso è stato usato anche nel primo album del Banco del Mutuo Soccorso in conclusione del loro ciclo di canzoni.
L'arrivo della coda virtuosistica che conclude la sonata
L'impeto finale dopo una piccola pausa
Bibliografia
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