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martedì 21 gennaio 2020

SAINT SAENS - Clarinet Sonata op.167

Saint Saens

Sonata for piano and Clarinet op. 167


La Sonata per clarinetto e pianoforte di Camille Saint Saens fu scritta nel 1921 ed è una delle ultime opere del compositore francese (1835-1921), la seconda di un trittico di sonate per legni composte nello stesso anno della morte.
La sonata è in Mi bemolle maggiore e si presenta in quattro movimenti:

La scrittura della sonata non è virtuosistica come quella delle sonate per violino o per violoncello ma presenta una parte pianistica essenziale in continuo dialogo col clarinetto in un gioco di brevi imitazioni e di alternanza delle proposte.


I MOVIMENTO: Allegretto


Il primo movimento, Allegretto in Mi bemolle maggiore, è una sorta di Romanza in 12/8 di struttura A-B-A' , con un unico tema in mi bemolle esposto totalmente dal clarinetto mentre il pianoforte accompagna semplicemente in terzine e qualche arpeggio la melodia. Lo schema di costruzione, che parte in levare nella prima battuta, può essere grossolanamente articolato in 3 battute di proposta più 3 di risposta (ma lo schema non è rigido).



Dopo 21 battute di esposizione incomincia la sezione B, una sorta di sviluppo delle idee precedenti che tramite due progressione si porta da Do minore [1] a Re bemolle maggiore prima di una lunga cadenza sospesa [2] su una triade napoletana (Do bemolle) di Si bemolle minore (btt 37 e seguenti) in cui pianoforte e clarinetto alternano un disegno in semicrome [3], punto più agitato del movimento.


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Alle battute 45 e seguenti due nuove progressioni portano alla conclusione dell'episodio e quindi alla ripresa variata di A, un A', che comincia prima appoggiandosi alla sensibile di Mi bemolle (Re) e poi sul sesto grado.


Il tema viene riesposto con due brevi progressioni prima della conclusione in pianissimo e in Mi bemolle maggiore.

II MOVIMENTO: Allegro animato


Il secondo movimento, Allegro animato in La bemolle maggiore, è nuovamente in forma A-B-A che ricalca uno Scherzo, pur essendo in 2/2. La struttura del tema si articola in 4 battute di proposta più 4 di risposta formate da un breve inciso del clarinetto in La bemolle, seguito da una risposta con una serie di arpeggi.


La sezione A si conclude con un pedale di Re bemolle (IV di La bemolle) e una canonica cadenza Mib-Lab.


La sezione B comincia in pianissimo con due sequenze di quattro battute su due none, la prima dominante secondaria, la seconda principale [1] che preparano le successive otto battute in Re bemolle maggiore, formate da due progressioni [2], in cui si intrecciano i disegni di clarinetto e pianoforte.

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La parte seguente itera il procedimento fino alla conclusione dell'episodio B. Segue la ripresa di A con una piccola imitazione del tema principale al pianoforte e tutto il movimento si chiude con dieci battute di coda in cui torna il piccolo motivetto d'incipit della sezione B.

III MOVIMENTO: Lento


Il terzo movimento, Lento in Mi bemolle minore e in 3/2, consta due distinte sezioni separate da una lunga "pausa", ossia un breve intermezzo del pianoforte formato da una sequenza di accordi arpeggiati. In entrambe le sezioni l'incipit del tema è il medesimo e la scrittura è polifonica a quattro voci (cl.+3 voci al piano); il clarinetto intona il tema nella sua ottava più bassa, raddoppiato dal pianoforte, il tutto forte e lugubre. Dopo cinque battute le linee melodiche si differenziano creando delle piccole imitazioni e due disegni indipendenti ma dialoganti.


La sezione si conclude in Mi bemolle minore. Segue il breve intermezzo di sette battute, che potrebbe essere visto come una coda di quanto esposto in precedenza, con una cadenza tra Re bemolle maggiore e Mi bemolle minore modale che adduce alla nuova sezione. Questo nuovo episodio è in pianissimo, vi è la ripetizione del tema con alcune piccole varianti nel contrappunto del pianoforte e si conclude sempre in Mi bemolle minore.


Segue una coda di arpeggi di otto battute (le sette precedenti più una di attesa) che portano alla dominante, Si bemolle maggiore, punto di attesa del movimento seguente.

IV MOVIMENTO: Molto Allegro


Il quarto movimento, Molto allegro in 4/4, è il vero movimento in forma-sonata di tutto il pezzo e con una struttura abbastanza varia: l'inizio del movimento è in Mi bemolle maggiore con un lungo pedale di tonica tremolato al pianoforte che supporta degli arpeggi virtuosi del clarinetto.




Dopo il tremolato ed una battuta di raccordo al pianoforte, questa introduzione virtuosistica prosegue su pedale di dominante Si bemolle maggiore e, da battuta 20 a 27, tramite due progressioni, l'episodio si conclude portando al vero primo tema del movimento.



A questo punto la struttura di forma-sonata viene modificata, i due temi vengono accostati e viene eliminato il ponte modulante, ossia la sezione di sviluppo e di modulazione che collega i due temi nell'esposizione della forma-sonata. Il primo tema è caratterizzato da tre pedali di due battute ciascuno, il primo parte da una settima di La bemolle e scende di semitono in progessione sino al Fa, dominante di Si bemolle; sia il pianoforte che il clarinetto ripetono le note oscillanti di una terza minore per moto contrario, dando l'impressione di calmare il movimento [1]. Il secondo tema attacca subito, di carattere completamente contrastante, caratterizzato dall'imperiosa proposta delle ottave del pianoforte, in Fa maggiore (btt 37-38), seguita dal virtuosismo della scala cromatica del clarinetto. Dopo una risposta positiva in Si bemolle maggiore che ripete il medesimo disegno, il tema termina in Sol maggiore, dominante del Do minore, tonalità con cui attacca lo sviluppo [2].

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Il clarinetto dialoga con il basso del pianoforte per cinque battute, poi ripropone un disegno in terzine apparso nell'introduzione prima di dare spazio alla sequenza successiva in Mi bemolle minore: il pianoforte accompagna mentre il clarinetto esegue dei frammenti melodici sincopati di un ottavo che creano un ritmo incalzante.



Dopo dieci battute in cui la proposta viene esposta e poi re-iterata lo sviluppo si conclude con una lunga progressione-cadenza del clarinetto che porta a Si bemolle maggiore, dominante di Mi bemolle. A questo punto entrambi i temi vengono riesposti oscillando tra Si bemolle maggiore e Fa maggiore prima di una nuova sezione di sviluppo di ben ventuno battute in cui assistiamo ad una riproposizione del dialogo serrato del pianoforte e del clarinetto (con l'aggiunta di ottave al pianoforte) e di una lunga cadenza tra pianoforte e clarinetto che culmina con la lunga scala squillante di tre ottave del legno, in fortissimo.



Segue un canone in progressione tra i due strumenti che si porta in Do minore e l'episodio si conclude in Sol maggiore, dominante di Do dopo un'ultima cadenza virtuosistica per il clarinetto.

L'intero movimento, e quindi la sonata, si conclude con una ripresa del primo movimento di cui viene eseguita nuovamente l'esposizione con alcune piccole modifiche nell'accompagnamento del pianoforte; espediente che conferisce alla sonata una forma ciclica.



La sonata per clarinetto di Saint Saens è, nell'armonia, ancora di impostazione tonale, con un uso della tonalità tardo-romantico, non mancano infatti accostamenti di accordi lontani tra loro come nei temi del quarto movimento e lunghi pedali su cui gli accordi di undicesima e tredicesima creano un ambiente sonoro fortemente instabile; l'insieme è però ancora molto tradizionale, non toccato dalle novità scaturite in quel periodo.

Bibliografia
VAI




ENGLISH VERSION


The Sonata for clarinet and piano by Camille Saint Saens was written in 1921 and is one of the last works of the French composer (1835-1921), the second of a triptych of woodwind sonatas composed in the same year of his death.
The sonata is in E flat major and is written in four movements:
Allegretto
- Allegro animato
- Lento
- Molto Allegro-Tempo I

The writing of the sonata is not as virtuous as that of the violin or cello sonatas but has an essential piano part in continuous dialogue with the clarinet in a game of short imitations and alternation of the proposals.

The first movement, Allegretto in E flat major, is a sort of Romance in 12/8 with A-B-A 'structure, with a single E flat theme totally exposed by the clarinet while the piano simply accompanies the melody in triplets and some arpeggio. The construction scheme, which starts in the last pulse in the first bar, can be roughly divided into 3 proposal bars plus 3 response bars (but the scheme is not rigid).


After 21 bars of exposure section B begins, a sort of development of the previous ideas that through two progression moves from C minor to D flat major [1] before a long cadence suspended [2] on a Neapolitan triad (C flat) of B flat minor (btt 37 and following) in which piano and clarinet alternate a semichrome drawing [3], the most agitated point of the movement.

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In bars 45 and following two new progressions lead to the conclusion of the episode and therefore to the varied recovery of A, an A ', which begins first by relying on the seventh of E flat (Re) and then on the sixth degree.


The theme is restated with two short progressions before the conclusion in pianissimo and E flat major.


The second movement, Allegro Animato in A flat major, is again in form A-B-A which follows a Scherzo, despite being in 2/2. The structure of the theme is divided into 4 bars of proposal plus 4 of response formed by a short incision of the clarinet in A flat, followed by a response with a series of arpeggios.


Section A ends with a D flat pedal (IV of La flat) and a canonical Mib-Lab cadence.



Section B begins in pianissimo with two sequences of four bars on two none, the first secondary dominant, the second main [1] which prepare the next eight bars in D flat major, formed by two progressions, in which the clarinet and piano drawings are intertwined [2].


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The following part iterates the procedure up to the end of episode B. The shooting of A follows with a small imitation of the main theme on the piano and the whole movement ends with ten bars in which the small incipit tune of the section returns B.


The third movement, Slow in E flat minor and in 3/2, consists of two distinct sections separated by a long "pause", ie a short interlude of the piano formed by a sequence of arpeggiated chords. In both sections the incipit of the theme is the same and the writing is polyphonic with four voices (cl. + 3 voices on the piano); the clarinet intones the theme in its lowest octave, doubled by the piano, all loud and lugubrious.


After five bars the melodic lines are differentiated creating small imitations and two independent but dialoguing designs. The section ends in E flat minor. The short interlude of seven bars follows, which could be seen as a tail of the above, with a cadence between D flat major and E flat minor modal which leads to the new section. This new episode is in pianissimo, there is the repetition of the theme with some small variations in the counterpoint of the piano and always ends in E flat minor.


An eight-bar arpeggios queue follows (the previous seven plus a wait) leading to the dominant, B flat major, the point of waiting for the following movement.


The fourth movement, Molto Allegro in 4/4, is the true movement in sonata form of the whole piece and with a fairly varied structure: the beginning of the movement is in E flat major with a long pedal of trembled tonic on the piano that supports virtuoso arpeggios of the clarinet.



After the tremolo and a bar on the piano, this virtuosic introduction continues on the pedal of dominant B flat major and, from bar 20 to 27, through two progressions, the episode ends leading to the true first theme of the movement.


At this point the sonata form structure is modified, the two themes are brought together and the modulating bridge is eliminated, that is the development and modulation section that connects the two themes in the sonata form exhibition. The first theme is characterized by three pedals of two bars each, the first starts from a seventh of A flat and goes down in semitone in progression up to F, dominant of B flat; both the piano and the clarinet repeat the oscillating notes of a minor third for opposite motion, giving the impression of calming the movement [1]. The second theme attacks immediately, of a completely contrasting character, characterized by the imperious proposal of the octaves of the piano, in F major (btt 37-38), followed by the virtuosity of the clarinet's chromatic scale. After a positive response in B flat major that repeats the same drawing, the theme ends in G major, dominant of C minor, the key with which it attacks the development [2].

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The clarinet dialogues with the piano bass for five bars, then re-proposes a drawing in triplets appeared in the introduction before giving space to the next sequence in E flat minor: the piano accompanies while the clarinet performs syncopated melodic fragments of an eighth that create a pressing rhythm.


After ten bars in which the proposal is exposed and then re-iterated, the development ends with a long progression-cadence of the clarinet which leads to B flat major, dominant of E flat. At this point both themes are restated oscillating between B flat major and F major before a new development section of twenty-one bars in which we witness a re-presentation of the close dialogue of the piano and the clarinet (with the addition of octaves on the piano ) and a long cadence between piano and clarinet culminating in the long ringing scale of three octaves of wood, in fortissimo.



There follows a canon in progression between the two instruments which takes you to C minor and the episode ends in G major, dominant of C after a last virtuosic cadence for the clarinet.



The whole movement, and therefore the sonata, ends with a resumption of the first movement of which the exposure is performed again with some small changes in the accompaniment of the piano; device that gives the sonata a cyclical shape.
The clarinet sonata of Saint Saens is, in harmony, still of tonal setting, with a use of the late-romantic tonality, in fact there is no lack of combinations of distant chords as in the themes of the fourth movement and long pedals on which the chords of eleventh and thirteenth create a highly unstable sound environment; however, the whole is still very traditional, unaffected by the innovations that emerged in that period.

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