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giovedì 5 marzo 2020

TRAGEDIE

TRAGEDIE


Per quanto poco produttivo, il 2011 mi aveva comunque riservato alcune esperienze positive ed era rimasto carico di aspettative per l'anno successivo. Poco dopo l'avventura al Dente riuscii a concludere qualche altra bella ascensione sui Colli e in Valle del Sarca, posto che avevo appena iniziato a frequentare e di gran moda allora (oggi un po' meno). Anche la primavera successiva riserbò qualche sorpresa di cui parlerò in seguito.
Quello che però successe nell'estate del 2012 segnò un punto di svolta nelle vite di tutti i protagonisti sin qui descritti. 
Era la domenica 24 giugno e il giorno successivo dovevo dare l'esame di "Fondamenti di Algebra Lineare" all'università così, malgrado gli inviti di Paolo ad approfittare del bel tempo, decisi di restare a casa a dare un'ultima ripassata. Ero piuttosto preparato per quell'esame. Sapevo che Paolo e Nicola sarebbero andati a ripetere la via che avevo già fatto con Stefano sulla Guglia GEI tanto per divertirsi un po' e la volta successiva, passato l'esame, saremmo andati tutti sulle Dolomiti a fare qualcosa di gustoso, di carne al fuoco ce n'era tanta. 
Il pomeriggio, mentre studiavo, come un fulmine a ciel sereno mi arrivò un messaggio di Paolo in cui mi disse che era capitato un incidente gravissimo a Nicola, di non meglio specificata natura e che per il momento bisognava vedere il da farsi. Lì per lì non mi preoccupai più di tanto, Nicola sapeva il fatto suo e se la sarebbe cavata con delle ammaccature, avremmo solo dovuto aspettare prima di riaverlo combattivo con noi. 
Il giorno dopo attendevo il mio turno all'esame quando mi arrivò la notizia: Nicola non ce l'ha fatta!
Inutile dire il seguito, passai l'esame per il rotto della cuffia perché ero con la testa altrove, tornai a casa e restai tre giorni in shock incapace di rendermi realmente conto di quanto era capitato. Pensavo erroneamente che il trauma sarebbe passato in un modo o nell'altro e che purtroppo queste cose capitavano ma mi resi conto in seguito che non era così: inconsciamente si muovevano altre forze che non potevo controllare e che si sarebbero manifestate in seguito.
Paolo da quel giorno non fu più lo stesso e anche Stefano perse quasi del tutto l'entusiasmo, ci volle almeno un anno prima che tornasse a calcare la pietra e con molta timidezza.
Io, Paolo ed altri andammo in seguito a sistemare una lapide commemorativa ai piedi del luogo in cui avvenne la tragedia, ossia ai piedi della piccola torre detta il Milite, alla base della Guglia GEI. Vidi chiaramente cosa successe quel giorno: un enorme macigno si era staccato dalla parete del camino che taglia la torre e aveva schiacciato le gambe del povero Nicola  intrappolandolo inesorabilmente sotto di esso. Dopo 8 ore di agonia e numerosi tentativi falliti, i soccorritori riuscirono a tirarlo fuori usando l'esplosivo; purtroppo però non c'era più nulla da fare e il poveretto si spense durante il trasporto.

Successivamente a questa tragedia, nel tentativo di dimenticare, andai con un compagno che allora conoscevo da poco, a percorrere la via delle Guide sulla Piccola di Lavaredo. La via attaccava con una lunga traversata su una stretta cornice abbastanza semplice e il compagno insistette per partire da primo. Purtroppo l'idiota fece tutta la lunghezza senza mettere nemmeno una protezione intermedia e io, ancora più idiota, sottovalutai il senso di incertezza lasciatomi da quello che era appena accaduto e, complice lo zaino, feci un bel volo che fortunatamente finì solo con uno spauracchio e qualche escoriazione. Tutto ciò però mi insegnò molte cose, a cominciare dal fatto che non rividi più quello scemo. Passò parecchio tempo prima di rimettere le mani sulla pietra e tutti e due gli anni seguenti rimasero parecchio in sordina...

immagine del Milite nel gruppo del Carega
Il Milite col camino dove avvenne la tragedia.

immagine della lapide alla memoria di Nicola Tassoni


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